Conference League

E se Istanbul fosse terra di conquista? «Non siamo qui per visitare la città»

Domani sera il Lugano affronta il Besiktas nel secondo turno della competizione europea: il Vodafone Park sarà una bolgia ma il tecnico Mattia Croci-Torti non si scompone
© Ti-Press
Massimo Solari
04.10.2023 19:30

Bisanzio. Costantinopoli. Istanbul. E ancora l’Europa e l’Asia, due cuscini sui quali adagiarsi. O forse no. In una delle culle più fertili della storia, il Lugano vuole lasciare un segno. Una data da consegnare ai posteri. Per l’eternità. A due passi dal Bosforo, però, non si capisce bene da che parte soffi il vento. Chi voglia sospingere. Se, come da logica, il Besiktas padrone di casa. Oppure la squadra di Mattia Croci-Torti, oggettivamente meno attrezzata, ma tutto fuorché disposta a farsi travolgere dagli eventi. Domani sera sapremo. Sì, capiremo se la bolgia del Vodafone Park si trasformerà in un girone infernale. Un abisso.

I bianconeri, comunque, stanno bene. Hanno ripreso quota in campionato. E più in generale fiducia, dai titolari alle cosiddette seconde linee. Di più: stando a quanto si dice e si legge da queste parti, la pressione sarebbe tutta sulle spalle del club turco. Obbligato a vincere per cercare di lenire l’onta di un -8 dal Fenerbahçe in Süper Lig dopo appena sette turni. Figuriamoci se l’avversario di turno è una formazione di provincia come quella ticinese. Croci-Torti, tuttavia, non teme le vertigini. Non a fronte delle ultime risposte fornite dai suoi uomini. Non dopo il rinfrancante pareggio contro il Bodø/Glimt, alla prima curva della Conference League.

«L’impatto sarà un’altra cosa»

«È nostra intenzione confermare quanto di buono mostrato all’esordio» afferma il Crus a poche ore dal match. L’adrenalina cresce a poco a poco. L’allenatore momò, però, non si scompone. «Siamo molto felici di essere a Istanbul. In un luogo così legato al calcio. Ma siamo altresì convinti di potercela giocare». Poco importa, insomma, il contesto. «Beh, naturalmente l’impatto con la sfida sarà qualcosa di diverso dal solito» ammette Croci-Torti. Per poi precisare: «Il tempo per adattarsi, ad ogni modo, andrà ridotto ai minimi termini. Dopodiché, vogliamo giocare come sappiamo». Ecco, appunto: come si prepara una sfida con un avversario e in un impianto così importanti? «La si prepara come tutte le altre» sottolinea l’allenatore del Lugano. «I nostri obiettivi, d’altronde, sono chiari: fare il meglio possibile. Certo, affrontiamo un avversario di un’altra caratura. Un avversario forte. Perciò vogliamo concentrarci su quanto avviene in campo, non sul clima dello stadio».

Steffen e le responsabilità

Fra i giocatori bianconeri, in realtà, pochi hanno già provato vibrazioni come quelle attese al Vodafone Park. Uno su tutti: Renato Steffen. «È vero, conosco ambienti come quello di Istanbul» conferma l’esterno della Nazionale. «Ciò detto, non sarò l’unico responsabile sul terreno da gioco. Ciascuno di noi deve fare la sua parte. Per quanto mi riguarda, sono felice di poter assaporare di nuovo sensazioni ai più alti livelli. E, soprattutto, di farlo con il Lugano. No, della Bundesliga non ho nostalgia».

Steffen tornerà in campo dal primo minuto. Non sarà l’unica novità della formazione plasmata dal Crus. «Abbiamo le idee chiare» rileva in merito il tecnico ticinese. «Siamo alla sesta partita di un tour de force che prevedeva sette incontri in 25 giorni. Rispetto a Winterthur, cambieremo 3-4 pedine. E ciò al fine d’infondere freschezza all’undici titolare. Questa e le rotazioni delle ultime settimane sono state studiate nel dettaglio. Lo stesso accadrà in ottica Servette, domenica». Oltre a Steffen al posto di Cimignani, in attacco Bottani e Celar sostituiranno Aliseda e Vladi. Ma dall’inizio potrebbero rivedersi pure Bislimi e Arigoni. «Stanno bene e sono entrambi a disposizione» si limita a dire il mister del Lugano.

«Senza timori»

E il Besiktas? Che avversario sarà? Davvero disorientato dalla tensione? Croci-Torti, al solito, si è preparato bene. «Il Besiktas si basa molto sulla forza fisica, sia dietro, sia davanti. L’asse centrale, in questo senso, è molto potente. Ma quella turca è anche una squadra polivalente. In grado d’interpretare le partite in più modi. Sarà quindi molto importante capire l’impostazione tattica del nostro avversario nei primissimi minuti. Perché, appunto, a Senol Güneş piace cambiare».

Il tecnico dei bianconeri, lui, non vuole invece snaturarsi. O, peggio ancora, farsi distrarre dal palcoscenico forse più prestigioso della sua giovane carriera. «Sono molto tranquillo» assicura il Crus. «Non lo nego, quella di Istanbul è fra le partite più significative del mio percorso sulla panchina del Lugano; un po’ come le prime volte al St. Jakob o al Wankdorf. Affronto l’esperienza con il sorriso sulle labbra. Non si tratta di soddisfazioni solo di natura professionale, ma di una vita intera. Da assistente allenatore, in ogni caso, ho già operato in stadi importanti. A Kiev, Bucarest, Copenaghen. Non vedo l’ora di iniziare la sfida col Besiktas, ci mancherebbe. Ma devo restare lucido. Non siamo a Istanbul per visitare la città o ammirare lo stadio e i suoi tifosi. Miriamo a portare a casa un punto, ma siamo capaci di conquistarne anche tre. Sappiamo chi siamo; disponiamo di sufficienti qualità per mettere in difficoltà il Besiktas. Spero di non vedere in campo una squadra intimorita, quanto animata da grande coraggio». Ci sono un luogo e una una data da consegnare ai posteri.

In questo articolo: