Dilemma al Campo Marzio: meglio i soldi o i palazzi?
È giunto a uno snodo cruciale il progetto del polo congressuale al Campo Marzio. Mercoledì prossimo una delegazione del Municipio di Lugano incontrerà la Commissione della pianificazione, chiamata ad esprimersi sulla realizzazione di un masterplan per questa grande opera. In parole povere: un piano di massima che illustri cosa si può realizzare, come e più o meno a che prezzo. Sarà anche di massima, ma già a questo stadio sono emerse delle criticità, dei nodi politici da sciogliere.
Riguardano in particolare la quantità di spazi residenziali che la Città vorrà lasciar costruire ai partner privati incaricati di realizzare gli altri contenuti del polo. Più questi ultimi potranno ricavare investendo nel mattone, meno soldi chiederanno a Palazzo civico per il resto del progetto. Ci sono ovviamente dei paletti, come il fatto che due terzi delle abitazioni dovranno essere primarie e che un terzo della superficie totale del progetto dovrà essere riservata al verde (previsti alberi ad alto fusto).
Sono equilibri diversi da quelli emersi durante il concorso aperto dalla Città e conclusosi senza un vincitore. I volumi residenziali prospettati a suo tempo erano ben maggiori (infatti la relativa variante di Piano regolatore era stata crivellata di ricorsi) soprattutto perché Lugano puntava a spendere zero. Nessun costo a carico della collettività. Finanziariamente affascinante, urbanisticamente problematico, politicamente irrealistico. Infatti il Municipio ha ricalibrato. Basterà per ottenere il consenso? Difficile dirlo. Il semplice fatto di concedere superfici ai privati per scopi residenziali non va giù a una parte del Consiglio comunale. Quanto ampia sarà, lo vedremo presto. Fuori dalle mura di Palazzo civico ha già alzato le antenne anche il Movimento per il socialismo, fervente oppositore del patto fra Città e privati che porterà alla realizzazione del Polo sportivo. Anche in quel dibattito, fra l’altro, erano state contestate le concessioni residenziali fatte agli investitori. Un film già visto, insomma. Stavolta però l’Esecutivo segue una strategia diversa. Per evitare di giocarsi il tutto per tutto, all’ultimo, proprio sulla partnership con i privati, sindaco e colleghi hanno deciso di giocare d’anticipo e coinvolgere subito il Consiglio comunale, anche per condividere la responsabilità di determinate scelte.
Il voto sulla preparazione del Masterplan (che richiede un credito di 305 mila franchi e che sarebbe affidata agli specialisti Salewski Nater Kretz di Zurigo, Stefan Rotzler di Gockhausen e alla squadra della TEAMverkehr di Zugo) non sarà ovviamente l’unico sul tema. Seguiranno, in un secondo momento, quelli sulla nuova variante di Piano regolatore e sulla convenzione con i privati (a proposito: i due gruppi arrivati in finale al concorso si sono uniti nel consorzio Halter-Implenia Svizzera). Con la prima discussione pubblica, comunque, il Legislativo potrà dare delle indicazioni non da poco su come portare avanti il progetto. Il Municipio vuole che le dia.
«Basta cerotti»
«Dobbiamo capire se i consiglieri comunali sono d’accordo sugli spazi residenziali e in che misura – spiega il municipale a capo della Divisione eventi e congressi Roberto Badaracco – oppure se vogliono che la Città non li preveda e si assuma tutto il carico finanziario dell’opera. E sarebbe un carico pesante». Un carico che, a mente del vicesindaco, potrebbe portare al rinvio del progetto «perdendo ancora molti anni e prolungando l’assenza di una struttura all’avanguardia».
«Chi dice che per questo settore basterebbe il Palacongressi – conclude Badaracco – non ha capito niente. Parliamo di una struttura vecchia e inadatta. Prossimamente avremo il congresso sui linfomi e dovremo occupare un terzo del parco Ciani con strutture mobili e tendoni vari. Se si punta allo sviluppo, servono strutture adeguate e non cerotti».