È polemica sulla sponsorizzazione delle Olimpiadi di Parigi da parte di Coca-Cola

Coca-Cola sponsorizza le Olimpiadi di Parigi ed è subito polemica. La multinazionale di Atlanta, spiega la Tribune de Genève, sarà il fornitore esclusivo della manifestazione per quanto riguarda le bibite senz'alcol. Le stime dicono che saranno circa 18 milioni le bottiglie che Coca-Cola distribuirà ai 15.000 atleti, 45.000 volontari e alle autorità come pure al pubblico. Numeri impressionati. Si pensi poi che, secondo il rapporto Brand Footprint stilato nel 2023 da Kantar, Coca-Cola è l'azienda alimentare i cui prodotti sono i più acquistati al mondo. Sui 416 miliardi d'acquisti analizzati nella ricerca, 6,6 miliardi riguardavano un marchio della Coca-Cola Company. Per rendere l'idea, ogni secondo la multinazionale di Atlanta vende nel mondo 17.360 bottiglie, per un totale di 547,5 miliardi di bottiglie all'anno.
Grazie a queste cifre si può facilmente intuire attorno a cosa ruoti la polemica scoppiata riguardo alla sponsorizzazione delle Olimpiadi. Oltre che dei Giochi, Coca-Cola è sponsor anche della staffetta della torcia olimpica e ha quindi il compito di selezionare 1.500 dei 15.000 tedofori. Tra questi era stata scelta anche Clean My Calanque, associazione marisgliese che si batte per la salvaguardia dell'ambiente. L'associazione, tuttavia, ha rispedito al mittente la proposta dicendo: «Non porteremo la fiamma olimpica pagata da coloro che ci fanno piegare la schiena per raccogliere i rifiuti». Clean My Calanque ha quindi denunciato il contratto di collaborazione tra la manifestazione sportiva e una delle aziende più inquinanti al mondo.

Un podio poco ambito
Secondo il rapporto 2023 dell'ONG Break Free From Plastic, in effetti, Coca-Cola è, per il sesto anno consecutivo, l'azienda al mondo che genera più inquinamento per quanto attiene alla plastica. Il dato trova conferma da un'altra ricerca: quella pubblicata nell'aprile di quest'anno da Science e intitolata Global producer responsibility for plastic pollution. Stando all'analisi, le due aziende del tabacco Altria e Philip Morris International insieme costituiscono il 2% dei rifiuti di plastica rinvenuti, sia Danone che Nestlé il 3%, Pepsi il 5%, mentre l’11% dei rifiuti è marchiato Coca-Cola.
Coca-Cola assicura che sta cercando di ridurre il suo impatto ambientale. Durante i Giochi, in particolare, il gigante di Atlanta vuole aumentare il tasso di riciclaggio dei vuoti, utilizzare anche bottiglie in vetro e mettere a disposizione dispensatori di bevande. Per quanto riguarda il mercato svizzero, invece, l'azienda (proprietaria anche di Valser) sostiene che le bottiglie fabbricate nel Paese sono composte da PET 100% riciclato.
A livello mondiale, tuttavia, il bilancio è meno roseo; almeno secondo quanto affermano numerose ONG che accusano la multinazionale di «greenwashing». Per Greenpeace, Coca-Cola produce 120 miliardi di bottiglie in plastica la cui materia prima, per il 99%, è ottenuta tramite la trasformazione di combustibili fossili e non attraverso il riciclaggio del PET.
Non è la prima sponsorizzazione controversa
Per Coca-Cola non si tratta comunque della prima volta che finisce al centro delle polemiche per una sua sponsorizzazione. Nel novembre del 2022, a creare malumori era stato il fatto che l'azienda fosse partner della COP27. In quel caso il problema fu che uno dei più grandi inquinatori al mondo fosse legato al summit che si concentra proprio sui cambiamenti climatici e sulle strategie da adottare per contrastarli, tra cui la riduzione dell'impiego di combustibili fossili i quali vengono utilizzati per la produzione di bottiglie in plastica.
Sotto la lente anche il contenuto di zucchero
Il mondo dello sport è spesso associato alla salute la quale passa anche attraverso un'alimentazione corretta. Anche in questo caso, tuttavia, Coca-Cola mostra delle pecche. A causa dell'alto contenuto di zucchero delle sue bevande, l'azienda è accusata di essere una dei principali responsabili dell'aumento dei casi di diabete di tipo 2 e di obesità, soprattutto tra i giovani. Il quadro che emerge, insomma, è difficilmente compatibile con delle competizioni sportive.