«Donald Trump e Elon Musk, la loro amicizia non durerà a lungo»
Il suo mandato inizierà tra poco meno di due mesi, ma una cosa è già certa: il Trump II sarà molto diverso dai primi quattro anni del Tycoon alla Casa Bianca. Almeno di questo ne è convinto Mario Calabresi, protagonista del talk organizzato questa sera da BG Suisse all’Hotel Splendide Royal di Lugano, dove il giornalista e scrittore ha analizzato come le recenti elezioni americane abbiano radicalmente cambiato gli scenari e le prospettive della geopolitica mondiale.
«Nel 2016, Trump non si aspettava di vincere e non aveva preparato né un programma concreto né tantomeno una squadra di governo da cui farsi affiancare – commenta il direttore e co-fondatore di Chora Media, società italiana di podcast - Questa volta, dopo quattro anni di presidenza e altrettanti di opposizione, ha un piano chiaro, supportato da think tank, con il controllo di Camera e Senato nei primi due anni. Ha promesso misure su tre temi principali: dazi per finanziare il taglio delle tasse, politica dura sull'immigrazione e deregulation, soprattutto nel settore energetico. La sua strategia prevede di aumentare la produzione di energia negli USA tramite il fracking, per controllare l'inflazione, mentre su politica estera sarà più assertivo, senza timidezze, puntando a rilanciare l’economia americana».
Una politica estera che, inevitabilmente, condizionerà anche quella europea. Specialmente sul fronte ucraino-russo, come spiega l’ex direttore de La Stampa e de La Repubblica. «Trump è stato molto chiaro nella sua intenzione di non voler finanziare la guerra in Ucraina, chiedendo agli europei di assumersi la responsabilità. Una visione simile a quella che riguarda Israele, dove si punterà a riprendere gli accordi di Abramo. Come sottolineato dal suo vice J.D. Vance, gli Stati Uniti non possono permettersi di investire centinaia di miliardi di dollari nella gestione di conflitti internazionali mentre hanno seri problemi di infrastrutture nel Paese».
Anche a costo di allentare le sanzioni alla Russia, perdendo quel simil monopolio che gli Stati Uniti hanno avuto con l’Europa sul gas. «Per Trump il concetto di America First è realmente a 360 grandi – specifica Calabresi -. Inoltre il futuro presidente americano non è interessato ad organizzazioni multilaterali come la Nato o, appunto, l’Unione Europea. Pertanto cercherà relazioni e accordi bilaterali con i singoli paesi europei, a partire dall'Ungheria del suo amico Viktor Orban».
Calabresi chiude con un’interessante previsione sulla discussa amicizia tra Donald Trump e Elon Musk: «L’uomo più potente del mondo con il più ricco. Entrambi con ego immensi e matrimoni falliti alle spalle: il loro rapporto non durerà a lungo, non mi stupirebbe se finisse ben prima del termine del mandato».