Delusione tra le ONG per il risultato finale della Cop29
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Baku, in Azerbaigian (Cop29) si è conclusa con un «risultato deludente», secondo le organizzazioni ambientaliste e di cooperazione allo sviluppo, come WWF, Greenpeace Svizzera e Alliance Sud.
Alla Cop29 è passato l'accordo sull'aumento degli aiuti climatici ai Paesi in via di sviluppo. Dai 100 miliardi di dollari (89 miliardi di franchi al cambio attuale) all'anno di adesso, previsti dall'Accordo di Parigi, si arriverà gradualmente a 300 miliardi all'anno nel 2035: una somma «totalmente inadeguata» secondo Manuel Graf, responsabile politico del WWF Svizzera.
Per lui, «questo non è sorprendente. A Berna, ad esempio, non si è discusso prima della conferenza sul clima su come la Svizzera possa contribuire in modo equo a un nuovo obiettivo finanziario. Invece, le commissioni delle finanze (delle Camere federali) stanno preparando il budget per il 2025 al fine di rispettare il freno all'indebitamento», ha deplorato in una presa di posizione pubblicata la scorsa notte.
Il responsabile del WWF ritiene che «il finanziamento internazionale della Svizzera per il clima necessiti di una tassa separata, con destinazione specifica, riscossa se possibile secondo il principio di causalità».
Anche la questione dei combustibili fossili è rimasta irrisolta. «Non è stato quasi possibile fare progressi sul loro abbandono. La Svizzera si è impegnata per una chiara tabella di marcia, ma è stata frenata, in particolare dai Paesi produttori di petrolio e gas».
«La Svizzera non fa abbastanza»
Analoga l'analisi di Greenpeace Svizzera, che definisce il bilancio deludente, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle emissioni e l'abbandono delle energie fossili. Secondo l'organizzazione non governativa (ong), è assolutamente necessario che la Svizzera intensifichi i suoi sforzi sulla questione climatica.
«Contrariamente a quanto affermato da Albert Rösti a Baku, la Svizzera non sta facendo abbastanza per il clima», rileva Nathan Solothurnmann, esperto di clima per Greenpeace Svizzera. «Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per decarbonizzare il Paese e compiere una rapida transizione dai combustibili fossili».
«Perdita di credibilità»
Alliance Sud, centro di competenza svizzero per la cooperazione internazionale e la politica di sviluppo, parla di «amara delusione», in particolare per la mancanza di progressi nell'abbandono dei combustibili fossili. La situazione geopolitica iniziale era già difficile e la presidenza azera non è stata a suo avviso molto efficace nel costruire ponti tra le posizioni.
Ma l'atteggiamento restrittivo dei Paesi industrializzati in termini di finanziamenti ha pesato soprattutto sui Paesi più poveri e i piccoli Stati insulari, critica la ong. I Paesi ricchi come la Svizzera stanno perdendo ancora più influenza e credibilità nel Sud globale.
«Il Consiglio federale deve ora dimostrare in modo credibile come la Svizzera possa aumentare i finanziamenti per il clima a lungo termine», afferma Delia Berner, esperta di politica climatica internazionale presso Alliance Sud. Abbiamo bisogno di nuove fonti di finanziamento basate sul principio «chi inquina paga», in modo che la Svizzera possa dare il suo giusto contributo alla lotta e al contenimento della crisi climatica nel Sud globale, conclude.