La decisione

Destinazione Malpensa-Silvio Berlusconi

Un aeroporto intitolato all'ex presidente del Consiglio, del Milan e di tante altre cose? Sembrava uno scherzo, ma non lo è
Stefano Olivari
12.07.2024 17:15

La Malpensa intitolata a Silvio Berlusconi sembrava uno scherzo, ma non lo era. Dall’11 luglio 2024 l’aeroporto dei lombardi e dei ticinesi porta effettivamente il nome dell’ex presidente del Consiglio, del Milan e di tante altre cose, come comunicato dal ministero delle Infrastrutture e cioè in pratica da Matteo Salvini. Sui nostri biglietti aerei rimarrà lo MXP di Malpensa come codice IATA, nessun BER (anche perché è già di Berlino), ma di sicuro saranno in tanti a chiamare Berlusconi la Malpensa, diversamente da quanto accade per altri aeroporti di cui nessuno conosce il nome ufficiale.

Santi

Perché ‘Aeroporto Internazionale Milano Malpensa – Silvio Berlusconi’, questa la nuova denominazione, sembrava uno scherzo anche quando Salvini dava l’ordinanza dell’ENAC, cioè dell’ente presiede all’aviazione civile, per sicura? Per diversi motivi, con uno che supera tutti gli altri: in Italia non si intitolano aeroporti o stazioni a politici. L’unica eccezione, fra gli aeroporti importanti, è quello di Torino intitolato a Sandro Pertini, ma il presidente della Repubblica dal 1978 al 1985 nell’immaginario collettivo è quello in tribuna al Bernabeu per la finale del Mondiale 1982, non il politico socialista e meno che mai il partigiano. Per il resto scienziati (Forlanini-Milano Linate, Marconi-Bologna, Galileo-Pisa), navigatori ed esploratori (Colombo-Genova, Vespucci-Firenze, Marco Polo-Venezia), geni (Leonardo-Roma Fiumicino, Caravaggio-Bergamo, Bellini-Catania, Fellini-Rimini), magistrati eroi (il Falcone-Borsellino di Palermo), tanti santi (nel conteggio anche Bari, intitolato a Papa Wojtyla), tanti più o meno oscuri eroi dell’aviazione e tante banali citazioni della località. Un paese di santi e navigatori, quindi, come vuole il luogo comune. Che per i suoi era sempre stato alla larga da nomi divisivi, come per loro natura sono quelli dei politici. Cosa è cambiato, quindi, per Berlusconi?

Padre

La cosa curiosa, che ha coinvolto anche molti dei suoi antipatizzanti, è che a soltanto un anno dalla sua morte (12 giugno 2023) Berlusconi da anziano pregiudicato dedito a orge e ad usare la politica per difendere Mediaset, stiamo estremizzando ma in certi momenti sembrava che Berlusconi fosse solo questo, è diventato una specie di padre della patria. Per la sinistra è l’emblema di una destra per così dire ‘buona’, che ovviamente è sempre quella del passato o che comunque non c’è. Per la destra è un serbatoio di voti (i fatti, cioè le elezioni Europee, hanno dimostrato che anche da morto vale il 10%) ed un’icona culturale a cui molti cercano di associare la propria immagine, senza contare il fatto che le reti televisive sono dei suoi figli: essere accesi o spenti è questione di un attimo, basta una battuta sgradita a Marina o a Pier Silvio Berlusconi. Per questo la proposta di Salvini è piaciuta a destra e non è che abbia generato sollevazioni popolari a sinistra, con qualche significativa eccezione come il sindaco di Milano Beppe Sala, visto anche che la SEA (cioè il Comune) è la società che gestisce Malpensa. Ma una battaglia contro Malpensa-Berlusconi, con Berlusconi morto, non è che possa portare milioni di voti, anzi. Senza contare il fatto che con questo precedente qualsiasi futura maggioranza potrà riscrivere i nomi non soltanto degli aeroporti, con altri politici di parte: la prospettiva accende la fantasia di molti e i primi ad essere in pericolo sono i santi. Non è in ogni caso un tema che faccia scendere la gente in piazza, tanto le denominazioni (MXP nel caso di Malpensa) sono cosa diversa dalle intestazioni.

Air Berlusconi

Più facile dare il nome di Berlusconi ad un aeroporto che ad una piazza, visto che la legge prevede che debbano passare dieci anni dalla morte. Ma quale era il rapporto di Berlusconi con il volo? Molto stretto, visto che alla sua morte possedeva ben quattro aerei da considerarsi personali, anche se formalmente erano di una società controllata dalla Fininvest: un Hawker 4000, un Gulfstream V I-Deas, un Hawker 750 e un Hawker 800. Più un elicottero AW-139, pagato a suo tempo 7,5 milioni di euro. Per Berlusconi l’aereo non era solo un status symbol da anni Ottanta, da copertina di Capital, ma un necessità visto che agli albori della televisione commerciale andava personalmente in tutta Italia a convincere anche il più piccolo industriale ad investire sugli spot di Canale 5. L’aereo più amato il Gulfstream V: Berlusconi comprò il primo della serie nel 1986, per 20 miliardi di lire. Ma ha avuto anche altre passioni, come l’Airbus nel periodo in cui vagheggiava di avere un Air Force One personale.

Linate

Di sicuro Berlusconi ha sempre amato di più gli aerei delle barche, così come è sicuro che lui Malpensa l’abbia frequentata poco, visto che a Milano gli aerei privati partono da Linate, mentre ovviamente con l’elicottero si muoveva da una delle sue ville, spesso per raggiungere proprio Linate, nella zona Est di Milano, da dove partivano i suoi aerei. Fra l’altro a Linate è legato uno degli episodi più famosi della sua vita da costruttore, quando nel 1973 con la fattiva collaborazione di politici locali democristiani fece deviare le rotte degli aerei in partenza e in arrivo in modo da non disturbare il sonno dei residenti della sua Milano 2, e soprattutto di non far deprezzare le case. Infatti subito dopo la sua morte l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, aveva proposto di intitolargli proprio Linate, quello che i milanesi sentono come il loro vero aeroporto.

Icone

Tutto si può dire dell’operazione Malpensa-Berlusconi, tranne che il nome lasci indifferente chi arriva dall’estero visto che Berlusconi era e rimane uno degli italiani più conosciuti nel mondo. Fatte le debite proporzioni, è come arrivare al JFK di New York, al Charles De Gaulle di Parigi, al John Lennon di Liverpool, al George Best di Belfast, al Ronald Reagan di Washington, al Madre Teresa di Tirana, al Mozart di Salisburgo, fino al punto, davvero di non ritorno, dei viventi, con l’aeroporto Bill e Hillary Clinton in Arkansas ed il Cristiano Ronaldo di Madeira. Tutti a loro modo icone pop. Come Berlusconi, sopravvissuto alla sua stessa morte non con le aziende ma per tutto ciò che rappresenta dal punto di vista culturale: non gli sarebbe dispiaciuto essere associato alla Malpensa, emblema dell’operosità lombarda che era una delle sue tante maschere. Forse la più vera.