Dati

Diecimila statistiche nel nome di Stefano Franscini

L’UST ha celebrato a Bellinzona, alla presenza di Baume-Schneider e Vitta, la sua pubblicazione numero 10.000 - Si è parlato soprattutto di democrazia
© CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Galli
02.10.2024 21:30

Stefano Franscini. Oggi si è parlato tanto di lui, del nostro ticinese illustre, considerato il padre della statistica pubblica in Svizzera. Fu lui, allora consigliere federale, a volere - ma non a vedere, visto che morì tre anni prima della effettiva creazione - un ufficio giunto nel 2024 alla sua 10.000. pubblicazione. Sì, l’UST, l’Ufficio federale di statistica, dal 1860 a oggi ha prodotto ben diecimila pubblicazioni. Per celebrare l’occasione, a Bellinzona, c’era anche Elisabeth Baume-Schneider. La consigliera federale ha sottolineato «l’enorme importanza della statistica pubblica». Lei che è a capo del dipartimento federale - l’Interno - che fu di Franscini. Con lei, erano presenti anche Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato, Georges-Simon Ulrich, direttore dell’UST, Thomas Schulz, pure dell’UST, e Pau Origoni, capo dell’Ufficio di statistica del Cantone.

In termini oggettivi

Si è parlato di statistica, quindi, di Franscini, certo, di digitalizzazione e persino di intelligenza artificiale, ma anche, se non soprattutto, di democrazia. Lo stesso Vitta ha fatto notare come la statistica pubblica permetta di descrivere la realtà in termini oggettivi. E come questa opportunità sia fondamentale, in una democrazia, per il bene della popolazione. Specie - e citiamo il consigliere di Stato - in un’epoca in cui «l’informazione è sempre più fluida». Attraverso la statistica, «si offre ai cittadini un’informazione accessibile e affidabile». In questo senso, «centrale» è il processo di digitalizzazione delle pubblicazioni. Il ragionamento è il seguente: pubblicare dati verificati, da una fonte «autorevole», alimenta «un circolo vizioso il quale, a sua volta, rafforza il processo democratico». Ora, attraverso l’intelligenza artificiale, si potranno percorrere nuove strade e trovare ulteriori modi per - tornando a citare Baume-Schneider - «far conoscere lo stato (ma anche lo Stato, ndr) della Confederazione». Interessante il riferimento della «ministra» a Franscini, qui richiamato, e attualizzato, rispetto alle resistenze e alle contestazioni che, all’epoca, trovò sulla sua strada nel voler implementare la statistica pubblica per il bene del Paese. In nome della trasparenza, ma non solo. Ha ricordato, Baume-Schneider, che «una democrazia si fonda su basi scientifiche». Ed è per questo che necessita di mezzi adeguati per garantire statistiche aggiornate e affidabili. Sul taccuino abbiamo annotato, in maiuscolo, il seguente concetto, espresso dalla consigliera federale, tra altri: «PER UNA POLITICA BASATA SUI FATTI». Poi, ha aggiunto - mostrando una certa empatia -, le sfumature sono garantite dal vissuto. Della serie: le cifre, da sole, non bastano.

La sfida dell’IA

Oggi si parla - citiamo sempre Baume-Schneider - di «fake news», di «distorsioni», di «rumore». E in questo senso oggi sembra facile, per noi, giustificare le statistiche, la loro importanza. Non lo fu, come detto, per Franscini. Pau Origoni, nel suo intervento, è partito proprio da qui, e da una citazione dello stesso Franscini, dal suo «Statistica della Svizzera», pubblicato nel 1927, quindi tredici anni prima della nascita dell’UST. Eccola: «L’amore per il luogo natio è bellissimo, ma quello della verità va innanzi a ogni cosa». Un concetto che illustra, meglio di tante parole, ma anche del pur godibile “corto” creato ad hoc, la modernità della sua impronta. Più di ogni altra cosa, Franscini era spinto - ha ricordato Origoni - dalla volontà di «modernizzazione del Paese». Poi sono passate altre figure importanti - una era presente in sala, ovvero Carlo Malaguerra, per 14 anni direttore dell’UST -, è stata introdotta (nel 1992) una legge sulla statistica federale, sono stati raggiunti di volta in volta nuovi traguardi. Ma oggi c’è anche modo di guardare avanti. «E la sfida è legata alla digitalizzazione». Origoni ha parlato di sfida in termini positivi, come di un’opportunità. Il tutto per «fornire un’immagine il più rappresentativa possibile della Svizzera». E per migliorare l’offerta alla popolazione, per far sì che la popolazione sia «attiva e consapevole». Un’offerta che oggi è «più interattiva, personalizzabile e diversificata». Anche così l’istituzione vuole raccontare il Paese. Nel segno della democrazia, certo, ma anche di Stefano Franscini.

Le date

• 1860: fondazione dell'Ufficio federale

• 1862: pubblicazione numero 1, il Censimento federale del 10 dicembre 1860

• 1870: legge federale del 23 luglio concernente l'assunzione di dati statistici ufficiali in Svizzera

• 1894: pubblicazione numero 100, l'Annuario statistico della Svizzera

• 1966: pubblicazione numero 1.000, Test di ginnastica durante il reclutamento

• 1979: l'ufficio viene rinominato Ufficio federale di statistica

• 1992: legge del 9 ottobre sulla statistica federale

• 1992: nasce il sito web dell'UST

• 1998: l'UST si trasferisce da Berna a Neuchâtel

• 2007: entrata in vigore dell'accordo bilaterale con l'UE sulla cooperazione nel settore statistico

• 2021: gestione dei dati e scienza dei dati nuove aree di attività dell'UST

• 2024: pubblicazione numero 10.000, Ambiente, statistica tascabile

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