Conflitto in Ucraina

Due strette di mano (e un sorriso) separate da 489 giorni di guerra

A margine del dibattito al Consiglio di sicurezza dell'ONU, ieri, Ignazio Cassis ha incontrato il suo omologo russo Sergei Lavrov – È stato il primo incontro tra i due dal settembre 2022
© Russian Foreign Ministry Press
Jenny Covelli
24.01.2024 13:46

Sono passati 489 giorni tra le due strette di mano. Il 21 settembre 2022 Ignazio Cassis, impegnato ai lavori dell’Assemblea generale dell’ONU a New York, era stato ritratto assieme al suo omologo russo Sergei Lavrov. Il ministero degli Esteri russo aveva diffuso una foto in cui i due si stringono la mano, mentre il ministro degli esteri svizzero abbozza un sorriso. Ieri, 23 gennaio 2024, a margine del dibattito al Consiglio di sicurezza sempre nella Grande Mela, il consigliere federale ha incontrato nuovamente il suo omologo. Anche in questo caso, il ministero degli Esteri russo ha diffuso una foto della stretta di mano tra i due. È stato il primo incontro dal settembre 2022 – a 209 giorni dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina –, quando la Svizzera aveva tentato di avviare un processo negoziale per una soluzione pacifica del conflitto ucraino al fine di organizzare una conferenza di pace. Cosa è successo in mezzo?

Il meeting di Berna contro la guerra

Il 19 marzo 2022 era stata organizzata a Berna una manifestazione contro la guerra. Il consigliere federale Ignazio Cassis aveva raggiunto Piazza Federale, anticipato dall'urlo «We are one» dei presenti (incoraggiato dall'ambasciatore ucraino in Svizzera) e dieci minuti dopo il presidente ucraino si era collegato in diretta. «Caro Volodymyr – aveva detto il consigliere federale –, questa moltitudine di persone è per mostrarti che il tuo popolo non è solo. Ci sono svizzeri, ci sono persone da tutto il mondo e ci sono molti ucraini. Siamo impressionati dall'unione con cui vi opponete alla Russia, dal coraggio con cui lottate per la democrazia, la libertà e la pace. Difendete i valori fondamentali del mondo libero, che sono anche i nostri valori fondamentali». La Svizzera è vicina all'Ucraina con «neutralità e solidarietà» e si batte risolutamente contro la violenza e per la libertà, per la fine di questa guerra.

La Russia, attraverso la sua ambasciata a Berna, non aveva nascosto il suo disappunto per la partecipazione al meeting che aveva visto la presenza virtuale di Volodymyr Zelensky in collegamento con la piazza. «Gli obblighi diplomatici fanno sì che, se un presidente di un Paese democratico e amico bussa alla porta, la si apre e lo si accoglie», aveva quindi commentato Ignazio Cassis. Era «un mio preciso dovere essere presente».

L'URC2022

Il 4 e 5 luglio 2022 Lugano ha ospitato la quinta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Una sorta di «bussola», negli obiettivi di Ignazio Cassis: «La via della ricostruzione passa da un piano diplomatico condiviso. È una grande responsabilità a cui la Svizzera non poteva e non voleva sottrarsi». Il risultato è stata la Dichiarazione di Lugano – i Principi di Lugano, o Lugano principles –, basata su sette principi: partenariato; riforme; trasparenza, responsabilità e stato di diritto; partecipazione democratica; collaborazione su tutti i livelli; parità di genere e inclusione sociale; sostenibilità.  

La foto «incriminata»

Poco più di due mesi dopo, il ministro degli Esteri svizzero era a New York. 21 settembre 2022. Cassis, su X, scriveva: «Nel mio incontro con il ministro della Difesa russa Sergei Lavrov ho chiesto alla Russia di astenersi dall'indire i cosiddetti referendum nei territori occupati dell'Ucraina. Anche la Svizzera è molto preoccupata per la minaccia nucleare. Neutralità e buoni uffici restano i nostri strumenti di dialogo».

Quando un’immagine fa discutere più dei fattititolavamo il 22 settembre 2022. La immortalata stretta di mano (con sorriso) di Ignazio Cassis e Sergei Lavrov aveva infatti generato aspre polemiche, anche a Berna. Un'immagine potente. Che aveva quasi superato i fatti. Fin dall’inizio dell’invasione russa, la Confederazione ha infatti condannato l’aggressione, cercando comunque di porsi quale mediatrice fra le parti. E anche a New York Cassis aveva portato avanti quel ruolo: su richiesta dell’Ucraina, Berna aveva redatto un mandato di protezione per i cittadini ucraini in Russia e lo aveva consegnato ai russi. Il ticinese, durante il colloquio, aveva chiesto conto a Lavrov dello stato di quel dossier. In merito ai referendum sull’annessione dei territori occupati in Ucraina la posizione era stata netta: «Sono illegali e non saranno riconosciuti dalla Svizzera. Questa guerra si concluderà solo con una soluzione diplomatica. I canali di comunicazione e i contatti diplomatici sono importanti per evitare un’impasse. La Svizzera è uno dei Paesi che non spingono per estromettere i russi dagli organismi multilaterali perché siamo convinti che il dialogo sia necessario». Alla richiesta svizzera Mosca aveva risposto freddamente, chiedendo genericamente a Berna di tornare alla «politica della neutralità».   

Il 20 ottobre 2022 Ignazio Cassis è tornato in Ucraina, a un anno dalla sua ultima visita, e ha incontrato Volodymyr Zelensky. «I suoi gesti sono cambiati. Non è più lo Zelensky che ho conosciuto nell'estate del 2021», ha detto l'allora presidente della Confederazione, qualche giorno dopo. «L'ho trovato molto concentrato e ancora più forte nel suo ruolo di presidente. Ho percepito tutta la responsabilità che gravava sulle sue spalle». 

Misure adottate dalla Confederazione dal 24 febbraio 2022

Avanti veloce. Il Consiglio federale condanna fermamente (da sempre) l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina, che costituisce una grave violazione del diritto internazionale, in particolare del divieto dell’uso della forza, oltre che dell’integrità territoriale e della sovranità del Paese. È quanto si legge sul sito del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La Confederazione ha ampliato le sue forme di sostegno all’Ucraina con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento di una pace completa, duratura e giusta in conformità con lo Statuto delle Nazioni Unite. La Svizzera invita regolarmente la Russia, tramite i canali bilaterali o multilaterali, a impegnarsi per una de-escalation immediata, a interrompere tutte le ostilità e a ritirare senza indugio le sue truppe dal territorio ucraino. Ha offerto inoltre i suoi buoni uffici a entrambe le parti.

Berna sta inoltre attuando diverse misure a sostegno delle persone colpite dalla guerra in Ucraina. Tra queste si trova l’aiuto umanitario, lo sminamento umanitario e l'aiuto finanziario, o ancora la concessione dello statuto di protezione S per i rifugiati ucraini. Fino al 31 dicembre 2023 e dall'inizio del conflitto, la Confederazione ha sostenuto la popolazione in Svizzera o all’estero colpita dalla guerra in Ucraina con un totale di 2,75 miliardi di franchi.

La situazione in Ucraina al centro degli incontri a Davos

La situazione in Ucraina è anche tra i temi centrali degli incontri del DFAE nel mese di gennaio 2024 a Davos. Il 14 gennaio, il giorno prima dell’apertura del World Economic Forum (WEF), la località nei Grigioni ha ospitato la quarta conferenza dei consiglieri per la sicurezza nazionale sulla formula di pace del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Con la conferenza di Davos, la Svizzera ha dato un importante contributo ai preparativi dei futuri colloqui per una pace giusta e duratura in Ucraina», ha dichiarato il consigliere federale Ignazio Cassis. L’impegno della Svizzera per la pace è stato inoltre ribadito in occasione della visita del presidente ucraino a Berna il 15 gennaio. La formula di pace consiste nel condannare l’aggressione militare russa, proteggere vite umane e ripristinare la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina.

Al WEF Zelensky ha confermato che l’intesa con la Svizzera per una conferenza di pace ha cominciato a muovere i primi passi. Ma «non ci sarà una conferenza di pace degna di questo nome e che porti alla cessazione delle ostilità senza la Russia», ha sottolineato Cassis. Nonostante il raffreddamento delle relazioni con Mosca in seguito alle sanzioni, i contatti con questo Paese proseguono. Il consigliere federale ha ribadito che i Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica ai quali si sono aggiunti di recente Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Egitto ed Iran, ndr.) dovranno essere il più possibile rappresentati al Vertice della Pace. Mosca ha dichiarato che un summit mondiale sulla pace in Ucraina è «inutile e dannoso». «Quando si è dalla parte della popolazione civile, si è dalla parte giusta», ha replicato la presidente della Confederazione Viola Amherd. In un'intervista rilasciata al canale televisivo statunitense CBS, Lavrov ha però poi dichiarato che Mosca è pronta ad ascoltare coloro che non utilizzano l'Ucraina come strumento di guerra contro la Russia.

Cassis incontra Lavrov a New York

23 gennaio 2024. Cassis su X scrive: «Prima del dibattito "ad alto livello" sul Medio Oriente, al Consiglio di sicurezza dell'ONU, ho incontrato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Abbiamo avuto uno scambio di opinioni su diverse questioni importanti».

Il consigliere federale ha partecipato a un dibattito ministeriale sulla situazione in Medio Oriente presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In questo contesto, il capo del DFAE ha colto l’occasione per tenere incontri bilaterali.  E ha avuto un incontro con il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov «per discutere della guerra in Ucraina e dei possibili percorsi verso la pace». «Fin qui tutto bene», ha detto Lavrov quando il capo della diplomazia elvetica gli ha chiesto come stava, secondo quanto pubblicato sui social media dal portavoce del ministero degli Esteri russo.

Cassis non ha rilasciato dichiarazioni specifiche ai media sul contenuto dei colloqui con Lavrov. L'obiettivo era e resta quello di avviare un dialogo, perché – ricordando le sue parole – senza la Russia non ci sarà soluzione. Nei prossimi giorni il ticinese ha in programma colloqui simili con l'India, la Cina e altri Paesi per sondare «quale strada si potrebbe seguire» per trovare una soluzione pacifica al conflitto. Non sarà facile, ha avvertito Cassis. Le posizioni di Russia e Ucraina sono ancora diametralmente opposte.

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