E se il migliore amico dell'uomo fosse il ratto?

A New York quello dei roditori è un problema serio. Non è raro, infatti, che fra la spazzatura che fa da contorno alle trafficate strade e vicoli della Grande Mela, si trovi qualche ratto intento a gozzovigliare. Da sempre croce delle grandi città, la forte presenza di simili animali ha spinto New York a un cambio di marcia nella gestione dei rifiuti. Al fine di ridurre la possibilità che le vie della City si trasformino in un banchetto, a partire dal 1. aprile 2023, i residenti saranno multati se metteranno la loro spazzatura sul marciapiede prima delle 20.00 (il regolamento attuale consente ai cittadini di iniziare a depositare la spazzatura alle 16.00). Tenere lontani i ratti, del resto, è importante per igiene e sanità. Eppure in Belgio si lavora per rendere il roditore uno stretto collaboratore dell'uomo. Uno in grado di salvare vite in caso di terremoto e non solo.
Un prezioso alleato
Il progetto, ideato dalla ONLUS belga APOPO, è di quelli apparentemente fantasiosi: dotare ratti di piccoli zaini high-tech, muniti di telecamere, così che possano aiutare i soccorritori nella ricerca dei sopravvissuti fra le macerie di zone colpite da terremoti. Per quanto particolare, l'idea ha solide basi scientifiche. Basi che vedono nel comportamento naturale dell'animale le qualità necessarie per elevarlo a prezioso alleato dell'uomo. Intervistata dalla CNN, la ricercatrice comportamentale e responsabile del progetto Donna Kean ha spiegato: «I ratti sono tipicamente curiosi e amano esplorare, e questo è fondamentale per la ricerca e il salvataggio». Grazie alla loro predisposizione al setacciare gli ambienti e alle loro ridotte dimensioni (senza dimenticare l'eccellente olfatto), i ratti sono perfetti per localizzare oggetti in spazi ristretti.
Da una decina d'anni, APOPO si dà da fare per creare una solida collaborazione fra ratto e uomo. L'ONLUS ha cominciato con l'addestrare i roditori perché identifichino due nemici invisibili che, per quanto differenti, mietono migliaia, milioni, di vittime in tutto il mondo ogni anno. Da una parte, le mine terrestri. Dall'altra, la tubercolosi.

Fra guerra e malattia
Ma facciamo un passo indietro. Come è nata APOPO? Tutto ha avuto inizio nel 1995, quando a Bart Weetjens, ingegnere laureato in Product design all'Università di Anversa e fiero detentore di un roditore domestico, è venuto in mente di sfruttare l'olfatto di questi animali per identificare le mine terrestri che, anche a decenni dalla conclusione di un conflitto, minacciano le vite di milioni di persone, specialmente in Africa e Asia. Lanciata nel 1997, l'ONLUS APOPO ha quindi cercato la collaborazione del governo della Tanzania e dell'Università dell'agricoltura di Sokoine per cominciare ad addestrare una tipologia di roditore locale, il ratto gigante africano. Simile al "nostro" ratto marrone, ma di dimensioni maggiori, questa specie si presta particolarmente alle attività a contatto con l'uomo per l'olfatto incredibilmente sviluppato (a fronte di una vista molto scarsa) e per un'altra caratteristica importante: la sua longevità. A differenza del suo parente diffuso in tutto il mondo, che in cattività ha una vita media di quattro anni, il ratto gigante africano può vivere fino a 8 anni. Tempo in più utile per affinare l'addestramento.
Dopo i primi incoraggianti test, effettuati nel 2003 in Mozambico, APOPO ha preso il volo. E, da allora, i team di HeroRATs (eroi ratti, come li chiama APOPO) hanno aiutato a sminare oltre 75 milioni di metri quadrati di terreni, principalmente in Cambogia, Laos, Mozambico e Angola. Più di 151 mila gli esplosivi identificati e distrutti, 1,7 milioni le persone che, ora, sono libere di vivere e lavorare la terra senza aver paura di incappare nelle mortali trappole.
Ma come funziona l'addestramento? I ratti giganti africani vengono abituati, tramite un sistema di ricompense (un po' come si fa con cani e gatti) a rispondere ai comandi umani. In particolare, imparano a collegare l'identificazione di un odore, quello dell'esplosivo, con la consegna di un gustoso snack. Al sicuro dalle esplosioni (per quanto "giganti", questi ratti non sono abbastanza pesanti per innescare le mine), i roditori sono quindi addestrati a portare una sorta di guinzaglio utile all'uomo per direzionarli sui campi da scandagliare. Il risultato? Stupefacente. In trenta minuti, un HeroRAT può identificare ogni minaccia in un terreno delle dimensioni di un campo da tennis. A uno sminatore dotato di un metal detector, a titolo di paragone, servirebbero quattro giorni per ripulire in sicurezza la stessa area.
Mentre venivano condotti i primi test in Mozambico, il team di APOPO ha poi realizzato che i ratti potevano essere utili per affrontare altre sfide umanitarie in Africa e nel mondo. Di qui l'idea di sfruttare i roditori anche in ambito sanitario. Similmente a quanto fatto con le mine, i ratti di APOPO sono addestrati a rilevare la malattia nei campioni di saliva sottoposti al loro olfatto, aiutando nella diagnosi oggi ancora così difficile.
E ora i terremoti
Da anni, APOPO cercava di espandere il progetto e fare del ratto un alleato anche in caso di terremoti. L'occasione si è presentata con la collaborazione, nel 2021, dell'organizzazione di ricerca e soccorso GEA e quella dell'ingegnere Sander Verdiesen, che si è occupato di sviluppare una componente chiave della missione: la creazione degli speciali mini-zaini. Con questi, i ratti sono in grado di portare l'occhio del soccorritore negli spazi angusti creati dal crollo di una struttura, permettendo contemporaneamente alle vittime bloccate fra le macerie di comunicare con l'esterno.
Entrato in contatto con APOPO nel 2019, Verdiesen ha creato nei primi mesi di collaborazione un prototipo di zaino per topi, utile per aiutare i soccorritori a farsi un'idea più precisa di ciò che sta accadendo nelle zone terremotate. Il prototipo consisteva in un contenitore di plastica ottenuto grazie a una stampa 3D con una videocamera che inviava le riprese in diretta a un modulo ricevitore su un computer portatile, salvando anche una versione di alta qualità su una scheda SD. Il contenitore era stato fissato ai topi con un gilet in neoprene, lo stesso materiale utilizzato per le mute da sub. In collaborazione con l'Università di tecnologia di Eindhoven e Verdiesen, APOPO sta testando uno zaino dotato di videocamera, microfono bidirezionale e trasmettitore di posizione per aiutare i primi soccorsi a comunicare con i sopravvissuti. Tutto semplice in teoria, più difficile in pratica. Adattare la tecnologia alle zone disastrate non è stato facile, ha spiegato Verdiesen alla CNN. «Il segnale GPS non riesce a penetrare le dense macerie e i detriti degli edifici crollati». Per questo si è reso necessario l'utilizzo di un'altra tecnologia, basata sull'unità di misura inerziale (sistema utilizzato per tracciare il movimento di aerei o, più in piccolo, dei pompieri) per seguire gli spostamenti del ratto.
Le prime sperimentazioni stanno già avendo luogo nel quartier generale di APOPO, in Tanzania. E finora i risultati sono promettenti. La responsabile del progetto ha spiegato all'emittente statunitense: «Gestiti fin dalla nascita, i ratti sono esposti a una varietà di ambienti, immagini, suoni e persone come parte di un "processo di assuefazione" che rende meno stressante la loro graduale esposizione a situazioni più estreme». Ma quali sono le condizioni nelle quali vivono questi piccoli mammiferi? «Il loro benessere è una priorità per APOPO. Gli animali vengono addestrati in sessioni di 15 minuti per cinque giorni alla settimana e vivono da soli o con fratelli dello stesso sesso in grandi gabbie». E la dieta è di prima qualità. «Mangiano frutta e verdura fresca e giocano ogni giorno in una sala giochi costruita su misura».
I ratti a Ginevra
Ginevra è da tempo sede di importanti organi internazionali. Come l'Organizzazione mondiale della sanità (WHO) o il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD). Non è un caso, dunque, che dal 2015 APOPO si fregi di una fondazione la cui sede è posizionata proprio nella città sul Lemano. «Il 5 marzo 2015 - evidenzia il sito dell'ONLUS - APOPO ha inaugurato la Fondazione APOPO a Ginevra, ponendo APOPO al centro degli sforzi internazionali di sminamento e della sanità mondiale. La Fondazione mira a sostenere le attività globali dell'organizzazione, rafforzando la sua rete e le sue risorse finanziarie e assicurando al contempo che l'APOPO sia posto in prima linea negli sforzi internazionali di sminamento e nella sanità internazionale a Ginevra. Questa città ospita alcuni dei principali attori nel campo dell'azione umanitaria contro le mine, nonché rinomati istituti di ricerca sulla tubercolosi».
Insomma, c'è anche un po' di Svizzera nello sforzo di questa ONLUS.