E se le criptovalute le emettessero le banche centrali?
Oggi parleremo ancora una volta di criptovalute. Non più nel senso degli strumenti finanziari utilizzati anche come mezzo di pagamento e accettati tra privati volontariamente per estinguere rapporti di debito-credito ed emesse in modo decentralizzate, ma di Central bank digital currencies meglio conosciute come Cbdc. In questo ambito si rovescia il paradigma: da decentralizzata, la moneta torna a essere emessa in modo centralizzato, ovvero da una banca centrale come la Banca nazionale svizzera o la Federal Reserve o la BCE.
Una Cbdc può essere definita come la rappresentazione digitale di una moneta fiat nazionale, intesa quest’ultima come moneta emessa e gestita da una istituzione monetaria sovrana come la banca centrale, appunto. In pratica non più franchi, euro o dollari cartacei o elettronici (come per l’ebanking o le carte di pagamento, di debito o di credito che siano), ma le stesse monete emesse e circolanti sulla famosa – per gli addetti ai lavori – blockchain.
Siamo a una svolta epocale? Il denaro, già smaterializzato da tempo, è destinato a diventare ancora più fluido, incorporeo? In questa puntata del podcast Dividendo - Il Bello dell’Economia, Generoso Chiaradonna e Dimitri Loringett ne parlano con Edoardo Beretta, professore titolare presso la facoltà di scienze economiche dell’Università della Svizzera italiana e ricercatore presso l’istituto di economia politica dello stesso ateneo.