CdT.ch

Ecco che cosa avete letto nel 2024

I nomi di Sanremo 2025, l'accesso ai siti porno dall'Italia, Noè Ponti con il piumone e tanto, tantissimo altro: i dieci articoli che avete apprezzato di più
© CdT/Chiara Zocchetti
Marcello Pelizzari
31.12.2024 13:45

Ci siamo. Il 2024 è agli sgoccioli. Ancora pochi minuti, poi anche nel nostro fuso orario entreremo nel 2025. «L'anno vecchio è finito, ormai, ma qualcosa ancora qui non va» per dirla con l'immenso Lucio Dalla. Già, difficilmente l'anno che verrà sarà privo di problemi, crisi e guerre. Basti pensare al conflitto in Ucraina, o alla situazione – complicata e tentacolare – in Medio Oriente. Per tacere degli altri fronti caldi a livello internazionale. D'accordo, ma che anno è stato in termini di visualizzazioni? Detto in altre parole: che cosa avete letto e apprezzato maggiormente su CdT.ch? Eccovi, per finire al meglio questo 2024, la top10 degli articoli più cliccati. Con tanto di link ai pezzi completi. Buona lettura. E, soprattutto, buon 2025.

Perché Sanremo è Sanremo

Sì, è vero, la lista dei nomi è stata ufficializzata soltanto alcune settimane fa, a dicembre, con tanto di analisi di Stefano Olivari. Il quale, tuttavia, già ad agosto si era sbizzarrito nel tentativo di individuare chi, nel panorama artistico italiano, avrebbe accettato di partecipare alla prima kermesse post-Amadeus. Ne era uscito un articolo, di per sé, interlocutorio, ma capace di generare parecchio hype fra i lettori. Curiosi, appunto, di capire che impostazione avrebbe dato Carlo Conti al Festival. D'altro canto, Sanremo è (sempre) Sanremo.

Quell'accesso ai siti porno

In Italia, per accedere ai siti porno o, per dirla meglio, ai portali con «materiale sensibile e dannoso» per i minori di 18 anni dal 2025 servirà il cosiddetto SPID? Snì, avevamo risposto lo scorso ottobre. Partiamo dalla fine: di recente, come richiesto dalla Commissione Europea ma anche dalle leggi in vigore in Italia, sono state introdotte alcune nuove disposizioni. Legate, appunto, all'accesso a questi siti. L'AGCOM, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, non ha tuttavia imposto una particolare tecnologia o un documento per accedere alle piattaforme. Come, ad esempio, il citato SPID, il Sistema pubblico di identità digitale, o ancora la carta di identità elettronica. In questo senso, l'AGCOM ha lasciato ampia libertà alle aziende, purché l'autenticazione avvenga nel rispetto della privacy degli utenti, del GDPR e del Digital Services Act europei.

Noè Ponti con il piumone: perché?

Alcuni, sorridendo, durante le Olimpiadi di Parigi hanno azzardato un paragone con l'oramai celeberrima «foto» del Papa con il Mon Clero. Stiamo parlando di nuotatrici e nuotatori e dei loro piumoni invernali. Sfoggiati con nonchalance e, diciamolo, stile all'ingresso in piscina. Domanda delle domande: ma perché? Siamo di fronte a una trovata di marketing dello sponsor tecnico di turno o, dietro, c'è una motivazione concreta? La seconda, anche se è indubbio che i vari marchi del nuoto non disprezzino affatto una carrellata extra dei loro prodotti. L'articolo completo.

Troppa pipì in acqua

«Penso che chiunque faccia pipì in piscina», disse candidamente nel 2012 il nuotatore più decorato della storia, Michael Phelps, squarciando il velo che nascondeva un’abitudine nascosta ma, ahinoi, tanto diffusa. «È una cosa normale – aveva aggiunto lo statunitense –. L’allenamento può durare anche due ore. Quando si ha lo stimolo, difficilmente si esce dall’acqua per andare in bagno. La si fa in piscina. Tanto il cloro disinfetta tutto». E in parte è anche vero. Ma Phelps dimenticava di dire che se nell’acqua si immette più materiale organico, bisognerà immettere anche più cloro. Una combinazione che genera dei sottoprodotti chimici che, sopra una certa concentrazione, possono diventare pericolosi per la salute. Ne sappiamo qualcosa anche alle nostre latitudini.

883, perché Max Pezzali e Mauro Repetto si sono divisi?

Ve lo diciamo subito: se non l'avete ancora vista, fatelo. Stiamo parlando di Hanno ucciso l'uomo ragno – La leggendaria storia degli 883, miniserie di 8 puntate – di Matteo Rovere e Sydney Sibilia, prodotta da Sky e Groenlandia – che è già diventata un vero e proprio cult. Soprattutto tra i nostalgici degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. I sogni sono il filo conduttore di una storia che è già mito. Quella di Max Pezzali – il figlio del fioraio – e di Mauro Repetto, bravo in tutto «ma non abbastanza». Due ragazzi di Pavia che raggiungono il successo inaspettatamente e diventano un fenomeno musicale, pur senza suonare uno strumento. La parabola perfetta delle migliori amicizie, al grido di «dignità zero» e di «il nostro superpotere sono i nostri sogni». La storia di due underdog che, insieme, sono diventati il simbolo di una generazione. Di qui la domanda: ma perché Max Pezzali e Mauro Repetto si sono divisi?

«Ho paura, l'aereo è vecchio», il messaggio alla famiglia prima che l'ATR-72 precipitasse

«Arriveremo sotto la pioggia. Ho tanta paura di questo volo. L'aereo è vecchio. C'è un sedile rotto. È il caos». Sono le ultime parole scritte da Rosana Santos Xavier, 23 anni, passeggera sull’aereo precipitato in Brasile venerdì 9 agosto. La ragazza si trovava a Paraná per motivi di lavoro e stava tornando a San Paolo, città in cui viveva. La giovane, una volta a bordo, ha mandato nove messaggi su WhatsApp alla madre. «Vecchio aereo, il sedile è rotto. Caos», ha scritto alle 11.48. La donna ha raccontato a TV Globo di essersi preoccupata, ma di essersi chiaramente sentita impotente. Ha chiesto alla figlia di leggere un versetto della Bibbia cercando di calmarla, ma poi non ha più ricevuto risposta. Pochi minuti dopo ha visto in televisione l’incidente aereo. «Ho cominciato a correre dentro casa urlando». Della figlia le è rimasto solo l'ultimo selfie, mandato direttamente da quell'aereo, l'ATR-72La storia completa.

La Russia a muso duro: «Non volate con Turkish Airlines»

La Turchia, lo abbiamo visto, è una destinazione molto importante per i cittadini russi. Da sempre, ma ancora di più da quando l'esercito di Mosca ha invaso l'Ucraina: l'Unione Europea, infatti, ha reagito sanzionando pesantemente la Federazione Russa e, parallelamente, chiudendo il proprio spazio aereo ai vettori russi. Nel 2022, l'anno in cui è scoppiata la guerra, 5,2 milioni di russi erano stati in ferie in Turchia. Nel 2023, addirittura, sono saliti a 6,3 milioni. Si è trattato, nello specifico, del secondo maggior numero di arrivi di sempre dalla Federazione Russa. Ma la Turchia, proprio in virtù della chiusura dello spazio aereo europeo, è diventata anche uno snodo fondamentale. Attraverso cui i cittadini russi possono raggiungere altre mete. Difficili, o impossibili, da raggiungere altrimenti. La compagnia di bandiera turca, in questo senso, svolge un ruolo fondamentale. Da un lato, continua a offrire voli da e per la Russia e, dall'altro, ha un network impressionante in termini di rotte da Istanbul. Ovunque ci sia un aeroporto nel mondo, verrebbe da dire, c'è (quasi) sicuramente anche un volo di Turkish Airlines. Ultimamente, però, i cittadini russi stanno avendo non pochi problemi a proseguire il loro viaggio in arrivo dalla Russia. Addirittura, l'Ambasciata russa ad Ankara ha invitato i propri connazionali a non volare con Turkish Airlines. Il motivo? Di recente, a un numero crescente di passeggeri sui voli in coincidenza da Istanbul verso destinazioni dell'America Latina è stato negato l'imbarco. «Ci sentiamo costretti a consigliare ai nostri cittadini di valutare attentamente se sia consigliabile utilizzare i servizi di questa compagnia aerea» ha dichiarato l'Ambasciata in un comunicato diffuso a inizio settimana. Fra le motivazioni citate dalla compagnia figurano l'assenza di bagagli per viaggi che prevedono soggiorni lunghi o la mancanza della necessaria documentazione. Ma non è tutto...

Alain Delon e Romy Schneider, un grande amore vista lago

Oggi non la trova più. «Sa, a un certo punto bisogna fare ordine in casa e sarà sicuramente finita nella pattumiera», taglia corto Katia de Lucchi Bernasconi. Tuttavia quella foto con dedica a lei e alla sua sorella gemella Flavia aveva suscitato l’invidia di tutte le compagne di scuola quando erano piccole. È vero che abitavano in un paesino lontano anni luce dal mondo della celluloide, ma certi volti non passavano inosservati, neppure nella Vico Morcote di fine anni ‘50. A Katia e Flavia avec sympathie, Alain Delon e Romy Schneider, c’era scritto sul ritratto ancora fresco di penna che le due sorelle mostrarono orgogliose alle compagne. Un meraviglioso primo piano dell’attore francese abbracciato all’immensa Romy Schneider, consegnato di persona dalle due star alle gemelle. Un tesoro per due ragazzine di dieci anni di Vico Morcote. Il racconto di quello scatto.

I figli di Elon Musk

Siamo tutti figli di Elon Musk, in un certo senso. Perché anche chi non usa X, il fu Twitter, si è adeguato a un certo modo di comunicare. Ma in senso stretto i figli di Elon Musk sono soltanto undici, più uno morto piccolissimo, e di loro si sta parlando tanto. Non soltanto per il caso che sta vedendo Vivian contrapposta al suo famoso padre ma anche per il mistero che circonda la vita privata di uno degli uomini più potenti del pianeta, capace a suo modo di influenzare le coscienze più di tutti i politici messi insieme. Del resto, lui stesso per la sua pensione ha previsto un ruolo da «influencer del mondo». L'approfondimento completo.

Il Boeing 777 di Air France finito in mezzo ai missili iraniani

Riavvolgiamo il nastro: lo scorso 1. ottobre, il volo Air France AF 662 ha lasciato una delle piste dell’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle alla volta di Dubai, negli Emirati Arabi. Di principio, un volo di routine. Come tanti altri. Seguendo la «solita» rotta. E poi? Mentre il Boeing 777 della compagnia francese stava sorvolando i Balcani, dagli Stati Uniti sono rimbalzate le prime voci riguardanti un attacco missilistico, oramai imminente, dell’Iran contro Israele. A quel punto, informati della minaccia, diversi aeroplani hanno fatto marcia indietro o puntato su aeroporti alternativi rispetto ai piani iniziali. Così, almeno, si sono comportati tutti gli aeromobili del gruppo Lufthansa, fra cui il volo Swiss LX 242 partito da Zurigo e diretto proprio a Dubai, con l’Airbus A330 della compagnia elvetica che ha poi riparato ad Antalya, in Turchia. Poco dopo, tramite una nota ufficiale, Swiss ha confermato che avrebbe evitato i cieli di Iran, Iraq e Giordania vista la situazione venutasi a creare in Medio Oriente. Il volo AF 662 di Air France, invece, ha proseguito lungo la rotta originale. Imboccando un corridoio aereo che prevedeva il sorvolo dell’Iraq. E che ha portato l’aereo in una zona di pericolo: dal cockpit, secondo quanto appreso dall’emittente France 2, l’equipaggio avrebbe visto alcuni missili lanciati da Teheran illuminare il cielo e, ancora, passare al di sopra del Boeing 777. L'articolo completo.