Ecco come la Russia deporta nel proprio territorio i bambini ucraini
314 bambini. Questo è il numero di giovani ucraini di età compresa tra i 2 e i 17 anni che nel corso degli ultimi 20 mesi sono stati deportati in Russia. O, almeno, questa è la cifra conosciuta: i numeri reali potrebbero essere differenti. A rendere noto il dato è un rapporto dell'Università di Yale pubblicato lo scorso 3 dicembre di cui diversi media, tra cui il Blick, danno notizia. Sostenuto dal Dipartimento di Stato americano, lo studio mette in luce un programma d'adozioni forzate in famiglie russe «sistematico e intenzionale».
L'ingranaggio messo in piedi dal Cremlino non si limiterebbe però soltanto a deportare bambini ucraini in Russia: qui i giovani sarebbero infatti sottoposti a una «rieducazione patriottica». Una sorta di lavaggio del cervello in chiave russa insomma. Secondo i ricercatori, «il programma è stato lanciato da Vladimir Putin e dal suo staff allo scopo di "russificare" i bambini». Prima di essere deportati in Russia, in effetti, i giovani verrebbero collocati in centri di transito all'interno dei quali vengono esposti alla propaganda di Mosca. Durante le sessioni di «russificazione», in particolare, i bambini vengono sottoposti a discorsi che giustificano le azioni militari della Russia in Ucraina e glorificano il Paese invasore.
E che dietro alle deportazioni di bambini ucraini in Russia ci sia un vero e proprio programma sistematico messo in piedi da Mosca sembra confermarlo anche l'Huffington Post che spiega come i trasferimenti forzati di giovani dai territori ucraini sotto controllo russo sarebbero finanziati direttamente dal Cremlino. Non solo, lo studio dell'Università di Yale sostiene che per effettuare gli spostamenti dei bambini venga persino utilizzato l'aereo personale di Putin.
Considerati i trattamenti a cui sono sottoposti i giovani deportati, i ricercatori dell'ateneo statunitense non esitano a parlare di «crimini di guerra» se non, addirittura, di «crimini contro l'umanità». Le prove raccolte nel documento, definito «il più completo allo stato attuale», potrebbero essere determinanti per la Corte penale internazionale. Quest'ultima, ricorda del resto Le Figaro, ha già emesso, nel marzo del 2023, un mandato d'arresto per «deportazione illegale» contro Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, commissaria russa per i diritti dell'infanzia.
Dei 314 bambini ucraini deportati identificati, 67 sarebbero già stati naturalizzati russi. I ricercatori dell'Università di Yale ritengono tuttavia che il dato sia ampiamente sottostimato e parlano di una probabile strategia di naturalizzazione automatica che faciliterebbe l'adozione dei ragazzi da parte di famiglie russe. Il rapporto dell'ateneo statunitense sottolinea altresì l'implicazione di psicologi allo scopo di legittimare questi collocamenti forzati.
Tutti i giovani identificati nel rapporto dell'Università di Yale proverrebbero dagli oblast di Donetsk e Lugansk. I ricercatori suppongono tuttavia che il programma di deportazione potrebbe estendersi anche ad altre regioni e denunciano gli sforzi della Russia per nascondere l'ampiezza del fenomeno. «I bambini rapiti in Ucraina sono registrati nelle banche dati del Cremlino come se fossero di origine russa», scrivono gli autori dello studio.
Mercoledì i ricercatori hanno presentato i loro risultati al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Durante questa sessione, Catherine Russell, direttrice esecutiva dell’UNICEF, ha sottolineato la tragica portata della violenza subita dai bambini ucraini dal febbraio 2022. Ha ricordato che almeno 2.406 bambini sono stati uccisi o feriti, ovvero una media di due al giorno.