Il progetto

Depurazione delle acque locarnesi orientata verso il futuro

Il Consorzio del Verbano prevede lavori di ammodernamento tecnico da 3 milioni di franchi per l’impianto sul Piano di Magadino – Carlo Carafa: «Un rinnovamento fondamentale per una realtà attiva capillarmente sul territorio»
© Rendering dello stabile amministrativo Foce Ticino. © Studio di Architettura Bardelli e Associati
Irene Solari
14.01.2024 21:30

La depurazione delle acque locarnesi fa un passo avanti. Dopo aver depositato in questi giorni la domanda di costruzione, il Consorzio depurazione acque del Verbano (CDV) sta avanzando nelle procedure di aggiornamento tecnico dello stabile amministrativo del proprio impianto Foce Ticino sul Piano di Magadino. Questo edificio, infatti, deve essere adeguato per far fronte a due sfide: da un lato l’incremento del numero di collaboratori e dall’altro l’evoluzione delle attività operative che svolge il Consorzio di depurazione. Il tutto assicurando sempre un equilibrio tra la sostenibilità finanziaria e quella ambientale, come spiegato in un comunicato diffuso in questi giorni.

Adeguamenti necessari

I lavori di rinnovamento sono giudicati «fondamentali» da Carlo Carafa, presidente della delegazione consortile. Soprattutto per un ente come quello della depurazione acque: «Per realtà come la nostra, attive capillarmente sul territorio, che svolgono un lavoro costante con un impatto concreto sulla quotidianità di ogni abitante, famiglia, turista o esercizio pubblico, è fondamentale aggiornarsi e dotarsi di strutture adeguate, così da svolgere in modo efficiente ed efficace il compito delegato dai Comuni consorziati. Garantendo un servizio di qualità e buone condizioni di lavoro per i nostri dipendenti». Dipendenti che, dicevamo, hanno visto crescere il loro numero. Un fattore che, unito a una maggiore dislocazione di collaboratori attivi nella sede, ha reso indispensabile un adeguamento anche in termini pratici: «Gli spazi destinati ai lavori tecnici e amministrativi presso l’impianto Foce Ticino appaiono oggi inadeguati, in particolare quelli inseriti nello stabile esistente risultano insufficienti per quantità e qualità rispetto alle oggettive necessità amministrative, operative e logistiche attuali».

Investimenti e procedure

Per rispondere a questa evoluzione, già nel corso del 2022 la delegazione ha avviato una fase di progettazione preliminare. Puntando all’aggiornamento strutturale e funzionale dello stabile amministrativo dell’impianto di depurazione Foce Ticino. Il Consiglio consortile ha successivamente approvato il credito per la progettazione definitiva, stanziando 190.000 franchi, sulla cui scorta sono stati allestiti i piani di progetto definitivi e la domanda di costruzione, depositata in questi giorni presso l’Ufficio tecnico di Locarno. L’intervento prospettato prevede un investimento di circa 3 milioni di franchi. Parallelamente la delegazione consortile sta anche seguendo l’allestimento del preventivo dei costi dell’opera. Un presupposto indispensabile, che consentirà in seguito di formulare il messaggio di credito d’opera all’indirizzo del Legislativo consortile e di postulare il preavviso presso i Municipi di tutti i Comuni consorziati coinvolti.

Il Consorzio depurazione acque del Verbano è un ente nato nel 2010 che riunisce ben 22 Comuni del Locarnese e del Bellinzonese, in quello che è il più vasto consorzio di depurazione di tutta la Svizzera. Con i suoi 120 chilometri di rete di canalizzazioni, si inserisce nel ciclo raccogliendo le acque di scarico e restituendo ai bacini imbriferi l’acqua depurata da Brissago a Cadenazzo, dalla Vallemaggia al Gambarogno. Per un totale di circa 110.000 abitanti equivalenti. Un lavoro che viene suddiviso nei due impianti di depurazione delle acque (IDA). Il primo è l’IDA Foce Maggia situato a Locarno, in zona Saleggi, mentre il secondo è l’IDA Foce Ticino, situato sul Piano di Magadino. Entrambi gli impianti, realizzati nei primi anni ‘80, sono in esercizio dal 1984 e hanno vissuto un’evoluzione nei compiti e nelle infrastrutture, necessitando periodicamente investimenti da parte dell’ente pubblico. Se da un lato l’impianto Foce Maggia è il più grande per quanto concerne il trattamento delle acque e rappresenta la sede del Consorzio con tutti gli spazi amministrativi, quello Foce Ticino è il fulcro operativo del Consorzio, dove è stato concentrato il processo di disidratazione dei fanghi dei due impianti e dove sono presenti la stazione di ricezione dei substrati e l’impianto di cogenerazione che, grazie alle quattro microturbine, riesce a coprire la metà del fabbisogno elettrico e a garantire l’energia calorica necessaria al mantenimento delle temperature dei due digestori.
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