Lugano

Droga e botte al parco: si va verso la stanza del consumo

La Città valuta una soluzione adottata in altre realtà svizzere - Sarà disposta anche a distribuire droga?
©Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
17.01.2024 06:00

Tentate lesioni gravi, lesioni semplici e vie di fatto: queste le accuse. Non è passato inosservato e con tutta probabilità non rimarrà impunito, il pestaggio avvenuto lunedì pomeriggio in centro a Lugano al culmine di una lite fra due persone. Ad avere la peggio era stato un quarantenne italiano uscito dal parco Ciani con la faccia e le mani insanguinate, come testimoniano alcuni video arrivati in redazione. Giunto in rivetta Tell, l’uomo si era abbassato verso il lago per sciacquarsi e aveva perso l’equilibrio, finendo in acqua. I soccorritori della Croce Verde lo avevano subito portato in ospedale per le cure del caso, ma non era nulla di grave: per lui «solo» una ferita non grave alla testa provocata da una bottigliata, come fa sapere la Polizia cantonale. Nel frattempo, gli agenti della Cantonale e della Comunale di Lugano avevano identificato e fermato il secondo protagonista della lite: un quarantaseienne svizzero domiciliato nel Luganese. Nei suoi confronti, il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ipotizza i reati citati in apertura. Fin qui il fatto di cronaca e le sue conseguenze penali.

Blackout totale

Poi ci sono le riflessioni che derivano da questo e altri fatti di cronaca avvenuti nella zona del parco Ciani, che ultimamente è tornata sotto i riflettori per la presenza di persone tossicodipendenti e dei relativi spacciatori. È una situazione conosciuta da tempo e da tutti. E accettata, anche se non da tutti. In tempi recenti, tuttavia, sembra esserci stato un peggioramento: ci sono più persone e nuove modalità di consumo. «Da quando ha preso piede il consumo di crac, è stato constatato un peggioramento significativo della situazione ed episodi di maggiore aggressività e degrado» rileva, da noi contattata, la municipale responsabile della sicurezza Karin Valenzano Rossi. «Gli addetti ai lavori spiegano che questo stupefacente provoca quindici minuti di blackout totale, con reazioni imprevedibili e incontrollabili». La polizia ha intensificato il presidio e i controlli, ma è chiaro che si tratta di una risposta semplicistica a un problema complesso. «Occorre una riflessione più ampia, guardando a soluzioni che sono state adottate in altre città e si sono rivelate efficaci» aggiunge Valenzano Rossi. Parliamo delle cosiddette stanze del consumo: luoghi chiusi dove i tossicodipendenti possono assumere stupefacenti, talvolta anche forniti dallo Stato, in condizioni igieniche migliori e sotto controllo medico. Ci sono da anni in diversi centri della Svizzera tedesca e francese e da qualche tempo va in questa direzione anche Coira, con cui Lugano ha preso contatto per valutare il da farsi.

Non sono criminali

Un aspetto è particolarmente delicato: la Città sarebbe disposta anche a distribuire droga? «Stiamo ancora approfondendo eventuali possibili soluzioni insieme alla polizia e ad altri partner» chiarisce Valenzano Rossi. «Non tutti i modelli prevedono la distribuzione di droga. Sicuramente dobbiamo tenere conto anche del nostro contesto culturale, che è diverso rispetto a quello di altre città che hanno introdotto le stanze del consumo. Ma quando cominciamo a vedere una scena aperta di spaccio e consumo che cresce vicino a luoghi frequentati da minorenni, non possiamo restare indifferenti». Per la municipale non è solo una questione di decoro o di ordine pubblico, bensì di proteggere ragazzi e ragazze dal mondo delle dipendenze e della criminalità, «soprattutto in un momento storico caratterizzato da un marcato disagio giovanile». La Città vuole evitare episodi di violenza come quello di lunedì, tutelando anche le persone fragili come i consumatori, «che non vanno criminalizzati, perché non sono dei criminali». «Non si può fare una semplice ‘operazione di pulizia’: il problema esiste e va affrontato».

La svolta

Ad oggi, in Svizzera, è attiva una ventina di centri per la distribuzione controllata di eroina. La svolta a livello politico è datata 13 maggio 1992, quando il Consiglio federale si è detto favorevole a una sperimentazione in tal senso. Una decisione presa non a cuor leggero, quella del Governo, e foriera di non poche polemiche. Il progetto, tuttavia, se guardiamo solo ai numeri, ha dato i suoi frutti: i partecipanti sono riusciti a stabilizzarsi in modo significativo e i reati legati alla droga sono diminuiti. In una città come Zurigo, la prima a introdurre i centri di consumo, sono calati del 70%.

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