E se la Finlandia usasse mine antiuomo per proteggere il confine con la Russia?

E se la Finlandia utilizzasse mine antiuomo per difendere il proprio confine con la Russia? Se ciò dovesse effettivamente accadere, si tratterebbe di un cambio di rotta significativo. Queste armi, infatti, sono mal viste dalla comunità internazionale a causa del rischio elevato che costituiscono per la popolazione civile, anche una volta terminata la guerra. Non a caso, il Paese scandinavo è una delle 165 nazioni che ha firmato la Convenzione di Ottawa, documento che sancisce il divieto d'impiego per le mine antiuomo.
Come detto, però, sembrerebbe che le cose stiano cambiano. Di fronte alla crescente minaccia russa, spiega Watson, il comandante delle forze armate finniche, il generale Janne Jaakkola, ha lanciato un appello affinché si rilanci un dibattito sull'utilizzo delle mine antiuomo. Egli sostiene infatti che quello che sta succedendo in Ucraina dimostra l'ampiezza delle operazioni russe imponendo alla Finlandia di ripensare la propria difesa. Gli esperti, in effetti, sottolineano che Helsinki potrebbe respingere temporaneamente un eventuale attacco russo con mine terrestri in attesa dell'intervento della NATO. L'Ucraina stessa, del resto, si starebbe difendendo in maniera efficace con mine antiuomo americane.
L'idea di impiegare queste armi per garantire la sicurezza del confine sembrerebbe condivisa anche dal Governo: sia il suo capo Petteri Orpo, sia il presidente Alexander Stubb si sono detti favorevoli a rivalutare la questione. Quest'ultimo ha altresì sottolineato come dal 2012 (anno in cui la Finlandia ha firmato la Convenzione di Ottawa), il mondo è enormemente cambiato. Ecco perché, a suo dire, la Finlandia deve reagire in maniera adeguata alle principali minacce.
La prospettiva di tornare a utilizzare mine antiuomo sembra inoltre trovare il favore della popolazione. Un'iniziativa popolare sulla loro reintroduzione «per proteggere le frontiere della NATO» ha raccolto 50.000 firme in appena qualche settimana. Il testo verrà ora sottomesso al Parlamento. Parlamento in cui sembra già delinearsi una maggioranza: solo due partiti di sinistra si sono difatti detti contrari.
Non solo la Finlandia
La Finlandia non è comunque l'unico Paese che sta valutando di tornare a utilizzare le mine antiuomo. L'Estonia, per esempio, si è detta pronta a seguire l'esempio del Paese scandinavo in caso di necessità.
In Svezia, invece, i populisti di destra e i cristiano-democratici chiedono, opponendosi al Governo conservatore di Ulf Kristersson, la reintroduzione di mine antiuomo e munizioni a grappolo. Scenario identico in Danimarca: il Governo vuole mantenere il divieto su entrambi i tipi di arma, ma numerosi esperti militari e uomini politici chiedono di acquistarle.
Tanto se non tutto, comunque, dipenderà dalla mosse della Finlandia. Prima che altri si muovano nella sua stessa direzione, sarà infatti il Paese scandinavo a dover segnare la via.