Ecco come si ripulisce la scena del crimine

In Ticino non esistono imprese specializzate ma ditte che, oltre ai normali interventi, accettano anche i casi più delicati
Red. Online
05.12.2015 05:05

Non ci si pensa, ma dopo un fatto di sangue o un grave incidente c'è qualcuno che – vincendo il disagio, lo sgomento e a volte la paura – ripulisce la scena del crimine oppure il luogo del dramma. La prima fase, rende noto la polizia, viene gestita dalle pompe funebri. È infatti loro il compito di rimuovere il cadavere e trasportarlo all'Istituto cantonale di patologia di Locarno in vista dell'autopsia. Per questo è stato organizzato un servizio di picchetto in accordo con le autorità cantonali. Solo in un secondo tempo entrano in scena le imprese di pulizia. Se il fatto è avvenuto su suolo privato, spetta al proprietario contattarle e assumersi i costi dell'intervento. Un operatore del Sottoceneri attivo da una quindicina d'anni anche in questo campo ci ha raccontato di quella volta che ha dovuto «risanare» una panetteria dopo un terribile incidente: «L'operaio era stato triturato dalla macchina impastatrice. Le lascio immaginare la scena che ci si è presentata davanti agli occhi». Ora l'uomo ha deciso di smettere con sangue e affini. «Sono vecchio per fare certe cose», spiega. «E non c'è nessuno dei miei collaboratori che vuole continuare su questa strada. Ci vuole molto pelo sullo stomaco per accettare determinati lavori».

«Non tutti se la sentono»

Anche la Polyrama di Manno, all'occasione, si occupa di questi «delicati affari». «Ci è capitato di bonificare appartamenti dopo decessi per cause naturali o dopo dei suicidi», afferma il direttore Marco Vella. «Di solito è la famiglia a chiamarci. Si tratta comunque di interventi rari». Sul mercato ticinese ci sono altre imprese di pulizia attive in questo ambito però nessuna di loro è specializzata. Negli Stati Uniti invece ce ne sono parecchie e cominciano ad apparire anche nelle grandi città d'oltreconfine, ad esempio Milano (su Internet ne abbiamo trovato una esperta di «decontaminazione e pulizia degli scarti biologici», «ripristina lo stato degli ambienti che sono stati scenario di crimini o azioni violente»). «Polyrama conta circa 400 dipendenti», riprende il nostro interlocutore. «E tutti sono liberi di decidere. Non obblighiamo nessuno ad accettare lavori simili. Se ci capitano, sappiamo già a chi chiedere. Disponiamo infatti di due o tre persone che riescono ad eseguire un lavoro davvero difficile. Per esempio ricordo di un ex dipendente che aveva vissuto la Guerra dei Balcani, passandone di tutti i colori. Ecco, lui diceva di non avere problemi a fare questo genere di cose. In sua assenza ci è capitato di dover rinunciare ad incarichi particolari perché nessuno se la sentiva». Oltre al sangue freddo, chiediamo, sono necessarie competenze o prodotti particolari per ripulire la scena di un crimine o di un atto violento? «Bisogna sicuramente maneggiare con cautela i materiali intrisi di sangue o altri liquidi organici», risponde Vella. «Per quel che riguarda i tessili, di solito li portiamo subito in lavanderia. Poi bisogna disinfettare tutto accuratamente. Il problema – mi dice chi ha già fatto questo genere di pulizie – è sopportare l'odore non certo gradevole». L'intervento, com'è normale che sia, costa più caro di un lavoro di routine. «Un 30% in più», precisa l'intervistato. «Niente di esagerato: la pulizia di un piccolo appartamento viene 40-50 franchi. Per un "caso delicato" ne fatturiamo 60».

È proprio la buona remunerazione degli «interventi di bonifica» a spingere le sorelle Rose e Norah nel giro delle pulizie di scene del crimine (parliamo del film USA «Sunshine cleaning», secondo noi assolutamente da vedere). Inizialmente le due donne, piuttosto imbranate, lavorano con pochi mezzi a disposizione, gettando i rifiuti organici nei cassonetti invece di portarli all'inceneritore. In seguito acquistano sicurezza e l'attrezzatura necessaria da un simpatico venditore senza un braccio e si fanno un nome nel settore.

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