Cassa malati

De Rosa: «Berna considera il Ticino un caso particolare»

Il direttore del DSS commenta la terza stangata consecutiva che ha colpito il nostro cantone dove l'incremento dei premi per il 2025 sarà del 10,5%
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
26.09.2024 20:00

Nuovi premi, nuova stangata. La terza consecutiva. Nel 2025 i premi di cassa malati in Ticino aumenteranno mediamente del 10,5%. Il rincaro, annunciato oggi dall’Ufficio federale della sanità pubblica, fa seguito a quelli già registrati nel 2024 (+10,5%) e nel 2023 (+9,2%). «Il sistema è vicino al collasso», commentava un anno fa il direttore del DSS, Raffaele De Rosa, il quale auspicava una riforma urgente dell’intero settore.

La storia si ripete

Un anno dopo la storia si ripete. Da una parte Berna annuncia l’aumento dei premi, dall’altra il Ticino assiste con le armi spuntate alla decisione. «È un colpo durissimo che giunge dopo gli aumenti massicci subiti negli ultimi due anni», ha commentato De Rosa. Ancora una volta, il nostro cantone figura tra quelli maggiormente colpiti. Quest’anno, addirittura, il Ticino è in assoluto quello più penalizzato, il solo che presenta un rincaro a due cifre. La media nazionale si attesta infatti al 6%, vale a dire quasi tre punti percentuali inferiore al rincaro del 2024 (8,7%). Detto altrimenti, il rincaro sul premio medio in Ticino non si muove di una virgola, mentre quello sul premio medio a livello nazionale scende. E non di poco. Una differenza marcata (10,5% vs 6%) che secondo De Rosa è riconducibile a un insieme di fattori: «Da un lato, la differenza è spiegabile con la diversa struttura demografica. Dall’altro occorre evidenziare che in Ticino c’è una maggiore densità di fornitori di prestazione e un maggiore consumo di trattamenti». Ergo, un aumento dei costi e dei premi. Premessa a parte, De Rosa osserva tuttavia una certa disparità di trattamento o diversa sensibilità nel valutare quanto accade a sud delle Alpi: «Quando il problema riguarda il Ticino, Berna lo considera un fenomeno legato a una regione un po’ particolare. Quando, invece, tocca altri cantoni, il problema diventa federale».

Ma quanto in più?

Polemica a parte, anche esaminando i premi per classe di età, gli aumenti per i ticinesi risultano superiori a quelli di altri cantoni, sia in termini percentuali, sia in termini reali. Per gli adulti (dai 26 anni in su) l’incremento è del 9,9%, pari a 49,50 franchi; il premio mensile raggiungerà i 548,60 franchi. Per i giovani fra i 19 e i 25 anni la progressione è dell’11,7%, pari a 40,50 franchi; il premio medio passerà a 386,50 franchi. Per i bambini la fattura salirà del 10,1% (+12,70 franchi a 139,10 franchi), il secondo maggiore incremento dopo Glarona. A titolo di paragone, a livello nazionale l’aumento sarà di 25,30 franchi (+6% a 449,20 franchi) per gli adulti; 16,10 franchi (+5,4% a 314,10 franchi) per i giovani adulti; e di 6,50 franchi (+5,8% a 117,90 franchi) per i bambini.

Il margine di risparmio

Come ogni anno, la variazione di costo tra i principali assicuratori malattia (e quindi il potenziale di risparmio per gli assicurati) è piuttosto importante. Prendendo in esame solo una forchetta ristretta di assicuratori, ovvero quelli che coprono circa il 90% degli assicurati, il premio più basso ammonta a 670,60 franchi (Assura); quello più alto a 785,90 franchi (Swica). Il potenziale di risparmio su 12 mesi è pari a 1.380 franchi. «Un divario considerevole», osserva De Rosa: «Ogni persona farà le proprie valutazioni. Sappiamo che la possibilità di cambiare assicuratore esiste. Vale quindi la pena valutare questa opzione”, anche se l’effetto perverso del sistema rimane: «L’anno prossimo gli assicuratori vorranno recupere la parte di premi incassata di meno, caricandola sul nuovo rincaro». Insomma, il classico gatto che si morde la coda.

Costi per categoria

La crescita maggiore dei costi per categoria vede al primo posto, tra il 2018 e il 2023, la fisioterapia (+9,7%), seguita dagli Spitex (+7%) e dall’ambulatoriale ospedaliero (+5,9%). Anche in questo caso, l’aumento della spesa in Ticino risulta superiore al resto della Svizzera. In generale, il volume delle prestazioni e quindi il costo pro capite in Ticino risulta superiore del 19% rispetto al resto del Paese (5.533 vs 4.482 franchi). «È fondamentale che tutti gli attori del sistema prendano maggiore coscienza del problema: dai fornitori di prestazioni ai pazienti, fino agli assicuratori». A preoccupare maggiormente De Rosa, però, sono è l’ambito dei medicamenti e quello ambulatoriale. Due voci di spesa su cui il Cantone può agire solo in maniera limitata: «Siamo intervenuti attraverso le moratorie, per esempio sugli Spitex, gli infermieri e i medici. Gli effetti però sono limitati». De Rosa fa un esempio: «È come se avessimo limitato il numero di automobili sulle strade, senza però poter intervenire sui chilometri percorsi». E i chilometri sono chiaramente le prestazioni chieste ed erogate. Di qui, l’appello al senso di responsabilità, ribadito anche a livello federale. «Il Cantone - nel limite di quanto concesso dalla legge federale - la sua parte l’ha fatta», ha concluso De Rosa: «Abbiamo limitato le nuove autorizzazioni in undici specialità nelle quali si ritiene che vi sia un eccesso di offerta; abbiamo introdotto la moratoria su Spitex e infermieri; abbiamo ridotto il valore del punto Tarmed per i medici privati; e - da ultimo - valorizzato il concetto di medico di famiglia con la creazione di un master, di un istituto e di un servizio per la popolazione».

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