Dodici anni fa l'attentato a Marrakech

«È stato molto emozionante, come sempre». È di poche parole Arnaldo Caccia, il papà di Cristina «Chichi», deceduta il 6 maggio di dodici anni fa all'ospedale di Zurigo. Anche quest'anno ha preso l'aereo ed è andato a Marrakech, lì dove la sua bambina ha perso la vita. Era il 28 aprile 2011 quando, nel Caffè Argana di piazza Jamaa el Fna, una bomba mandò tutto all'aria. Diciassette persone persero la vita, 25 rimasero ferite. In quel bar, seduti a un tavolino, c'erano anche quattro ragazzi ticinesi. Corrado «Mondo» Mondada, Cristina «Chichi» Caccia, Morena «Nena» Pedruzzi e André Da Silva Costa. Morena fu l’unica a sopravvivere, nonostante le ferite gravissime. Una ferita che si riapre ogni anno, per le famiglie delle vittime, gli amici, i conoscenti, e per il Ticino tutto.
Questa mattina, in piazza Jamaa el Fna, insieme ad Arnaldo Caccia c'erano, tra gli altri, il console e il rappresentante dell’Ambasciata Svizzera a Rabat e delle varie associazioni. Hanno depositato i fiori ai piedi della stele commemorativa posata un anno dopo l’attentato insieme a un ulivo, simbolo di pace. Sono state ricordate una a una tutte le 17 vittime dell'attentato.
Lo scorso anno Caccia è tornato in Marocco dopo due anni di stop. Dal 2011 al 2019 ha sempre partecipato alla cerimonia commemorativa, in rappresentanza delle famiglie ticinesi. La pandemia, poi, lo aveva costretto a casa, anche nel decimo anniversario del 2021.
Un anniversario che nessuno avrebbe mai voluto dover celebrare. Ma la memoria è importante, anche in questi casi. A novembre del 2021, dopo dieci anni di silenzio, Morena Pedruzzi si è raccontata in un libro: l'esplosione, il dramma, la rinascita. Il suo libro, una narrazione decisa interamente da lei. Perché quel 28 aprile 2011 ha diviso in due la sua vita. C’è un prima e un dopo, come due atti teatrali. «Il secondo sta ancora andando in scena, qui e ora». «Mi sono ritrovata a metà tra due mondi – ha detto ricordando i suoi amici –. Ero parte del ‘‘quartetto’’ e improvvisamente sola tra quelli ‘‘rimasti’’. Ero insieme a loro, ma io adesso sono ancora qua». La ragazza ha affidato ai social un messaggio lo scorso novembre, a un anno dall'uscita del suo libro Risollevarsi. La mia vita dopo un attentato terroristico (iet edizioni): «In questo anno ho imparato tante cose, ho incontrato persone meravigliose, mi sono emozionata e commossa, ho saldato indelebilmente alcune amicizie e ho anche tagliato qualche ramo secco. Sono fiera di me, di ciò che sono e di ciò che ho fatto. Sono grata alla vita, alla mia famiglia e alle tante persone speciali che ho avuto l'occasione di incontrare sulla mia strada: senza di voi non sarei quello che sono oggi».