Reportage

Ecco chi vive tutto l’anno nei campeggi ticinesi

Abbiamo visitato alcune strutture del Luganese incontrando gli indomiti abitanti di spazi desolati - Amano la libertà, la natura e le tariffe basse
Campeggio Taverne (foto Zocchetti).
Romina Borla
01.04.2019 09:59

La bella stagione sta arrivando, con tutto uno sbocciar di fiori e di pensieri vacanzieri. Mentre i campeggi sparsi sul territorio cantonale – il sito www.ticino.ch ne cita 38, da zero a cinque stelle – si stanno preparando ad accogliere i turisti attirati dalle bellezze naturali nostrane. Ma siamo poi sicuri che queste strutture non abbiano lavorato nei mesi scorsi? Ne abbiamo visitate alcune, nel Luganese, scoprendo che ci sono persone che le abitano anche d’inverno, infischiandosene delle basse temperature e della mancanza d’acqua corrente. Chi sono questi indomiti campeggiatori fuori stagione? E perché hanno scelto di vivere in maniera così spartana, in camping magari discosti, senza vista panoramica e – appunto in quel periodo – attraversati da un’aria di desolazione? Ve lo raccontiamo.
Iniziamo il nostro viaggio al Campeggio Taverne. Entriamo in quello che sembra un villaggio fantasma americano anche se la vicina Cantonale non ha il fascino della Route 66. Una serie di roulotte sbarrate. Piscina senz’acqua, piena di foglie. Parco giochi immobile e silenzioso. Non un’anima. Anzi sì, due: il gestore del camping Michel e la sua compagna. Lei invasa fiori. Lui, con un forte accento tedesco, ci spiega: «D’inverno qui non c’è nessuno, tranne Barbarossa...». Subito la nostra testa si riempie delle gesta di tremendi pirati ottomani e battaglieri imperatori di Sacri romani imperi che stridono con la tranquillità decadente del luogo. Ma no, stava parlando di Jörg Wolters, l’uomo che suona l’organetto e ha la barba rossa. È lì che abita! Lo immaginiamo aggirarsi tra il vento e i vialetti vuoti che aspettano di tornare a riempirsi, con quel sorriso un tantino malinconico che non lo abbandona mai (leggi la sua storia nella pagina accanto). Ci distoglie dai nostri pensieri Michel: «Tra un po’ ricomincia l’attività, ci stiamo preparando, e qui si parlerà unicamente tedesco». L’uomo ha lasciato il canton Berna 22 anni fa per quella che è una pianura industriale in piena regola, ma non rimpiange la sua scelta e si rimbocca le maniche pure per sua figlia, in quel momento a scuola.

Camping Moretto (foto Zocchetti).
Camping Moretto (foto Zocchetti).

Anche il gerente del Campeggio Moretto di Cureglia parla (solo) tedesco. Quando arriviamo sta trafficando negli spazi lasciati liberi dalle case mobili ancora addormentate. Sua moglie Monica Spycher ci informa che la struttura rimane chiusa nei mesi freddi (riaprirà il 5 aprile) «ma le richieste di poter stare qui tutto l’anno da parte dei clienti affezionati – soprattutto pensionati d’oltre Gottardo – ci sono eccome». Eccezionalmente il camping ospita già qualcuno: una coppia in là con gli anni proveniente dal canton Berna, Marina e Peter. «Abbiamo chiesto di poterci fermare e ci hanno accolto a braccia aperte», dice lei. «Appena abbiamo un momento libero dal lavoro scappiamo con il nostro furgone alla scoperta di tutta la Svizzera. Non ci facciamo di certo fermare dalla stagione invernale. Anzi, durante il periodo natalizio è bello viaggiare». Pensiamo che non dev’essere molto comodo dormire lì dentro e, a dicembre, nemmeno troppo caldo. Ma esistono le tute termiche e volete mettere il senso di libertà che regalano poche pretese e quattro ruote sotto il sedere?

Le richieste di poter stare qui tutto l’anno da parte dei clienti affezionati – soprattutto pensionati d’oltre Gottardo – ci sono eccome.

Ora è la volta del Campeggio Palazzina di Mezzovico-Vira, a pochi passi dalla strada cantonale. Esiste dal 1957 ed è una sorta di impresa di famiglia. «Promotore del progetto è stato lo zio di mio papà che ha piazzato sul terreno una tenda militare per far capire alla gente di cosa si trattava», spiega l’attuale gerente Katia Scoglio accogliendoci col sorriso. «I primi clienti giungevano dal Nord dell’Europa: erano belgi, olandesi. Adesso arrivano soprattutto svizzero-tedeschi. Siamo aperti dal 19 marzo al 30 ottobre per la clientela in transito, tutto l’anno per quella fissa». In diversi, dice la nostra interlocutrice, lasciano nella struttura le loro roulotte e magari ci fanno una puntatina ogni tanto. «Alcuni vivono qui in pianta stabile. Si possono contare sulle dita di una mano. Si tratta di ticinesi con storie particolari e, soprattutto, pensionati svizzero-tedeschi». Ne incontriamo uno: Ulrich Strupler di 72 anni. Parla solo «Dutch», ci avverte. Ha messo piede nel nostro cantone per la prima volta, in veste di campeggiatore occasionale, 28 anni fa. Nel 2005 ha scoperto il Camping Palazzina dove, una volta in pensione (era portinaio-custode), si è trasferito con la moglie. «Del Ticino mi piace il clima mite», confida. «Sono scappato dalle nuvole di Sciaffusa e non mi sono mai pentito, anche se i miei figli sono oltre Gottardo. Qui c’è tutta la mia vita e non esco volentieri dalla struttura». Sia d’estate, quando le occasioni di socializzare sono tante, sia d’inverno quando di volti se ne incontrano pochi. La tranquillità non lo spaventa, a fargli compagnia ci pensa la compagna, i clienti della pizzeria adiacente e il vicino di roulotte. Quest’ultimo, che si chiama Giovanni, è nato in Val Colla e, dopo un periodo di lavoro in Svizzera tedesca, è rientrato in Ticino con la moglie e l’amato cane da cui non si separa mai. Essendo un amante della natura ha scelto di «accamparsi» alla Palazzina. Altro campeggiatore fisso a Mezzovico-Vira era Claudio, svizzero-tedesco sulla cinquantina da anni nel nostro cantone, in invalidità al 100 per cento dopo uno spiacevole incidente. Ma ha trovato un appartamento nell’Alto Ticino e ci si è appena trasferito, vendendo la sua roulotte.

Ulrich Stupler nel Campeggio Palazzina di Mezzovico-Vira (foto Zocchetti).
Ulrich Stupler nel Campeggio Palazzina di Mezzovico-Vira (foto Zocchetti).

«Per stare qui tutto l’anno deve piacerti molto la vita da campeggio», riprende Scoglio. «Certo, si respira aria di libertà però certe comodità mancano e gli spazi vitali sono ristretti nonostante, al giorno d’oggi, roulotte e camper siano più confortevoli rispetto al passato. Con dei piccoli accorgimenti si trasformano in piccole case. D’inverno, poi, le temperature scendono e l’isolazione è quella che è. Inoltre interrompiamo l’erogazione dell’acqua per fare in modo che non geli. In ogni caso i clienti possono usufruire dei bagni comuni e del locale lavanderia». Di certo ad attirare un buon numero di persone nei camping ticinesi anche nella stagione fredda sono i costi contenuti della vita. La gerente ci informa che, per chi risiede stabilmente alla Palazzina, si applica un prezzo speciale: «Gli ultimi arrivati pagano 3.000-3.600 franchi all’anno (250-300 al mese) a seconda della sistemazione, quelli che sono qui da una vita sui 2.400 (200 al mese), inclusi lo smaltimento dei rifiuti e l’allacciamento all’acqua per le abitazioni mobili che lo prevedono».

Campeggio del TCS a Muzzano (foto Zocchetti).
Campeggio del TCS a Muzzano (foto Zocchetti).

Non tutte le strutture applicano però tariffe così a buon mercato. Ci sono anche camping a 4 stelle, come il TCS Camping Lugano-Muzzano, in posizione più favorevole vista anche la presenza del lago, decisamente più cari. «Comunque d’inverno applichiamo tariffe speciali, sui 500 franchi mensili, in modo da incentivare i turisti a venirci a trovare e scoprire le bellezze del nostro cantone anche in quel periodo», specifica Mattia Galli, responsabile regionale dei campeggi del Touring club svizzero (in Ticino sono due, quello di Muzzano appunto, aperto anche in inverno, e quello di Gordevio in Valle Maggia, chiuso durante la brutta stagione). Camminiamo tra camper e roulotte del primo. C’è vita. Molte persone in là con gli anni si godono il piacevole sole di primavera. Chi gioca a carte, chi stende i panni. Altri tagliano l’erba del loro giardino in miniatura, inforcano le biciclette e via oppure si dedicano alla toilette quotidiana. La stagione è iniziata insomma. «Ma anche d’inverno c’è movimento», sottolinea l’intervistato. «Penso ai diversi pensionati provenienti da oltre Gottardo o dal Nord Europa. Sono attratti dal meteo temperato e amano la nostra regione in tutte le sue sfumature. Magari durante l’alta stagione emigrano in altri luoghi o ritornano a casa». Al campeggio del TCS nei mesi freddi giungono anche viaggiatori di passaggio (da fine febbraio a novembre), persone che vanno a svernare nei Paesi come la Spagna o il Portogallo, oppure svizzero-tedeschi che vengono durante i week end o le vacanze invernali per praticare sport: bicicletta, escursioni, sci di fondo, ecc. In generale si tratta di cifre esigue rispetto a quelle registrate nei mesi caldi. «Durante l’inverno siamo contenti quando riusciamo a coprire i costi», osserva Galli. «Ma quest’anno, grazie allo straordinario tempo mite di cui abbiamo potuto godere, gli ospiti sono stati più del solito. Addirittura tra Natale e Capodanno abbiamo accolto fino a 150 persone a Muzzano (la struttura, nei mesi caldi, può contenere 600-700 persone)». Più di un centinaio di indomiti a cui il freddo evidentemente fa un baffo.