Il caso

Distrutto dai russi, l'Antonov An-225 Mriya tornerà a volare?

In Ucraina è stato annunciato l'avvio dei lavori di progettazione per la ricreazione dell'aereo cargo più grande al mondo — Detentore di tanti record, era un velivolo apprezzato dalla popolazione ucraina e da tutti i fan dell'aeronautica
© Shutterstock
Giacomo Butti
09.11.2022 20:00

L'Antonov An-225 potrebbe davvero tornare a volare. Il più grande aereo al mondo, costruito negli anni '80 dall'omonima ditta ucraina, all'epoca sovietica, era stato distrutto a inizio guerra dalle truppe russe. Lungo 84 metri e con un'apertura alare di 88, il colosso noto anche come «Mriya» («Sogno») era unico nel suo genere, l'orgoglio dell'aeronautica ucraina, un simbolo nazionale. Per questo, vederlo a pezzi era stato un duro colpo per il morale di Kiev. 

Dei piani per ricostruire quanto andato distrutto ne avevamo già parlato mesi fa. I dipendenti, in particolare, in coro avevano affermato: «Insieme restaureremo il potere della compagnia contro i piani dell'invasore». Lunedì, per contro, la Antonov Co., azienda di proprietà statale, ha annunciato su Facebook l'avvio dei lavori di progettazione di un secondo aereo cargo Antonov An-225. Si fa sul serio, insomma, anche se è improbabile che la ricostruzione avvenga in tempi brevi.

Un trasporto speciale

Concepito negli anni '80 per il Programma spaziale sovietico, l'Antonov An-225 era progettato per trasportare componenti dai siti di costruzione al Cosmodromo di Bajkonour (base di lancio che, con la caduta dell'URSS, si trova ora in Kazakistan). Le sue incredibili dimensioni erano per l'appunto dettate dalla necessità di muovere rapidamente e con efficienza grandi carichi. L'aereo sin lì impiegato, l'ex bombardiere VM-T Atlant, mal si prestava a simili operazioni.

Dopo il primo volo dimostrativo del 21 dicembre 1988, l'An-225 vide però poca azione: nel 1990, a causa della cancellazione del Programma spaziale sovietico, fu costretto a terra e venne rispolverato solo verso la fine del decennio, quando la richiesta di trasporti di pesanti carichi (spesso di natura militare) si fece più pressante.

L'Antonov An-225 Mriya nel 2016. © Shutterstock
L'Antonov An-225 Mriya nel 2016. © Shutterstock

Di lì, il successo dell'aereo Antonov fu travolgente. Con una capacità in stiva di circa 250 tonnellate (200 esterne), l'An-225 era in grado di effettuare trasporti impensabili per qualsiasi altro velivolo. 

Amato dai fan dell'aeronautica (che spesso si affollavano agli aeroporti per vederne arrivi e partenze programmate), il Mriya è detentore di una serie di record. Come quello per il trasporto del singolo oggetto più pesante (un generatore da 189,98 tonnellate per una centrale a gas armena) o del massimo carico totale (quattro carri armati, per un totale di 253 tonnellate, trasportati fino a un'altitudine di 10.750 metri).

La distruzione

Nel 2022, però, è arrivata l'improvvisa fine per il tanto apprezzato aereo. Partito per trasportare un carico da 90 tonnellate di test anti-COVID da Tientsin (Cina) a Billund (Danimarca), l'An-225 ha terminato con successo l'operazione il 5 febbraio, tornando poi alla sua base all'aeroporto Antonov di Hostomel' (a nord-ovest di Kiev). Preparato per l'evacuazione a causa delle minacce del Cremlino, il Mriya non è mai riuscito a lasciare il suo hangar: l'improvviso arrivo della guerra e la fulminea avanzata delle truppe russe verso la capitale ucraina ha impedito all'aereo di riprendere il volo. Tanto che il 27 febbraio, a soli tre giorni dall'inizio del conflitto, su Twitter venne pubblicata una prima, triste, foto: quella di un oggetto in fiamme poi identificato proprio come l'An-225. 

La notizia della distruzione del celebre velivolo venne poi confermata anche dal Ministro degli Esteri Dmytro Kuleba che, quasi a sottolineare quanto l'aereo avesse un'importanza capitale per il popolo ucraino, su Twitter aveva scritto: «Questo era l'aereo più grande al mondo, l'An-225 «Mriya» («Sogno» in ucraino). La Russia può aver distrutto il nostro «Mriya». Ma non potrà mai distruggere il nostro sogno di uno Stato europeo forte, libero e democratico. Prevarremo!».

I resti dell'An-225. © Kyivcity.gov.ua
I resti dell'An-225. © Kyivcity.gov.ua

Volerà ancora

Nell'hangar di Hostomel', tuttavia, giaceva già lo scheletro di un secondo An-225, una costruzione iniziata ma mai completata per mancanza di fondi. Uno scheletro, questo, uscito intatto dai combattimenti con le truppe russe. E che potrebbe essere il nuovo Mriya: già nel mese di maggio il presidente Volodymyr Zelensky aveva annunciato l'intenzione di completare il secondo An-225 e dedicarlo alla memoria dei piloti ucraini caduti durante la guerra. Con la cannibalizzazione di quanto rimane del modello distrutto (Antonov ha dichiarato che il 30% dei componenti può essere riutilizzato) e costi di «almeno» 500 milioni di euro, l'An-225 potrebbe tornare a volare.

Quando? Difficile fare previsioni. Inizialmente la società madre di Antonov, la statale Ukroboronprom, aveva dichiarato che il suo ripristino avrebbe richiesto più di cinque anni e un costo di oltre 3 miliardi di euro. Ora il prezzo di una simile operazione sembra essersi ridimensionato, ma rispettare la tabella di marcia potrebbe rivelarsi difficile, con l'economia ucraina in ginocchio e le limitazioni alla fornitura di energia elettrica dovuti agli attacchi alle infrastrutture energetiche.

Per il momento, insomma, a ucraini e appassionati di aeronautica non resta che attendere consolandosi con i francobolli dedicati al celebre Mriya.

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