Guerra in Ucraina

Ecco chi è Apti Alaudinov, da molti considerato il nuovo Prigozhin

Cinquant'anni, è comandante delle forze speciali cecene Akhmat ed è diventato il portavoce del Cremlino per la regione di Kursk – È accusato di essere coinvolto nel rapimento, nella tortura e nell'omicidio di persone LGBT in Cecenia e di violenze contro l'attivista Ruslan Kutaev
Red. Online
18.09.2024 10:30

È considerato il nuovo Prigozhin. Lui è Apti Alaudinov, ha cinquant'anni, è comandante delle forze speciali cecene Akhmat ed è diventato il portavoce del Cremlino per la regione di Kursk. Ma chi è questo soldato di etnia cecena?

Ricostruiamone il profilo. A partire dall'invasione della regione di Kursk da parte delle truppe ucraine, spiega Watson, Alaudinov è diventato il principale portavoce del Cremlino per il quale si occupa di aggiornare i suoi «seguaci» sull'evoluzione della situazione nell'area degli scontri. Sui social, infatti, il comandante ha più di 250.000 followers.

I social vengono usati da Alaudinov anche per motivare i giovani soldati russi ai quali dice: «Se muori difendendo la tua patria e la tua fede in Dio, andrai in paradiso. E cosa potrebbe accaderti di meglio del paradiso nel tuo viaggio verso l'Onnipotente?».

Nonostante le parole altisonanti, comunque, l'unità Akhmat non è stata in grado di respingere l'invasione ucraina nella regione di Kursk. Alaudinov si è giustificato dicendo che le sue truppe non hanno visto arrivare il nemico. Nonostante la figuraccia, però, il Cremlino non solo non lo ha sospeso, ma gli ha addirittura conferito l'autorità di riferire sulla situazione nella zona.

Abile comunicatore, Alaudinov si è servito, e si serve tutt'ora, dei social pure per presentare una situazione sul campo di battaglia differente da quella reale. Nei giorni successivi all'entrata delle truppe ucraine nella regione di Kursk e alla loro avanzata, il comandante ceceno si è lanciato in dichiarazioni discutibili. L'8 agosto, per esempio, diceva: «Che tutti mangino pop-corn guardando come Akhmat distrugge il nemico». Il 10 agosto sosteneva quindi che «la situazione è controllabile» e l'11 settembre ribadiva che «continuano la pulizia e il rafforzamento delle posizioni».

Grazie alle sue campagna social, nel corso degli ultimi due mesi Alaudinov è così riuscito ad accrescere il proprio peso a livello mediatico nonostante, per ora, non abbia mantenuto la promessa di sconfiggere il nemico. Questa forte presenza pubblica ha fatto sì che Alaudinov sia paragonato a Yevgeny Prigozhin, diventato molto popolare nel 2023 in qualità di commentatore dal fronte di Bakhmut. I due, del resto, si conoscevano e si stimavano.

Nel proprio curriculum, Alaudinov annovera anche la presenza sulla lista delle persone oggetto di sanzioni da parte del Congresso degli Stati Uniti per gravi violazioni dei diritti umani. Nel dettaglio, il militare è accusato di essere coinvolto nel rapimento, nella tortura e nell'omicidio di persone LGBT in Cecenia e di violenze contro l'attivista Ruslan Kutaev.

Negli ultimi tempi sono poi aumentate le speculazioni secondo cui Alaudinov potrebbe rimpiazzare l'attuale capo della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov. Tra i due, tuttavia, non è sempre corso buon sangue. Alaudinov è stato a lungo viceministro degli Interni in Cecenia, ma è caduto dal piedistallo nel 2019 in quanto sospettato di cospirare contro Kadyrov. A causa di ciò è stato lontano dalle scene per qualche tempo ed è riapparso solo nella primavera del 2022.

Nonostante le magre soddisfazioni sul campo di battaglia a Kursk, Alaudinov vanta anche qualche successo importante con l'unità Akhmat. In particolare, sotto i suoi ordini il battaglione ha superato gli obiettivi che si era prefissato nel reclutamento di soldati. Ciò ha permesso a Kadyrov di riguadagnarsi il rispetto di Vladimir Putin e ad Alaudinov di essere considerato un eroe per la Russia. Oggi, di conseguenza, i rapporti tra Alaudinov e Kadyrov si sono distesi: il primo riconosce infatti al secondo il ruolo di sovrano e lo aiuta, in qualità di mediatore, a imporsi come «segugio di Putin».

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