Gaza

Ecco chi sono i 6 ostaggi morti, rapiti al rave di Re’im

IDF: «Uccisi da Hamas poco prima che li raggiungessimo», ma dall'altra parte parlano di «attacchi aerei da Israele» – Le famiglie promettono di fermare il Paese con una serie di manifestazioni
© KEYSTONE (The Hostages Families Forum via AP)
Red. Online
01.09.2024 12:00

Il governo israeliano nella notte ha dichiarato di avere recuperato i corpi di sei ostaggi a Gaza, in un tunnel sotto la città di Rafah. Si tratta due donne e quattro uomini: Carmel Gat (40 anni), Eden Yerushalmi (24), Hersh Goldberg-Polin – israelo-americano 23.enne –, Alexander Lobanov (33), Almog Sarusi (27) e Ori Danino (25). Cinque di loro erano stati rapiti il 7 ottobre dal festival di musica techno Nova a Re’im.

Anche Hersh Goldberg-Polin era stato rapito nei pressi del Nova party, dopo essersi nascosto in un rifugio lungo la strada. Con un braccio amputato era apparso in un video di Hamas, chiedendo di essere riportato a casa. La madre e il padre, Rachel e Jon, avevano girato il mondo per richiamare l’attenzione sul suo caso: avevano parlato alle Nazioni unite, con Elon Musk, con papa Francesco e alla convention democratica di Chicago. Il presidente Joe Biden aveva seguito di persona il suo caso e adesso dichiara: «Sono devastato». La vice Kamala Harris, candidata alla successione, commenta: «Hamas ha ancora più sangue americano sulle mani».

I sei ostaggi sono stati «brutalmente assassinati» da Hamas poco prima dell'arrivo delle truppe, ha dichiarato il portavoce dell'IDF, Daniel Hagari: «Sono stati rapiti vivi la mattina del 7 ottobre. I loro corpi sono stati trovati durante i combattimenti a Rafah, in un tunnel, a circa un chilometro di distanza da quello da cui abbiamo salvato Farhan al-Qadi qualche giorno fa. I soldati hanno combattuto i terroristi di Hamas in superficie nell'area in cui si trovava il tunnel».

L'alto funzionario di Hamas, Izzat Al-Rishq, dal canto suo ha invece affermato che i sei prigionieri sarebbero stati uccisi da attacchi aerei israeliani. Lo scrive Al Jazeera. Il funzionario ha pure affermato che «Hamas si preoccupa della vita dei suoi prigionieri più di quanto non faccia Biden», sottolineando che «il gruppo ha accettato la sua proposta e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Netanyahu le ha respinte e la sua amministrazione ha ceduto alle richieste del premier, che miravano a ostacolare il raggiungimento di un accordo per mantenere il suo potere».

La protesta delle famiglie degli ostaggi

I parenti degli ostaggi hanno annunciato per la giornata odierna una grande protesta in Israele. «Il Paese tremerà. Chiediamo alla gente di prepararsi. Israele si fermerà. Netanyahu ha abbandonato gli ostaggi: ora è un fatto. Ma l’abbandono è finito», hanno affermato. Questa notte sono stati recuperati i corpi di sei giovani, qualche giorno fa erano stati trovati i corpi di anziani. Da mesi, l’intelligence israeliana stima che la maggior parte dei rapiti nei kibbutz siano morti viste le condizioni di prigionia e i combattimenti. Non si è più saputo nulla della famiglia Bibas, la donna con i suoi due bambini portati via da Nir Oz, che avrebbero dovuto tornare a casa nello scambio di novembre. Gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas sono 101. Ma appare tutto ormai perso. E l'opinione pubblica è esasperata dalle continue notizie di un rinvio dell’accordo per il cessate il fuoco.

Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi chiede al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, di assumersi la responsabilità dell'abbandono degli ostaggi: la loro morte è il «risultato diretto» del «siluramento» da parte del premier delle proposte di accordo sugli ostaggi e della sua richiesta di mantenere la presenza delle Forze di difesa israeliane (IDF) nel Corridoio di Filadelfia, scrive Times of Israel. «Negli ultimi mesi, otto ostaggi sono stati salvati vivi nel corso di operazioni militari, rispetto ai 105 ostaggi rilasciati nell'accordo di novembre».

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione registrata: «Siamo in una giornata difficile. I cuori dell'intera nazione sono lacerati. Insieme a tutti i cittadini di Israele, sono rimasto scioccato nel profondo della mia anima dal terribile omicidio a sangue freddo di sei dei nostri rapiti. Insieme a tutta la nazione, io e mia moglie condividiamo il pesante dolore delle famiglie. Siamo tutti in lutto insieme a loro. Il fatto che Hamas continui a commettere atrocità come quelle del 7 ottobre ci impone di fare tutto il possibile affinché non possa commettere di nuovo queste atrocità. Dico ai terroristi di Hamas: non staremo fermi e non staremo in silenzio. Perseguiremo voi, vi prenderemo e regoleremo i conti».

Il video provocazione: «Donne violentate e incinte»

La dura dichiarazione arriva a poche ore dalla pubblicazione di un brevissimo video, da parte dell'Hostages and Missing Families Forum, dove i parenti alludono alla possibilità che alcune donne rapite e stuprate dai terroristi potrebbero essere rimaste incinte e addirittura avere partorito nei tunnel di Gaza.

Un tunnel buio, le urla di dolore, il pianto in lontananza di un neonato e poi l'immagine di una donna incinta. Il video è stato rilanciato in parte da Channel 12. «Queste voci non sono solo nella nostra testa. Esistono nelle profondità dei tunnel di Gaza. A più di 9 mesi dal loro rapimento, il seguito può solo essere immaginato... Devono essere portate a casa. Ora», è il messaggio.

Attenzione, le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità

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