Ecco come venne fermato il Far West delle fiduciarie

BELLINZONA - Più di un quarto di secolo passato a vigilare, quasi in solitaria, l'operato delle fiduciarie ticinesi. Una carriera che si intreccia con la storia di un ambito professionale toccato da un'evoluzione radicale: dalla quasi assenza di regole ad un quadro normativo federale articolato e complesso. Michel Veronese, responsabile della vigilanza sui fiduciari presso il Dipartimento delle istituzioni, lascia la funzione dopo 25 anni di servizio. Ripercorrere la sua carriera significa un po' attraversare anche un pezzo di storia della piazza finanziaria luganese, i suoi punti di forza ed i suoi lati oscuri.Michel Veronese ci mostra per iniziare una raccolta di vecchi articoli di giornale – tutti più o meno dello stesso tenore. "Buco miliardario a Lugano", "Buco da 40 milioni, tre persone arrestate", "Funambolismo finanziario, da Wall Street al tribunale", "Borse merci: voragine senza fine", "Fiduciario brucia i soldi dei suoi clienti", "Condannato a due anni il fiduciario pentito". Sono solo alcuni dei titoli che leggiamo passandoli in rassegna. Titoli che possiamo leggere ancora oggi, ma che, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta, intasavano letteralmente le pagine di cronaca regionale. "Erano gli anni in cui tutti potevano improvvisarsi fiduciari, anche senza alcuna formazione specifica, ci dice Veronese, bastava essere dei bravi venditori, anche di solo fumo. Anni in cui l'afflusso di capitali esteri in Ticino era davvero notevole, contesto questo favorevole anche allo sviluppo, purtroppo incontrollato e per certi aspetti incontrollabile, di un settore parabancario inquinato da non pochi intermediari privi di scrupoli, prima ancora che di competenze. Non era infatti infrequente incontrarne di quelli che il denaro dei clienti nemmeno lo investivano".
I primi paletti
"Nel 1985 – spiega – è entrata in vigore la legge cantonale che disciplina le tre professioni fiduciarie (finanziario, commerciale e immobiliare, ndr). Nei primi anni la commissione di vigilanza si era occupata in prevalenza del rilascio delle autorizzazioni, tenuto conto dell'esistenza di una norma transitoria intesa ad agevolare l'iscrizione all'albo per coloro che non possedevano titoli di studio ma erano comunque attivi da tempo sulla piazza. Solo nel 1989 si è deciso di assumere un ispettore. Sono stato scelto ed ora sono qui a raccontarvi come è andata".
Politiche lungimiranti
"Ammetto di aver avuto il privilegio, o la fortuna, di poter essere stato l'interprete, spero fedele, di scelte politiche lungimiranti che hanno intuito l'assoluta urgenza di disciplinare il parabancario, opzione indispensabile per garantire la necessaria credibilità a una piazza finanziaria in quegli anni in crescita esponenziale. Correva infatti il giugno 1978 quando con un'iniziativa parlamentare generica i granconsiglieri Sergio Salvioni e Geo Camponovo invitarono il Consiglio di Stato a presentare una legge atta a garantire una maggior protezione del pubblico nonché quel rapporto di fiducia che deve necessariamente esistere tra fiduciario e cliente, obiettivi che i soli codici deontologici non erano in grado di conseguire. Da allora sono quasi trascorsi 40 anni e soltanto da pochi mesi il Parlamento federale si è chinato su due progetti di legge, sui servizi finanziari e sugli istituti finanziari, il cui campo di applicazione include anche molti servizi fiduciari".