Dentro il dilemma delle dogane

CHIASSO - Di questi tempi, spesso, quando si parla di confine si cita, nel dettaglio, l'operato delle guardie che vigilano alla frontiera: centinaia di uomini che, nell'arco di 24 ore, ogni giorno della settimana, operano per far funzionare quell'importante filtro il cui scopo è quello di tener lontano, nei limiti del possibile, la delinquenza dal territorio cantonale, applicare la legge doganale nel traffico viaggiatori e contrastare le entrate e i soggiorni illegali. Di fianco alle guardie, in altri uffici ed impianti, lavorano però anche i funzionari doganali del IV Circondario, diretto da Silvio Tognetti: un compito fondamentale il loro per l'economia, l'import-export ed il controllo di tutto quanto entra ed esce dai confini attraverso i valichi commerciali. Un settore, quello del IV Circondario delle Dogane, che ha vissuto importanti cambiamenti e che è atteso da nuove sfide. Quali? Lo abbiamo chiesto direttamente al responsabile, Silvio Tognetti, che ci ha pure illustrato il bilancio dei primi sei mesi di attività del suo ufficio.
«Il Ticino per la sua collocazione geografica sull'asse Nord-Sud e per la sua storia economica legata alla frontiera svolge un ruolo di ponte tra il Nord e il Sud Europa e ha per certi versi caratteristiche uniche. L'Italia rappresenta il terzo partner commerciale della Svizzera dopo la Germania e gli Stati Uniti, con un volume complessivo di scambi di oltre 31 miliardi di franchi. È il nostro secondo fornitore (9,1% delle importazioni) e costituisce – spiega Tognetti – il nostro terzo mercato di esportazione (6,6%). Il IV Circondario delle dogane si pone in questo contesto come porta d'accesso alla realtà economica del Sud Europa. In Ticino è presente una logistica integrata che offre servizi coordinati e altamente specializzati. Negli ultimi anni vi è stato lo sviluppo di alcune realtà industriali d'eccellenza (aziende innovative), chimica e farmaceutica, elettronica e elettromeccanica che ha attirato attività produttive e di servizi per base logistica/operativa rivolte ai mercati internazionali. Siamo consapevoli che la qualità dei servizi e le prestazioni forniti dalla dogana rientrano tra i fattori determinanti per la scelta degli operatori economici di insediare un'attività economica sul nostro territorio e per la loro competitività sui vari mercati».
Direttore, sono lunghi i tempi di attesa degli operatori alle dogane commerciali?
«Chiamata a gestire uno degli ultimi confini doganali rimasti in Europa occidentale e centrale in modo che sia avvertito il meno possibile dall'economia – all'importazione come all'esportazione – la dogana è sempre confrontata con un dilemma: come riuscire a garantire un passaggio del confine – possibilmente senza ostacoli – garantendo l'applicazione e l'esecuzione di 150 disposti legislativi? L'economia svizzera per la sua competitività necessita del libero scambio, celerità nelle forniture, processi di sdoganamento snelli. Ma, nello stesso tempo, anche di una sana concorrenza senza distorsioni del mercato da parte di chi elude controlli e imposte. Le persone chiedono sicurezza: non vogliono sostanze nocive nei prodotti, carne avariata, medicamenti contraffatti, armi illegali, droga e criminalità. Per assicurare tutto ciò operiamo con mezzi moderni e chiediamo ai nostri collaboratori alta competenza e una formazione continua. La nostra attività è orientata alla flessibilità d'impiego e all'efficacia nei controlli. Le dichiarazioni delle merci possono essere effettuate elettronicamente 24 ore su 24. Una merce entrata a Basilea può essere dichiarata per lo sdoganamento a Chiasso e controllata a Mendrisio. I controlli delle merci sono svolti possibilmente al domicilio degli spedizionieri o degli importatori in modo mirato e orientato ai rischi per una maggiore efficienza con risparmio di tempo per gli operatori e sgravio dei valichi di confine. I controlli nella lotta al contrabbando e in materia di sicurezza sono predisposti già al confine con l'ampio uso degli scanner».
Quali i cambiamenti negli ultimi anni a livello di strutture ed organizzazione del lavoro?
«La definizione attuale delle strutture e dell'organizzazione del nostro circondario è il risultato di una ristrutturazione eseguita in due tappe, condotte sull'arco di tre anni e terminate nel 2014. Tiene conto delle necessità dello Stato (mandato di prestazioni), dell'economia, dell'evoluzione del traffico di merci e anche di possibili nuovi insediamenti di operatori economici sia nel Sopraceneri come in Mesolcina. L'organizzazione è stata orientata alla flessibilità d'impiego e all'economicità concentrando le forze dove necessario. Da 5 ispettorati doganali siamo passati ai 3 attuali; l'ispettorato di Madonna di Ponte è stato integrato nella nuova struttura dell'Ispettorato di Vedeggio, posizionato nel cuore della logistica del Pian Scairolo e l'ispettorato di Stabio confine integrato con Chiasso ferrovia nel nuovo Ispettorato Mendrisiotto massimizzando in questo modo le sinergie esistenti. Coinvolgendo tutti gli interessati a livello nazionale e internazionale (Italia e UE), abbiamo canalizzato il passaggio delle merci verso i valichi principali che possiedono strutture e risorse adeguate per i controlli. Quale effetto, presso i valichi di Dirinella e Brusata è autorizzato il solo passaggio di inerti tramite procedura speciale senza la presenza del nostro personale. Per il valico di Gandria vengono sfruttate ottimamente le sinergie con le guardie di confine senza personale della dogana civile. Abbiamo in definitiva anticipato i tempi risparmiando e riducendo personale laddove con la futura evoluzione del traffico e i piani di risparmio della Confederazione non sarebbe più stato giustificato o, più semplicemente, possibile. In modo costante, analizziamo i processi lavorativi interni per renderli sempre più snelli, cerchiamo freneticamente nuove sinergie e deleghiamo le competenze al più basso livello possibile, il tutto nell'ottica di assolvere il nostro mandato».