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Il presidente degli Stati Uniti, in un post sulla sua piattaforma Truth Social, ha scritto: «Ho autorizzato una PAUSA di 90 giorni e una tariffa reciproca notevolmente ridotta durante questo periodo, pari al 10%, anch'essa con effetto immediato» – Le tariffe nei confronti di Pechino, invece, salgono al 125% – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:26
23:26
Xi Jinping è «un uomo intelligente, faremo un buon accordo»
Xi Jinping è «un uomo intelligente, faremo un buon accordo». Lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca aggiungendo che il leader cinese «ama il suo Paese». «Xi sa benissimo cosa deve fare, ci faremo una telefonata e sarà tutto risolto», ha aggiunto.
22:56
22:56
La Casa Bianca ribadisce: per l'UE solo dazi base del 10%
Nell'ambito dello stop ai dazi di 90 giorni annunciato da Donald Trump all'Unione Europea sarà applicata solo la tariffa di base del 10%, entrata in vigore il 5 aprile, nonostante le misure di ritorsione preparate da Bruxelles. Lo ha detto un funzionario della Casa Bianca alla BBC.
22:49
22:49
«Trump premierà i Paesi che non fanno ritorsioni»
La Casa Bianca afferma che Donald Trump «premierà» la mancanza di «ritorsioni» ai dazi. «Non fate ritorsioni e sarete ricompensati», ha scritto l'amministrazione su X.
22:39
22:39
Trump e le Borse: il presidente già sapeva?
Donald Trump ha aperto la giornata osservando che era un buon momento per acquistare titoli azionari visti i cali delle ultime sedute. Tre ore e mezzo dopo lo stesso presidente ha innescato un rally storico sui listini americani, consentendo allo S&P 500 di chiudere la sua migliore seduta dal 2008 e al Nasdaq dal 2001. La Casa Bianca ha precisato che Trump ha deciso la pausa dei dazi, responsabile del balzo dei listini, poco prima del suo annuncio sul social Truth. Questo però non spazza via i dubbi di chi ritiene che il presidente sapesse fin dal primo mattino che avrebbe lanciato la svolta e messo le ali a Wall Street.
22:28
22:28
I dazi su acciaio, alluminio e automobili sempre in vigore
Le tariffe su acciaio, alluminio e automobili restano invariate, ha confermato un funzionario della Casa Bianca alla BBC. All'inizio di quest'anno, il presidente degli Stati Uniti ha ordinato tariffe del 25% su tutto l'acciaio e l'alluminio che entrano negli Stati Uniti, ponendo fine alle precedenti esenzioni per gli alleati, tra cui il Canada e l'UE.
22:25
22:25
Canada e Messico: i dazi restano al 25%
La BBC ha fatto un po' di chiarezza in merito all'annuncio di Donald Trump: le tariffe superiori al 10% sono in pausa per 90 giorni per tutti i Paesi a eccezione di Cina, Messico e Canada. L'aliquota tariffaria del 10% è la «base» entrata in vigore il 5 aprile. Ma, appunto, non vale per i Paesi citati. Della Cina già sappiamo: i dazi passano al 125%. Quanto a Canada e Messico, tutto ciò che rientra nell'Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA) è esente da dazi, mentre ciò che non è compreso sarà soggetto a tariffe del 25%.
22:09
22:09
Apple corre a Wall Street e chiude a +15,33%, Tesla +22,29%
Apple chiude in forte rialzo a Wall Street, dove i titoli salgono del 15,33%. Amazon avanza del 12,18% e Tesla del 22,69%.
21:57
21:57
Trump: «Faremo accordi equi con tutti i Paesi, anche con la Cina»
«Faremo accordi equi con tutti i Paesi» sui dazi, ha detto il presidente statunitense Donald Trump alla Casa Bianca. Trump è convinto che riuscirà a trovare un accordo sui dazi anche con l'Unione Europea – «Certo, è possibile anche con loro», ha affermato – e persino con Pechino.
Il presidente ribadisce di essere convinto che «la Cina voglia un accordo sui dazi. Lo vuole ma non sa da che parte iniziare. Sono persone orgogliose», ha detto Trump parlando dei cinesi. «Il presidente Xi Jinping è un uomo orgoglioso. Lo conosco molto bene, e non sanno bene come procedere. Ma troveranno una soluzione. Stanno cercando di capirci qualcosa, ma vogliono raggiungere un accordo».
«Se lo guardi adesso il mercato azionario è bellissimo», ha poi aggiunto Trump commentando la ripresa di Wall Street dopo il crollo dei giorni scorsi. «Ieri ho notato che le persone erano un po' perplesse ma andrà tutto bene».
21:20
21:20
USA: petrolio chiude in forte rialzo a New York, +4,65%
Il petrolio chiude in forte rialzo a New York, dove le quotazioni sono salite del 4,65% a 62,35 dollari (53,23 franchi al cambio attuale) al barile.
20:45
20:45
Dai treasuries il campanello d'allarme per Trump
Potrebbe essere stato il crollo dei titoli di Stato, più che quello della borsa, il campanello d'allarme che ha fatto cambiare idea a Trump spingendolo a sospendere i dazi reciproci per tre mesi. Il terremoto in Borsa degli ultimi giorni si era infatti allargato ai treasuries mandandoli in picchiata, con un balzo dei rendimenti che, se ha lasciato indenne il bund tedesco, trascina con sé i Btp italiani facendo così schizzare lo spread a 130.
Scott Bessent, il segretario al Tesoro Usa, assicura che è tutto regolare e che finalmente è l'ora di Main Street piuttosto che Wall Street. Ed esorta la Cina a non svalutare lo yuan, come invece Pechino sta facendo da giorni. Larry Summers, economista ed ex segretario del Tesoro, parla di una situazione «davvero insolita» con una fuga dei mercati dagli investimenti negli Usa in grado di innescare «spirali di ogni genere»: unica via d'uscita sarebbe «che il presidente faccia marcia indietro».
È quel che è accaduto ed è la misura di quanto alti fossero i rischi sul mercato dei treasuries. Fino a pochi giorni fa l'instabilità aveva premiato il rifugio sicuro dei bond Usa, oggi era fuga da tutti gli asset. Incluso il dollaro, con l'euro a un soffio da 1,11 dollari. Dopo l'asta deludente del tre anni di ieri, un esodo ha colpito i t-bond come non si vedeva dal 2020, facendo schizzare in poche sedute il rendimento fino al 5%: per Citigroup è il segnale che il debito Usa, al momento non è più un asset difensivo dove rifugiarsi. Qualcuno ipotizza problemi di bilancio di fronte alla crisi, qualcun altro la corsa di fondi a reperire liquidità. Gli analisti avvertono che il debito Usa nelle mani di Pechino è un'arma nucleare per la Cina.
La marcia indietro di Trump e l'asta andata bene oggi su 39 miliardi di titoli decennali mitigano la situazione, con i bond comunque che mantengo rendimento in rialzo a circa il 4,30%. Inevitabile, prima dell'ultima decisione di Trump, l'impatto sull'Europa, dove soffre il debito di Francia, Spagna e più degli altri dell'Italia, col Btp che arriva a sfiorare il 4% e lo spread a un massimo di 134: solo un mese fa era a 110. Una situazione che è sul tavolo dei banchieri centrali. Se la Fed rischia di avere le mani legate dalle pressioni dei dazi sui prezzi, la Bce pare sempre più decisa a tagliare i tassi nella riunione del 17 aprile. La presidente Christine Lagarde, peraltro, oggi ha ricevuto Zhou Yu, alta dirigente della Banca popolare di Cina in un incontro definito «regolare» ma che arriva fra il caos dei dazi: la Bank of England si spinge a dire che la stabilità finanziaria del Paese è «a rischio», un allarme rosso.
Per il Consiglio Bce è urgente fare il punto: il governatore spagnolo José Luis Escrivá dice che si stanno avverando «alcuni degli scenari negativi che avevamo identificato». Parole riferite ai dazi e all'economia, ma anche ai mercati e ai bond in particolare, dove la Bce in caso di emergenze avrebbe a disposizione il «Tpi», uno strumento di stabilizzazione lanciato nel 2022 ma mai impiegato. Sullo sfondo, per Francoforte, c'è la sfida geopolitica lanciata dall'abbraccio di Trump al mondo crypto, e alle stablecoin come potenziale strumento di sostegno al dollaro. In tandem con un ordine esecutivo che colpisce le monete digitali di banca centrale e l'euro digitale cui lavora la Bce. Dall'Eurosistema (Bce più banche centrali dell'area euro) trapela un'urgenza più alta che mai ad andare avanti: in gioco c'è la necessità di assicurare una 'sovranità monetaria' europea in un momento di tensioni geopolitiche altissime. Dotandosi di un sistema continentale alternativo a pagamenti elettronici che ad oggi transitano tutti per le piattaforme Usa come Visa, Mastercard, Paypal o cinesi come Alipay. E che quindi potrebbero diventare, un domani, oggetto di ritorsioni come i dazi. Un «divorzio» carico di incognite per il sistema monetario globale fra la Bce da una parte, col suo progetto di euro digitale, e dall'altra gli Usa che puntano su crypto e stablecoin, che secondo i banchieri centrali europei son ad alto rischio.
20:38
20:38
A New York la Borsa vola
Le Borse di New York hanno accolto la pausa sui dazi annunciata da Donald Trump con un balzo notevole: il Dow Jones è salito del 7,5%, il Nasdaq ha guadagnato il 10,9% mentre lo S&P 500 ha segnato un +8,7%. Apple, tra le società più bersagliate dalle vendite in quest’ultimo periodo, ha invece segnato un recupero del 13%.
20:25
20:25
Comitatologia, l'oscura procedura per la risposta dell'UE ai dazi USA
Un diplomatico la spiega senza sbavature: «Una delle decisioni politiche più importanti dei tempi moderni è stata presa dall'organo più oscuro dell'UE». Ironia dell'eurocrazia, vien da dire. Che nella comitatologia - questo il nome tecnico delle commissioni responsabili quando i voti cadono sotto le competenze della Commissione europea - trova il suo grado più sublime. Chi si siede su quelle poltrone è sconosciuto persino a Bruxelles.
«Non abbiamo idea di chi siano», confida un altro diplomatico di uno stato membro. «Le regole possono essere diverse tra i vari paesi ma di norma sono persone altamente specializzate sui dossier in questione inviate dalle capitali». Dunque funzionari, più che diplomatici. «Sì assolutamente», precisa una terza fonte. «Ecco perché la Commissione ama molto portare le decisioni in questa cornice: guida la danza più facilmente».
La regola infatti dice: «La comitatologia si applica quando al testo di una legge sono state conferite alla Commissione competenze di esecuzione; la stessa legge stabilisce inoltre che la Commissione deve essere assistita da un comitato nel definire le misure contenute nel relativo atto di esecuzione».
I comitati di comitatologia sono istituiti dal legislatore (Consiglio e parlamento europeo o solo Consiglio) e sono composti di un rappresentante di ogni paese dell'UE e presieduti da un funzionario della Commissione.
Nel caso del voto sui controdazi agli USA, la riunione ha avuto luogo presso la sede di Borschette (non il quartier generale del palazzo Berlaymont, sede della Commissione). In tal quadro, l'esecutivo europeo avanza la sua proposta, che passa a meno che la maggioranza qualificata degli stati membri non si opponga.
In quel caso può deferire la questione al comitato di appello. Che è sempre composto di rappresentanti dei 27, ma a un livello di rappresentanza «più elevato» e segue «le stesse regole di voto». Con una differenza: se la Commissione perde anche in appello, deve questa volta rispettare la decisione degli stati membri.
19:32
19:32
Una pausa sui dazi ma non per tutti: Cina al 125%
Donald Trump ha annunciato una pausa di 90 giorni sui dazi con effetto immediato. Il presidente degli Stati Uniti, in un post sulla sua piattaforma Truth Social, ha scritto: «Ho autorizzato una PAUSA di 90 giorni e una tariffa reciproca notevolmente ridotta durante questo periodo, pari al 10%, anch'essa con effetto immediato». Trump ha inoltre dichiarato che aumenterà i dazi sulla Cina al 125%, sempre con effetto immediato, citando la «mancanza di rispetto che la Cina ha mostrato nei confronti dei mercati mondiali».
«Al contrario della Cina, considerando il fatto che più di 75 Paesi hanno contattato i rappresentanti degli Stati Uniti – inclusi i Dipartimenti del commercio, del Tesoro e l'Ufficio del rappresentante per il Commercio – per negoziare una soluzione riguardo ai temi discussi relativi al commercio, alle barriere commerciali, alle tariffe, alla manipolazione valutaria e alle tariffe non monetarie, e che questi paesi, su mia forte raccomandazione, non hanno in alcun modo reagito contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una pausa di 90 giorni e una tariffa reciproca sostanzialmente ridotta, al 10%, anch'essa con effetto immediato».
19:16
19:16
Nuovo tonfo delle Borse europee: in fumo altri 446 miliardi
Le Borse europee, con l'ennesimo tonfo, mandano in fumo nuova capitalizzazione. Con l'indice Stoxx 600 che ha perso il 3,5% sono 446 i miliardi bruciati.
18:48
18:48
UE: dalle Harley alle sigarette, le prime vittime dei controdazi
La lista dei controdazi dell'UE è un attacco mirato all'America del presidente Donald Trump. Fuori bourbon, alcolici e formaggi, dentro i simboli delle roccaforti repubblicane. Dazi al 10% e 25% in tre fasi per pareggiare i conti con Washington e riscuotere nel complesso 20,9 miliardi di euro.
Il 15 aprile l'Europa rispolvera il vecchio elenco anti Trump con prime contromisure da 3,9 miliardi di euro (3,6 miliardi di franchi al cambio attuale): saranno colpite le iconiche motociclette Harley-Davidson (con cilindrata superiore a 500 centimetri cubici), le automobili, gli yacht di lusso, i jeans Levi's, le magliette di cotone. L'affondo spazierà dai mirtilli rossi al burro di arachidi, dal succo d'arancia al mais dolce, per arrivare a tabacco da masticare, sigari e sigarette. Sotto torchio anche l'universo del benessere e della salute (oli, lacche, dischetti struccanti, camici), ma anche lavastoviglie, lavatrici, stufe e ceramiche. E poi acciaio e alluminio. A pagare pegno nel settore tecnologico saranno joystick, pile e batterie.
Se i colloqui con la Casa Bianca dovessero naufragare, il 16 maggio scatterà la fase due per un valore di 13,5 miliardi di euro. Il cuore pulsante dell'America repubblicana finirà sotto tiro con il manzo e il pollame di Nebraska e Kansas e il legname di Georgia, Virginia e Alabama. Colpiti anche forni, congelatori, asciugatrici e tosaerba. Sulla lista nera dell'UE spiccano zucchero, miele, cioccolata, caramelle, gomma da masticare, uova, frutta, verdure e i fondamentali da dispensa: caffè, tè, spezie, cereali, farine, oli, pasta, pane e biscotti. Nel fuoco incrociato finiscono anche le salse sacre del fast food a stelle e strisce - ketchup, maionese e mostarda - insieme a bibite e bevande nergetiche. Non si salvano neppure il tacchino - pur fiore all'occhiello del democratico Minnesota - e il gelato dall'Arizona. Colpita poi la moda: giacche, tailleur, sneaker, nonché l'intimo femminile dall'Ohio e dal Kentucky, cravatte e papillon made in Florida. Toccherà anche a shampoo, trucchi, dentifrici, saponi, filo interdentale. Persino rubini, zaffiri e smeraldi.
Il primo dicembre, infine, l'ultimo round da altri 3,5 miliardi: saranno colpite la soia della Louisiana, feudo elettorale del presidente della Camera dei rappresentanti (speaker), il repubblicano Mike Johnson, e le mandorle.
18:00
18:00
La borsa svizzera chiude in forte ribasso, SMI -4,15%
Non si placano le turbolenze sui mercati finanziari: la borsa svizzera ha vissuto oggi un'altra giornata all'insegna delle vendite su vasta scala, con l'indice dei valori guida SMI che ha terminato a 10'887,73 punti, in flessione del 4,15% rispetto a ieri.
Archiviato il tentativo di ripresa di ieri - SMI +3%, dopo il -12% nelle precedenti tre sedute - il mercato è stato colpito in pieno oggi dalle mosse dei vari blocchi economici, ormai impegnati in una guerra commerciale. Il presidente americano Donald Trump ha imposto dazi del 104% alla Cina, che ha reagito con barriere dell'84%. Anche l'Unione europea ha annunciato tariffe del 25% su beni americani.
La Svizzera ha per contro scelto di non reagire ai balzelli entrati in vigore oggi negli Usa nei confronti di vari paesi, con un'aliquota che per la Confederazione è stata fissata al 31%. La presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter ha avuto anche un colloquio telefonico con Trump.
Secondo non pochi esperti sarà probabilmente difficile assistere a una vera ripresa dei mercati azionari finché non ci saranno segnali di successo nei negoziati sui dazi. "Sono in gioco gli sforzi di globalizzazione degli ultimi 30 anni", ha commentato un analista.
A preoccupare è soprattutto il braccio di ferro fra Washington e Pechino, che è foriero di importanti sviluppi geopolitici. "Senza voler sembrare drammatico, siamo sull'orlo di una collisione ad alta velocità tra le due maggiori superpotenze economiche e militari", ha ricordato un operatore.
Concretamente l'SMI presenta ormai una performance del 2025 negativa nella misura del 6%. Nello spazio di poco più di un mese (cioè dal massimo annuale del 3 marzo) il listino è arretrato del 18%.
Oggi il mercato elvetico ha perso ancora di più di altre piazze perché trascinato al ribasso dai suoi colossi farmaceutici Novartis (-6,41% a 82,96 franchi) e Roche (-5,84% a 235,40 franchi), sulla scia del timore che si appresti a venir meno il regime di esenzione dai dazi negli Usa per i medicinali. Non ha aiutato il listino nemmeno il terzo peso massimo difensivo, Nestlé (-2,37% a 83,25 franchi): solo l'ultra-difensiva azione Swisscom (invariata a 506,50 franchi) è riuscita ad evitare perdite.
Per il resto è andato in scena un copione già sperimentato nelle ultime sedute. La paura di una contrazione degli utili aziendali, conseguenza prevista di un rallentamento economico globale, ha messo sotto pressione i valori particolarmente sensibili ai cicli economici come ABB (-4,65% a 39,14 franchi), Geberit (-1,53% a 516,60 franchi), Holcim (-4,26% a 80,46 franchi), Kühne+Nagel (-4,76% a 168,25 franchi) e Sika (-3,28% a 182,85 franchi).
Ancora una volta in estrema difficoltà si è trovata UBS (-4,86% a 21,93 franchi), che è rimasta un passo dietro a Partners Group (-3,54% a 964,60 franchi). Nello stesso comparto finanziario assai poco ispirate sono apparse anche Swiss Life (-3,45% a 710,20 franchi), Swiss Re (-4,81% a 130,70 franchi) e Zurich (-3,34% a 538,20 franchi).
Nel mercato allargato va segnalata Adecco (-5,67% a 20,64 franchi), scesa in giornata anche sotto i 20 franchi, cioè ai minimi da 30 anni. Massicce vendite hanno interessato anche Sandoz (-7,83% a 30,48 franchi).
17:01
17:01
Von der Leyen alle imprese USA: «Investite in Europa»
«Ho detto alla Camera di commercio americana presso l'UE che l'Europa è aperta al commercio e agli investimenti. Negoziamo, non inaspriamo le tensioni, per mantenere fluide e forti le catene di approvvigionamento UE-USA». Lo scrive sulla rete sociale X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo aver incontrato i rappresentanti delle aziende statunitensi impegnate in Europa.
«Stiamo anche intensificando il nostro ruolo di potenza competitiva: semplificando le regole e approfondendo il nostro mercato unico. Investi qui, trai beneficio qui», aggiunge.
16:40
16:40
Dazi contro la Svizzera: Karin Keller-Sutter telefona a Trump
La presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter ha avuto una conversazione telefonica con Donald Trump «per trovare rapidamente soluzioni» sulla scia della guerra dei dazi lanciata dal tycoon. In una telefonata con il presidente «ho espresso la posizione svizzera sul commercio bilaterale e possibili risposte alle aspettative americane», ha scritto oggi la consigliera federale su X. «Proseguiremo le discussioni per trovare rapidamente soluzioni nell'interesse dei nostri due Paesi», ha aggiunto.
Come noto oggi sono entrati ufficialmente in vigore i dazi supplementari voluti dal presidente degli Stati Uniti annunciati la scorsa settimana. Le esportazioni elvetiche verso l'America dalle 6:01 di questa mattina sono soggette a balzelli doganali del 31%.
Di fronte ai «superdazi» statunitensi inflitti alla Confederazione, il Consiglio federale ha nominato oggi l'ambasciatore Gabriel Lüchinger quale inviato speciale per gli USA e istituito una struttura ad hoc diretta dal capo della diplomazia elvetica, Ignazio Cassis.
Questa organizzazione, incaricata di guidare le relazioni tra i due Paesi, è già in funzione - si legge in una nota governativa diramata oggi in occasione della seduta settimanale dell'Esecutivo - e sarà operativa fino al 31 dicembre.
16:31
16:31
Bessent: «Allinearsi con la Cina è come tagliarsi la gola»
Allinearsi con la Cina sul commercio è «come tagliarsi la gola», ha detto il segretario statunitense al tesoro, l'analogo del ministro delle finanze in altri ordinamenti, Scott Bessent, sottolineando che i paesi che non reagiranno ai nuovi dazi del presidente Donald Trump non dovranno affrontare tassi più elevati.
«Penso che quello che molti non capiscono è che i livelli stabiliti mercoledì scorso rappresentano un limite massimo se non si reagisce», ha spiegato.
Bessent ha messo in evidenza che sarebbe «suicida» per gli altri paesi avvicinarsi alla Cina in termini commerciali nel tentativo di compensare gli effetti dei dazi statunitensi. «Sarebbe un suicidio», ha detto. La Cina non fa altro che «produrre e produrre» e «inondare» i mercati globali abbassando i prezzi, ha osservato.
15:44
15:44
Wall Street, un'apertura contrastante: Dow Jones -0,71%, Nasdaq +0,54%
Wall Street apre in altalena: il Dow Jones perde lo 0,71% a 37'339,10 punti, il Nasdaq sale dello 0,54% a 15'356,45 punti, mentre lo S&P 500 cede lo 0,51% a 4957,28 punti.
15:29
15:29
Borsa: l'Europa perde oltre il 4%, Zurigo è la peggiore (-5%)
Peggiorano le borse europee in vista dell'apertura attesa in rosso di Wall Street, con gli investitori messi in fuga dall'escalation nella guerra commerciale tra USA e Cina.
L'indice paneuropeo Stoxx 600 cede il 4,5%, con le vendite che non risparmiano nessuno: Zurigo arretra del 4,8%, sulla scia del crollo di Novartis (-6,9%) e Roche (-5,9%), Francoforte cede il 4,3%, Parigi il 4,2%, Milano il 4,1% e Londra il 3,8%.
Le vendite sui farmaceutici, minacciati di nuovi dazi dal presidente americano affondano pure Copenaghen (-6,4%), dove è quotata Novo Nordisk (-7,6%).
15:22
15:22
Grigioni: opportunità e rischi dai dazi statunitensi per Repower
La guerra dei dazi lanciata da Donald Trump può avere sia rischi che opportunità per il settore energetico, ha detto oggi il CEO di Repower Roland Leuenberger. Nella conferenza stampa di bilancio, l'azienda grigionese ha anche gettato uno sguardo ai progetti futuri.
«I dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti avranno sicuramente un impatto su Repower», ha dichiarato Leuenberger, presentando due scenari. «Probabilmente porteranno a una diminuzione della domanda e ciò abbassa soprattutto i prezzi dell'elettricità.» Ma Leuenberger non nasconde anche le opportunità per il mercato energetico. «La volatilità non è del tutto negativa per il commercio di energia. Potremmo trarne vantaggio, ma ciò significa anche correre dei rischi. Sarà una sfida impegnativa per i nostri collaboratori nel settore del trading», ha spiegato Leuenberger.
Il contributo maggiore al risultato è arrivato anche quest'anno dall'attività di questo settore. Grazie alla negoziazione internazionale, nel 2023 Repower era riuscita a registrare il miglior utile della sua storia, 300 milioni di franchi. Quest'anno ammonta a 138 milioni.
La maggior parte dell'energia prodotta da Repower proviene dall'idroelettrico. Se le condizioni idrologiche l'anno scorso sono state favorevoli, portando un aumento della produzione del 14%, nel primo trimestre di quest'anno sono state registrate meno precipitazioni. «Il volume di stoccaggio dei nostri bacini artificiali raggiunge attualmente il 10%. Ma è normale in questo periodo dell'anno», ha rassicurato il CEO di Repower. Il livello al momento è in linea con la media dell'ultimo decennio.
Durante la conferenza stampa tenutasi a Landquart, Repower ha gettato uno sguardo ai progetti in realizzazione e quelli futuri. Nel 2025 verranno investiti 67 milioni di franchi nella produzione e nelle centrali elettriche, altri 41 nella rete. In Prettigovia inizieranno i lavori per il parco solare Madrisa Solar. I pannelli verranno installati a 2000 metri di quota. L'energia prodotta verrà utilizzata direttamente per gli impianti di risalita di Klosters-Madrisa.
Rimanendo in Prettigovia, nei prossimi mesi Repower si aspetta l'approvazione della licenza da parte del Canton Grigioni per le concessioni della centrale idroelettrica Chlus, che fornirebbe elettricità a 50'000 case medie svizzere. «L'approvazione del progetto da parte del Cantone dovrebbe arrivare fra un anno e poi toccherà al Consiglio d'amministrazione decidere se costruire definitivamente l'impianto», ha continuato il CEO.
Lo scorso autunno in Valposchiavo sono iniziati i lavori per la ristrutturazione delle prese d'acqua a Miralago. Un cantiere da circa 45 milioni di franchi, che subirà però dei ritardi a causa di un incidente verificatosi quasi un mese fa. Un escavatore è finito nel lago, «senza causare danni a persone o all'ambiente», ha sottolineato il CEO di Repower. «Dobbiamo valutare la situazione geologica della riva sud del Lago di Poschiavo e poi potremo fare una stima sulle tempistiche dei lavori», ha detto Leuenberger.
15:14
15:14
UE: via libera ai controdazi del 25% ai prodotti USA
Via libera dell'Unione europea alla lista dei controdazi che Bruxelles metterà in campo per rispondere agli USA. Le tariffe, che per la gran parte dei prodotti saranno del 25%, si applicheranno in tre tranche: la prima dal 15 aprile, la seconda dal 16 maggio, la terza dal primo dicembre.
Il via libera è arrivato nella cosiddetta comitatologia, espressione che si riferisce all'insieme di procedure che possono essere seguite dalla Commissione europea per dare attuazione al diritto dell'UE. Vi partecipano i rappresentanti di tutti i paesi membri. L'unica ad aver votato contro è l'Ungheria.
In seno alla comitatologia, a quanto appreso dall'agenzia di stampa italiana Ansa, si è votato per alzata di mano. Ciascun paese è stato quindi chiamato ad esprimere il proprio parere sull'applicazione di quattro liste di contromisure decise dalla Commissione in risposta ai dazi americani su acciaio e alluminio. Come già indicato, l'unico parere negativo è giunto dal rappresentante del governo di Viktor Orban.
I controdazi «possono essere sospesi in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino una soluzione negoziata equa ed equilibrata», scrive la Commissione europea in una nota dopo l'approvazione delle tariffe al 10% e al 25% da parte dei paesi membri nei confronti degli Stati Uniti.
«L'UE ritiene che i dazi statunitensi siano ingiustificati e dannosi, in quanto provocano danni economici a entrambe le parti e all'economia globale», evidenzia l'esecutivo comunitario, ribadendo la sua «netta preferenza per la ricerca di soluzioni negoziate con gli Stati Uniti, che siano equilibrate e reciprocamente vantaggiose».
Il via libera odierno da parte dei Ventisette, viene precisato, «implica che, una volta concluse le procedure interne della Commissione e pubblicato l'atto di esecuzione, le contromisure entreranno in vigore. I dazi inizieranno a essere riscossi a partire dal 15 aprile».
14:59
14:59
Londra accelera per un accordo con l'India
In risposta alla crisi innescata a livello globale dai dazi imposti a pioggia dall'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, il governo britannico di Keir Starmer prova a rilanciare il negoziato su un accordo di libero scambio post Brexit con l'India, impantanatosi nei mesi scorsi sulle difficoltà di conciliare le rispettive priorità commerciali.
La trattativa è ripresa oggi a Londra, affidata alla cancelliera dello Scacchiere, ossia la ministra delle finanze, Rachel Reeves, e a Nirmala Sitharaman, sua controparte indiana. «In un mondo che cambia, questo governo è impegnato ad accelerare verso accordi commerciali con il resto del pianeta per sostenere gli affari britannici e garantire ai lavoratori le opportunità a cui essi hanno diritto», ha dichiarato Reeves.
India e Regno Unito sono la quinta e la sesta economia al mondo in termini di prodotto interno lordo (Pil), condividono una lunga storia comune (conflitti coloniali inclusi) e hanno al momento un interscambio pari a 41 miliardi di sterline (44,8 miliardi di franchi al cambio attuale) con investimenti incrociati che danno lavoro a 600'000 persone nelle due nazioni; cifre importanti che, tuttavia, un trattato di libero scambio è destinato a incrementare, concordano i due ministri.
Dopo l'uscita dall'UE, Londra ha finora chiuso accordi commerciali bilaterali con Australia, Nuova Zelanda e Singapore, oltre all'intesa «post divorzio» dall'Unione europea con il club dei 27 sottoscritto con Bruxelles.
Il governo di Starmer è impegnato in parallelo a rilanciare anche i colloqui con l'amministrazione di Trump per un trattato di libero scambio con Washington, bloccatosi negli anni scorsi: un'intesa tra l'altro rappresenterebbe una soluzione definitiva al nodo dei dazi, nelle intenzioni del premier laburista, deciso a cercare di evitare l'arma delle ritorsioni. Il tutto mentre Starmer insiste a parlare della bufera attuale alla stregua di una «nuova era» segnata dal superamento di una certa idea di globalizzazione economica a favore «dell'interesse nazionale»; e si rifiuta di liquidare come «protezionismo» - a costo di sconfessare il suo stesso ministro degli esteri, David Lammy - la strategia dell'inquilino della Casa Bianca.
14:33
14:33
L'oro avanza ancora, il prezzo sale del 3%
Le quotazioni dell'oro avanzano e salgono del 3,02% a 3080,60 dollari l'oncia.
14:32
14:32
Segretario al Tesoro USA: «Dazi all'84%? Una sconfitta per la Cina»
I dazi all'84% decisi da Pechino in risposta alle tariffe di Donald Trump sono una «sconfitta» per la Cina. Lo ha detto il segretario al Tesoro Scott Bessent in un'intervista a Fox.
«Sono il Paese in surplus. Le loro esportazioni sono cinque volte superiori alle nostre verso la Cina. Penso sia un peccato che i cinesi non vogliano venire a negoziare perché sono i peggiori trasgressori del sistema commerciale internazionale. Questa escalation è una sconfitta per loro», ha spiegato Bessent. A chi gli chiedeva della possibilità di rimuovere i titoli cinesi dai listini di borsa americani, ha risposto: «tutte le opzioni sono sul tavolo».
14:25
14:25
L'Ungheria voterà no alla lista UE dei controdazi sui prodotti USA
L'Ungheria voterà no alla lista dei controdazi dell'UE da imporre agli Stati Uniti. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri ungherese, ha dichiarato Péter Szijjártó, citato in un tweet dal portavoce del governo magiaro, Zoltan Kovacs.
Il capo della diplomazia ungherese ha sottolineato che tali misure porterebbero a «significativi aumenti dei prezzi» e che «la risposta giusta non sono le tariffe, ma i negoziati».
Szijjártó, spiega ancora il portavoce, ha avvertito che «Bruxelles sta peggiorando la situazione concentrandosi sulle ritorsioni invece che sui negoziati».
«L'UE ha commesso un grave errore: questa situazione poteva essere evitata. Ora, la cosa più importante è che Bruxelles non la peggiori ulteriormente» ha aggiunto.
Secondo il ministro, «i controdazi causano solo maggiori danni all'economia e ai cittadini europei e, se attuate, comporterebbero un aumento dei prezzi di 18 miliardi di fiorini in Ungheria» (40,80 milioni di franchi, ndr).
14:17
14:17
Trump: «Trasferite le vostre aziende negli USA»
«Questo è un ottimo momento per trasferire le vostre aziende negli Stati Uniti come Apple e molte altre stanno facendo. Zero dazi. Non aspettate, fatelo ora». Lo afferma Donald Trump sul suo social Truth.
13:52
13:52
Il franco si rafforza sul dollaro e sull'euro, è vicino a massimi di sempre
L'escalation delle controversie sui dazi stanno avendo un forte impatto anche sui mercati valutari: gli investitori si rivolgono verso i tradizionali beni rifugio come il franco svizzero, che si aggira oggi sui massimi storici o pluriennali rispetto a dollaro ed euro.
Alle 13.45 la moneta americana veniva scambiata a circa 0,84 franchi, con un minimo di 0,8381 nelle prime ore del mattino. Si tratta del livello più contenuto dall'inizio di settembre dello scorso anno: l'unica volta che il corso è stato significativamente più in basso è stato subito dopo che la Banca nazionale svizzera (BNS), nel gennaio 2015, abolì la soglia minima di cambio con l'euro, scatenando gravi turbolenze sui mercati finanziari. In quell'occasione per alcune ore i sistemi di cambio hanno avuto problemi nell'impostare dati corretti e per un certo periodo di tempo non vi sono state quasi transazioni. In questo senso i prezzi attuali sono probabilmente una sorta di massimo storico.
La situazione è simile per l'euro, che attualmente passa di mano a un po' meno di 0,93 franchi, con un minimo giornaliero di 0,9266. L'unica volta che la valuta dell'Eurozona è stato così a buon mercato è stato alla fine del 2023, in una situazione di scambi molto ridotti poco prima di Capodanno.
Una settimana fa, poche ore prima che il presidente americano Donald Trump brandisse la scure dei dazi, il dollaro valeva 0,88 franchi e l'euro 0,96 franchi.
13:38
13:38
Borse europee: perdite pesanti, Zurigo -4,06%
Sono sempre pesanti le Borse europee che segnano perdite anche del 3% in scia al fatto che sono tornati a scendere i futures americani. I mercati temono i dazi entrati in vigore per i singoli Paesi che variano fra l'11 e il 50% e arrivano al 104% per la Cina mentre l'annuncio del presidente statunitense Donald Trump di nuove tariffe sui prodotti farmaceutici affondano i titoli del settore e pesano in particolare su Zurigo (-4,06%). Milano perde il 2,6%.
Il petrolio è in flessione del 2,5% a poco più di 57 dollari al barile. Il gas scende del 3,6% a 35 euro al megawattora ad Amsterdam.
13:32
13:32
Bank of England: «Stabilità finanziaria a rischio coi dazi»
La stabilità finanziaria del Regno Unito «è a rischio» coi dazi Usa introdotti dall'amministrazione di Donald Trump e con la crescente incertezza geopolitica. È quanto si legge nel resoconto delle riunioni tenute la scorsa settimana dal Financial Policy Committee della banca centrale britannica, in cui si sottolinea anche che «il contesto di rischio globale si è deteriorato e l'incertezza si è intensificata».
E ancora: «i rischi globali sono particolarmente rilevanti per la stabilità» del Regno Unito a causa del suo «ampio settore finanziario».
13:31
13:31
«L'UE potrebbe colpire le Big Tech in risposta ai dazi»
«La linea principale da parte della Commissione europea è stata sempre quella di voler negoziare. Quindi non vogliamo tariffe. Non vogliamo una guerra commerciale. Pensiamo che nessuno ne tragga vantaggio. Questa è la nostra linea principale. Naturalmente, quando necessario, dobbiamo anche proteggere la nostra industria e i nostri cittadini».
Lo ha detto la vicepresidente della Commissione europea Henna Virkkunen, in conferenza stampa rispondendo a una domanda sulla possibilità che l'Ue possa colpire le Big Tech americane per rispondere ai dazi imposti dall'Usa: «Al momento stiamo preparando anche queste misure».
13:29
13:29
«C'è il rischio di un esodo verso gli USA del settore farmaceutico»
I Ceo dell'industria farmaceutica che operano in Europa hanno lanciato un avvertimento alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: «se l'Europa non apporta un rapido e radicale cambiamento politico, è sempre più probabile che la ricerca, lo sviluppo e la produzione farmaceutica siano indirizzati verso gli Stati Uniti».
Un sondaggio condotto la scorsa settimana tra le aziende associate all'EFPIA (la federazione europea delle industrie farmaceutica), a cui hanno risposto 18 imprese di grandi e medie dimensioni, ha individuato fino all'85% degli investimenti in spese in conto capitale (circa 51 miliardi di euro) e fino al 50% della spesa in ricerca e sviluppo (circa 53 miliardi di euro) potenzialmente a rischio. Ciò su un totale combinato attuale di 165 miliardi di euro di investimenti pianificati per il periodo 2025-2029 nel territorio dell'UE-27.
Nei prossimi tre mesi, le aziende che hanno risposto stimano che un totale di 16,5 miliardi di euro, ovvero il 10% dei piani di investimento totali, sia a rischio. Gli USA ora guidano l'Europa in ogni parametro degli investitori, dalla disponibilità di capitale, alla proprietà intellettuale, alla velocità di approvazione, ai premi per l'innovazione.
Oltre all'incertezza creata dalla minaccia dei dazi, c'è poco incentivo a investire nell'Ue e ci sono importanti fattori trainanti per trasferirsi negli USA. Per «arginare la marea e aiutare l'Europa a mantenere, sostenere e sviluppare un'industria farmaceutica basata sulla ricerca», i Ceo hanno chiesto un'azione immediata su vari punti.
13:24
13:24
Pechino: «Dazi sul Made in USA dal 34% all'84%»
La Cina risponde ai dazi del presidente statunitense Donald Trump portando le sue tariffe sui beni Made in Usa dal 34% all'84% con effetto dalle ore 12:01 del 10 aprile 2025.
Altre questioni, riferisce una nota del ministero delle Finanze, saranno implementate. Pechino esorta gli Stati Uniti a correggere immediatamente le proprie pratiche sbagliate, ad annullare tutte le misure tariffarie unilaterali contro la Cina e a risolvere adeguatamente le divergenze con la Cina attraverso un dialogo paritario basato sul rispetto reciproco.
13:23
13:23
Erdogan: «L'impatto della guerra economica per noi sarà minore»
«La Turchia sarà colpita meno e crescerà di più». Lo ha affermato il capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, citando l'impatto economico globale relativo ai dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump.
Il leader turco ha messo in guardia rispetto a «una guerra commerciale scatenata dalle tariffe doganali», aggiungendo che l'impatto derivante dai dazi avrà un impatto in tutto il mondo.
Erdogan ha sottolineato che la Turchia è «tra le nazioni che subiscono bassi dazi doganali statunitensi» (al 10%) e che «i Paesi sviluppati stanno invecchiando mentre la Turchia ha una forza lavorativa giovane e dinamica», ha sottolineato Erdogan, durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp ad Ankara, trasmesso dalla tv di Stato Trt.
«Anche se non piace, i Paesi occidentali devono accettare la nuova Turchia», ha aggiunto il leader turco, affermando che le potenze globali stanno riconoscendo sempre di più che qualunque piano internazionale che non includa la Turchia difficilmente avrà successo.
«Non prevediamo una situazione negativa nel commercio, nella produzione e nelle esportazioni», ha detto Erdogan, invitando il mondo imprenditoriale turco a non essere preoccupato. «Il nostro Paese, che in passato è stato messo ai margini della competizione globale per vari motivi, sta diventando uno degli attori fondatori della nuova era, se Dio vuole», ha aggiunto il capo di Stato turco.
13:21
13:21
Mosca: «Preoccupa il braccio di ferro dei dazi tra USA e Cina»
La portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, ha dichiarato che «la cosiddetta guerra sui dazi tra USA e Cina» suscita «seria preoccupazione» e che Mosca prenderà «misure di mitigazione»: lo scrive l'agenzia Tass.
«In relazione alla cosiddetta guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, vorremmo sottolineare che la situazione è motivo di seria preoccupazione quando si parla delle due principali economie del mondo, una delle quali è da tempo il nostro più grande partner commerciale estero», ha dichiarato Zakharova. «Stiamo monitorando attentamente l'evolversi degli eventi, analizzeremo in modo approfondito le possibili conseguenze e, naturalmente, adotteremo misure per ridurre al minimo i potenziali danni al nostro Paese», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo secondo la Tass.
13:08
13:08
La Cina riunisce un vertice d'emergenza sui dazi USA
La leadership cinese prevede di tenere un incontro di alto livello, possibile già oggi, per definire le misure volte a rilanciare l'economia e a stabilizzare i mercati dei capitali, nel mezzo dell'impennata delle tensioni nella guerra commerciale con gli Usa. Lo riporta l'agenzia Reuters sul suo sito, ricordando i timori degli economisti su uno scenario di minor crescita del Dragone nel 2025 pari anche all'1-2% del Pil.
L'incontro è il primo a essere reso pubblico da quando il presidente Usa Donald Trump ha imposto dazi «reciproci» sulla Cina e segue l'entrata in vigore di tariffe aggregate al 104% sull'import di beni made in China.
Tra i partecipanti previsti all'incontro, inoltre, figurano alti funzionari del governo centrale, nonché diversi enti governativi e di regolamentazione - ad esempio, la Banca centrale, il ministero delle Finanze e la China Securities Regulatory Commission (Csrc) -, che dovranno anche valutare le opzioni per risollevare la domanda e i consumi interni. In agenda, anche iniziative su come rendere sconti sulle tasse all'esportazione più attraenti per le aziende nazionali, proprio in funzione anti-dazi americani.
Per la Cina, la guerra commerciale arriva in un momento in cui la sua economia sta cedendo terreno a causa di una prolungata crisi immobiliare e di elevati livelli di debito pubblico locale, incrinando la fiducia di imprese e consumatori. Mentre Pechino ha annunciato la scorsa settimana controdazi sul made in Usa come una risposta ai «ricatti» Usa, gli analisti hanno rimarcato l'impazienza di Pechino di fronte a possibili attacchi tariffari di Trump al Dragone e a qualsiasi Paese che acquisti o assembli prodotti cinesi.
12:58
12:58
Borsa: l'Europa riduce i cali, Zurigo -3,7%
Provano a ridurre le perdite le borse europee grazie ai futures Usa che hanno quasi annullato i ribassi. Le vendite colpiscono soprattutto i farmaceutici dopo che il presidente americano Donald Trump ha annunciato nuovi dazi e i titoli dell'energia col petrolio ancora in calo. La piazza peggiore è Zurigo (-3,7%), mentre cedono meno Francoforte (-2,5%) e Milano (-1,9%)
12:11
12:11
«I dazi USA violano le regole del WTO»
I dazi adottati dagli Usa «violano le regole fondamentali dell'Organizzazione mondiale del commercio» (OMC/WTO) e dimostrano che Washington «non si considera più tenuta alle norme della legge commerciale internazionale».
Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova citata dall'agenzia Ria Novosti.
11:39
11:39
«Cina e USA possono risolvere i conflitti commerciali attraverso il dialogo»
Cina e USA possono risolvere le loro controversie commerciali ed economiche «attraverso un dialogo rispettoso e alla pari, e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa». Lo afferma il libro bianco sul commercio bilaterale diffuso oggi da Pechino, nel resoconto della Xinhua.
«È normale che le parti abbiano differenze e nella cooperazione: la Cina è disposta a comunicare su questioni importanti in materia di economia e commercio», ma gli Usa «non risolveranno i loro problemi con i dazi». Che sono pratiche a cui Pechino «si oppone con forza», convinta che «l'essenza dei legami economici e commerciali sia nel reciproco beneficio».
11:07
11:07
«La Cina adotterà le misure necessarie per proteggere i propri interessi»
Pechino promette di adottare tutte le misure «ferme e incisive» per proteggere i propri interessi in risposta all'entrata in vigore dei dazi americani al 104% sulle importazioni dei beni made in China, rivendicando «il legittimo diritto del popolo cinese allo sviluppo» che «è inalienabile».
Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano, ha aggiunto che «la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina sono assolutamente inviolabili». Pertanto, «continueremo ad adottare misure ferme e incisive per salvaguardare i nostri diritti e interessi legittimi», ha notato il portavoce.
10:56
10:56
USA: entrano in vigore dazi supplementari, anche su merce svizzera
Oggi sono entrati in vigore i dazi supplementari voluti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Le esportazioni elvetiche negli USA saranno soggette a una tariffa del 31%. La Cina è sottoposta a tariffe estremamente elevate.
In Svizzera risultano particolarmente colpiti i produttori di orologi, l'industria dei macchinari e il settore medtech. I prodotti farmaceutici e le esportazioni di oro sono per il momento esenti.
La prima parte del pacchetto di dazi - tariffe universali del dieci per cento sulle merci provenienti da tutti i Paesi - era già entrata in vigore sabato. Da oggi vengono applicate ulteriori misure per i Paesi con i quali gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale particolarmente elevato.
L'economia svizzera si ritrova trascinata nel vortice globale dei nuovi dazi. Gli economisti di UBS vedono nubi scure addensarsi all'orizzonte economico: è probabile che i dazi ostacolino in modo significativo la crescita economica della Svizzera quest'anno e il prossimo. I rappresentanti dell'economia elvetica hanno fatto appello ai politici chiedendo di negoziare.
La direttrice della Segretaria di Stato dell'economia (Seco), Helene Budliger Artieda, è negli Stati Uniti da domenica. Tra le altre cose, si trova a Washington per preparare la visita della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e del ministro dell'Economia Guy Parmelin. Ieri, la Seco non ha fornito alcuna informazione su incontri o sui progressi compiuti. L'ufficio stampa del Dipartimento federale dell'istruzione e della ricerca (DEFR) ha dichiarato che pubblicherà un comunicato su eventuali incontri «a tempo debito».
Le possibili contromisure sono all'ordine del giorno dei rappresentanti dei 27 Paesi dell'UE che oggi voteranno sulla risposta all'offensiva commerciale degli USA.
I nuovi balzelli doganali statunitensi prevedono maggiorazioni del 20% sui prodotti provenienti dall'UE. La Commissione europea sta esaminando varie possibilità, ma non intende proporre misure concrete prima della prossima settimana. Le contro tariffe verranno messe in campo in tre tranche: una prima entrerà in vigore il 15 aprile, una seconda il 16 maggio, una terza il primo dicembre.
La scorsa settimana, Trump ha inizialmente annunciato tariffe aggiuntive del 34% per la Cina, a cui Pechino ha risposto con sovrapprezzi dello stesso importo. Trump ha poi minacciato la Cina con ulteriori tariffe del 50% e avvertito che nuovi dazi saranno imposti da oggi. Per la Cina, le nuove misure punitive significherebbero tariffe aggiuntive di oltre il 100%.
I dazi statunitensi colpiscono anche altri Paesi asiatici come il Vietnam e la Cambogia, mentre il governo Trump sta negoziando un accordo con la Corea del Sud e il Giappone.
Con la sua politica tariffaria, Trump vuole rafforzare la produzione nazionale e allo stesso tempo convincere i partner commerciali stranieri a fare concessioni. Secondo molti commentatori però un conflitto commerciale globale potrebbe far precipitare l'economia mondiale in una profonda crisi.
10:52
10:52
Crollano Novartis (-6,70%) e Roche (-5,76%)
Dopo un'apertura in netto ribasso la borsa svizzera sta ampliando le perdite: alle 10.40 l'indice dei valori guida SMI perdeva il 3,92% a 10'913,56 punti.
Sul listino hanno un forte impatto i cali di Novartis (-6,70%) e Roche (-5,76%), sulla scia dei timori che anche il settore farmaceutico - fin qui risparmiato dai dazi americani - possa essere sottoposto alle barriere doganali.
In forte contrazione sono comunque anche i valori finanziari come UBS (-3,86%), come pure i gruppi più esposti alla congiuntura quali Logitech (-5,38%), Richemont (-4,05%), Kühne+Nagel (-4,33%) e ABB (-3,95%). Limitano relativamente le perdite solo due azioni spiccatamente difensive, quelle di Givaudan (-1,66%) e di Swisscom (-1,40%).
Ieri l'SMI era avanzato del 3%, dopo aver perso il 12% nelle precedenti tre sedute. Al momento la performance annuale è del -6%. Il mercato è arretrato del 17% rispetto al massimo del 2025 (13'199,05 punti) che era stato raggiunto solo un mese fa.
10:51
10:51
Seul annuncia aiuti da 2 miliardi di dollari per case auto
La Corea del Sud ha annunciato un pacchetto di sostegno di emergenza da 2 miliardi di dollari per i suoi produttori di automobili.
«Dato che automobili e ricambi auto sono le principali esportazioni della Corea del Sud verso gli Stati Uniti - ha affermato il governo in una nota - la decisione di imporre un dazio del 25% su questi articoli è davvero un duro colpo alla nostra industria automobilistica».
La scorsa settimana, Trump ha annunciato dazi radicali e punitivi contro i maggiori partner commerciali degli Stati Uniti, i più severi dei quali entrano in vigore oggi. Le merci provenienti dalla Corea del Sud dovrebbero essere tassate al 25%.
Trump ha anche imposto dazi elevati sulle auto di fabbricazione estera vendute negli Stati Uniti, sollevando preoccupazioni sulle prospettive economiche globali e lasciando la quarta economia più grande dell'Asia a lottare per rispondere.
Dopo la consultazione del settore, Seul ha deciso di introdurre «una serie di misure di sicurezza industriale incentrate sulle richieste più urgenti», ha affermato. Il governo si è anche «impegnato ad adottare misure flessibili a seconda del livello di danno al settore in futuro».
Le esportazioni di automobili della Corea del Sud verso gli Stati Uniti hanno totalizzato 42,9 miliardi di dollari l'anno scorso. In base al piano, il governo amplierà il suo programma di finanziamento a basso costo per l'industria automobilistica di due trilioni di won (1,34 miliardi di dollari USA).
Hyundai Motor, la più grande casa automobilistica della Corea del Sud, istituirà anche un programma di supporto da un trilione di won per le aziende automobilistiche nazionali in collaborazione con importanti istituti finanziari. Le aziende interessate dai dazi saranno ammissibili a differimenti fiscali fino a nove mesi.
«L'importanza del mercato interno viene evidenziata come un modo per rispondere ai volumi di esportazione ridotti causati dai dazi statunitensi e per mantenere la base manifatturiera del paese», ha affermato il governo in una dichiarazione. «A tal fine, il governo gestirà un sistema di sussidi per veicoli elettrici collegato agli importi di sconto dei produttori dalla prima metà di quest'anno fino alla fine dell'anno».
Seul «amplierà significativamente il rapporto di supporto di corrispondenza del governo dall'attuale 20-40% al 30-80%».
Trump ha parlato martedì con il presidente ad interim della Corea del Sud dei dazi. L'annuncio ha scosso i mercati azionari globali, con gli investitori incerti sul fatto che si tratti di una tattica negoziale o di una posizione permanente degli Stati Uniti. Trump ha insistito sul fatto che non farà marcia indietro finché non avrà ridotto o addirittura cancellato i deficit commerciali degli Stati Uniti, segnalando allo stesso tempo di essere pronto a negoziare con i paesi di tutto il mondo.
Nel 2024, il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Corea del Sud ammontava a poco più di 66 miliardi di dollari in merci.
10:48
10:48
Oro: prezzo oro in aumento, spot a 3018 dollari
Prezzo dell'oro in aumento questa mattina sui mercati delle materie prime: il metallo prezioso con consegna immediata (Gold spot) passa di mano a 3018,21 dollari l'oncia, con un aumento dell'1,17%, mentre l'oro con consegna a giugno (Comex) è scambiato a 3033,40 dollari l'oncia, in avanzamento dell'1,44%.
10:39
10:39
Economiesuisse: «I dazi colpiscono gran parte dell'economia elvetica»
Sulle conseguenze per l'economia svizzera dei dazi statunitensi si è espressa anche economiesuisse che ha condotto un sondaggio sul tema interpellando imprese e associazioni di categoria. Dallo studio risulta che circa la metà delle imprese interpellate risente negativamente dei dazi statunitensi. Le ragioni principali citate sono una potenziale contrazione della domanda negli Stati Uniti, seguita da un generale rallentamento congiunturale e da un vantaggio competitivo per i concorrenti di Paesi con dazi doganali più bassi.
Per questa ragione, economiesuisse ritiene che la politica sia chiamata ad agire sul piano interno.
09:30
09:30
L'Europa parte male, Francoforte -2,2%
Le borse europee partono male: Francoforte perde il 2,2%, Londra il 2,07% e Milano il 3,07%, mentre limita il calo Parigi, che arretra dello -0,21%.
09:30
09:30
La borsa svizzera apre in calo
Dopo il mini-rimbalzo di ieri torna la paura alla borsa svizzera, che apre in netto ribasso la seduta di metà settimana: alle 09.02 l'indice dei valori guida SMI segnava 11'159,42 punti, in flessione dell'1,76% rispetto a ieri.
Gli investitori prendono atto della chiusura in rosso di Wall Street (Dow Jones -0,84% a 37'645,59 punti, Nasdaq -2,15% a 15'267,91 punti) e guardano anche all'andamento delle piazze asiatiche, a partire da Tokyo (Nikkei -3,93% a 31'714,03 punti).
Archiviato il tentativo di ripresa di ieri - SMI +3%, dopo il -12% nelle precedenti tre sedute - il mercato si prepara a vivere un'altra giornata di passione. Infuria un'escalation nell'ambito delle controversie doganali: nella notte negli Stati Uniti sono entrati in vigore dazi più alti per le merci importate da numerosi paesi, con i prodotti elvetici sottoposti a un'aliquota del 31%.
Contrariamente alla Svizzera, che ha scelto di non reagire, la Cina non si è tirata indietro: ha attuato contromisure e il presidente americano Donald Trump ha risposto con nuovi dazi, innescando una spirale che potrebbe portare lontano. "Senza voler sembrare drammatico, siamo sull'orlo di una collisione ad alta velocità tra le due maggiori superpotenze economiche e militari", commenta un operatore.
Sul fronte interno tutti i principali gruppi sono in calo, con le vendite che interessano in particolar modo Richemont (-4,31%) e ABB (-3,65%) e Roche (-4,52%). Ma non sfuggono alla tendenza generale valori difensivi come Nestlé (-1,43%).
09:27
09:27
La Borsa di Tokyo conclude la seduta in pesante ribasso: -3,93%
La Borsa di Tokyo conclude la seduta in pesante ribasso, annullando il tentativo di recupero di ieri, mentre riappaiono all'orizzonte nuovi scenari di instabilità sul commercio globale tra le due principali economie mondiali, dopo le ultime ritorsioni dell'amministrazione Trump, e la volontà della Cina di non allinearsi alla volontà di Washington.
Il listino di riferimento Nikkei segna una flessione dello il 3,93% a quota 31'714'03, e una perdita di 1298,55 punti. Sul mercato dei cambi lo yen torna a rivalutarsi sul dollaro, poco sotto a un livello di 145, e sull'euro a 160,40.
09:26
09:26
Trump ai repubblicani: «So quello che sto facendo»
«So quello che sto facendo»: lo ha detto Donald Trump intervenendo alla cena di gala del National Republican Congressional Committee a Washington, dove ha continuato a difendere i suoi dazi affermando che altri paesi vogliono fare accordi. «Non vogliamo necessariamente fare un accordo con loro. Siamo contenti di stare così, prendendo i nostri 2 miliardi di dollari al giorno, ma loro vogliono fare un accordo con noi», ha affermato, sostenendo che le aziende stanno tornando negli Usa e investendo migliaia di miliardi.
«Stanno arrivando i produttori di chip, stanno arrivando tutti. Non abbiamo mai avuto niente del genere», ha detto.
«Vi dico che questi paesi ci stanno chiamando per baciarmi il culo»: si è espresso così Trump, sempre durante la cena del National Republican Congressional Committee, parlando dei Paesi colpiti dai dazi che vogliono trattare per ridurre le tariffe. Rivolgendosi alla platea dei repubblicani per rivendicare la sua linea dura, il presidente americano ha assicurano che i tanti Paesi colpiti dalle tariffe «muoiono dalla voglia» di fare un accordo.
09:22
09:22
Trump: «La Cina manipola la valuta per compensare i dazi»
La Cina manipola la valuta per compensare i dazi: lo ha detto Donald Trump intervenendo alla cena di gala del National Republican Congressional Committee al National Building Museum.
09:20
09:20
Trump: «Presto dazi sul settore farmaceutico»
Gli USA «annunceranno presto dazi sul settore farmaceutico». Lo ha detto Donald Trump intervenendo alla cena di gala del National Republican Congressional Committee al National Building Museum.
09:15
09:15
I dazi sono realtà
Ci siamo, il giorno dei dazi è arrivato. Dalle 6.01 di oggi, ora svizzera, le tariffe annunciate da Donald Trump per combattere il disavanzo commerciale degli Stati Uniti nei confronti di altri Paesi sono realtà. Ad essere colpite dai nuovi tributi sulle importazioni, che sostituiscono quelli di base entrati in vigore sabato, sono una sessantina di nazioni. Tra di esse anche la Svizzera che dovrà fronteggiare dazi del 31% da cui sono escluse, per ora, le esportazioni di oro e di prodotti farmaceutici, due voci importanti per la Confederazione. Gli altri Paesi sono assoggettati a tributi che variano dall'11% al 50%. A spiccare in questa particolare graduatoria è la Cina che si è vista appioppare dazi per un totale del 104%, una misura di ritorsione decisa dal presidente americano dopo che Pechino aveva annunciato che a sua volta avrebbe imposto dazi agli USA. Qui il punto della situazione.