Guerra

Durante la ritirata da Avdiivka «centinaia di militari catturati o dispersi»

Il New York Times esprime riserve in merito alla valutazione secondo cui la perdita della città orientale non rappresenterebbe una sconfitta significativa per l’Ucraina: il morale al fronte è molto basso e complica ulteriormente gli sforzi di reclutamento
© KEYSTONE (AP Photo/Libkos)
Red. Online
21.02.2024 09:01

Centinaia di soldati ucraini potrebbero essere stati catturati durante l'avanzata delle unità russe o scomparsi durante la caotica ritirata dell'Ucraina dalla città orientale di Avdiivka. È la rivelazione del New York Times, che cita informazioni fornite da «soldati che combattono per l'Ucraina» e verificate insieme ad «alti funzionari occidentali». Le cifre sono impressionanti: «tra 850 e 1.100 soldati catturati o dispersi». Numeri dietro ai quali ci sono persone, e che pesano ancora di più in una guerra che tra pochi giorni entrerà, tragicamente, nel suo terzo anno.

La caduta della città di Avdiivka ha un valore simbolico, oltre che strategico. Stando agli esperti, è improbabile che Mosca sia in grado di dare seguito a questa vittoria con una grande offensiva militare. Ma Avdiivka era diventata il simbolo della resistenza delle forze di Kiev. Era stata occupata per un breve periodo nel luglio 2014 dai separatisti filo-russi, ed era poi tornata sotto il controllo di Kiev, che l'aveva tenuta per tutto questo tempo nonostante la sua vicinanza a Donetsk, roccaforte separatista nell'Ucraina orientale. Il presidente Zelensky aveva definito la coraggiosa resistenza delle forze ucraine ad Avdiivka come «la forza di tutta l’Ucraina».  La città, ora, rappresenta il progresso più significativo per la Russia dalla conquista di Bakhmut nel maggio 2023, dopo mesi di feroci combattimenti.

A pesare, ora, è anche la possibile cattura di centinaia di soldati ucraini da parte delle truppe del Cremlino. «Dall’inizio della guerra, quasi due anni fa, le forze russe hanno cercato di circondare e catturare le forze ucraine», scrive il New York Times. «Una difesa ben preparata e droni molto attivi hanno impedito molte di queste manovre russe, ma ad Avdiivka l’accerchiamento sembra aver funzionato». 

Le forze armate ucraine hanno ammesso soltanto che «nella fase finale dell’operazione di ritirata», che fino a quel momento si sarebbe svolta «secondo i piani», sotto «la pressione delle forze superiori del nemico alcuni militari ucraini sono caduti prigionieri». Il portavoce del generale Oleksandr Tarnavsky, al comando del contingente impegnato in quella zona, ha bollato come «disinformazione» le notizie di un numero così elevato di soldati lasciati indietro o persi in azione. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, intervistato dalla CNN, ha dichiarato: «Avdiivka non sarebbe andata perduta se l'Ucraina avesse ricevuto tutte le munizioni di artiglieria di cui avevamo bisogno per difenderla». Ai soldati ucraini «va riconosciuto il merito» di avere resistito alla Russia e di aver sacrificato la propria vita in prima linea. «Ma il motivo per cui devono sacrificarsi e morire è perché qualcuno sta ancora discutendo» sulle armi. «Ogni giorno di dibattito in un posto significa un'altra morte in un altro posto».

La grave carenza di armi e munizioni a disposizione per fronteggiare la macchina bellica russa viene quindi messa continuamente al centro della discussione. A cui si somma il morale delle truppe al fronte. Ieri, il progetto indipendente DeepState ha pubblicato un video che mostra soldati ucraini presi prigionieri che vengono uccisi da militari russi vicino a Robotyny, nella regione di Zaporizhzhia. «Gli occupanti hanno sparato ai soldati ucraini. Secondo le unità vicine, il 18 febbraio i russi hanno catturato parte di una postazione ucraina, dove si trovavano tre soldati della terza brigata Spartan. Il nemico ha catturato e fucilato i nostri soldati», si legge nel commento al video. Il commissario per i diritti umani ucraino, Dmytro Lubinets, ha chiesto al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e alle Nazioni Unite di avviare un'indagine sulle circostanze che hanno portato le truppe russe a giustiziare alcuni soldati di Kiev durante la loro ritirata da Avdiivka, afferma su Telegram lo stesso Lubinets. Il riferimento è alle presunte esecuzioni di sei prigionieri di guerra ucraini disarmati, già oggetto di un'indagine da parte del Servizio di Sicurezza ucraino.

Il presidente russo ha deriso la «fuga caotica» dell'esercito ucraino dalla città di Avdiivka. «Il comando ucraino ha emesso l'ordine di ritirare le sue forze armate quando queste erano già in fuga», ha detto. Putin, durante un incontro con il suo ministro della Difesa Sergei Shoigu, con il quale si è congratulato per i successi sul terreno, ha poi «invitato le forze armate ucraine nei territori liberati ad arrendersi».

«I soldati catturati potrebbero essere un problema soprattutto sul piano emotivo e psicologico», scrive il New York Times, spiegando che questa circostanza andrebbe a colpire un esercito già demoralizzato da una controffensiva non riuscita come programmato e dalla rimozione del numero uno delle Forze Armate Valery Zaluzhny, sostituito da Oleksandr Syrskyi. La cattura di centinaia di militari, «specialmente uomini con esperienza sul campo, renderebbe più acuto il fabbisogno di personale e complicherebbe ulteriormente gli sforzi di reclutamento». Il quotidiano descrive infine come «disastrosa» la ritirata da Avdiivka, «iniziata troppo tardi e gestita senza una sufficiente comunicazione con le truppe». L’Ucraina «ha cercato di guadagnare tempo usando le forze operative speciali e la 3. Brigata d’assalto separata per coprire la ritirata. Ma non è riuscita a rallentare l’avanzata russa e a fare uscire tutti i soldati ucraini». La conseguenza sarebbe che in centinaia sono rimasti intrappolati e lasciati indietro. Insomma, «è stata gestita malissimo».

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