Dolly, la pecora nata già vecchia

Sono passati vent’anni dal primo esperimento riuscito di clonazione ottenuta da una cellula adulta
Dolly ritratta assieme a Ian Wilmut, il ricercatore del Roslin Institute di Edimburgo a capo del progetto che ha portato alla sua nascita dell’ovino
Red. Online
05.07.2016 02:05

Sosteneva Mark Twain che «creare l'uomo fu un'idea bizzarra e originale, ma aggiungervi la pecora fu una tautologia». Chissà cosa avrebbe detto il grande umorista americano di fronte alle odierne celebrazioni per il ventennale della nascita di un ovino. Forse si sarebbe sbellicato dalle risa, a meno che non avesse conosciuto per intero la storia di questo quadrupede. Perché Dolly – è di lei che stiamo parlando – non è stata una pecora qualsiasi.

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L'esemplare ovino nato esattamente vent'anni fa, il 5 luglio 1996, al Roslin Institute di Edimburgo, in Scozia, ha infatti visto la luce non dopo un normale procedimento riproduttivo, bensì attraverso la clonazione. Non si trattò, a dire il vero, di una primizia visto che molti animali tra i quali rane, topi e mucche – per non parlare delle piante che da millenni vengono replicate attraverso le talee – erano stati clonati prima della pecora Dolly. Ciò che rese speciale l'evento fu che, per la prima volta, un mammifero era stato clonato partendo da una cellula adulta invece che da un embrione. Nella fattispecie ad essere utilizzata fu una cellula mammaria di una pecora di sei anni della razza Finn Dorset (da qui l'ispirazione per il nome dato alla creatura, lo stesso della cantante country americana Dolly Parton, nota oltre che per il suo talento artistico per le sue forme generose) dalla quale, dopo un procedimento decisamente complesso, nacque poi Dolly. Una nascita che non fu annunciata subito: il team di scienziati che effettuò l'esperimento la rese nota solo l'anno successivo, il 22 febbraio 1997, quando ormai era chiaro che l'esperimento Dolly era perfettamente riuscito.

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