Ecco dove il mondo occulta i rifiuti nucleari

OLKILUOTO - Si chiama E8 la strada nazionale che collega la città di Turku con Olkiluoto,a pochi passi dal golfo di Botnia, dove il Mar Baltico separale coste di Svezia e Finlandia. Sono120 chilometri, divisi a due corsie, di asfalto dritto e infinito; ogni tanto i cartelli segnalano la presenza dei controlli elettronici di velocità lungo il percorso oppure il pericolo di attraversamento renne. Ai lati il verde a perdita d’occhio, distese solcate da pini, abeti, betulle, da laghi che sembrano fatti di cristallo. È proprio nel cuore di questo pezzo perfetto di mondo che nel 2025 il primo di quasi 3.000 serbatoi sigillati in rame, lunghi 5 metri e contenenti circa 2 tonnellate di combustibile nucleare l’uno, verrà calato in un tunnel sotterraneo a 500 metri di profondità.
Oltre l’ammasso di capannoni gialli e grigi utilizzati come spogliatoi dagli operai, superato un piccolo parcheggio, la strada scende leggermente, curvando verso destra. Di fronte, una saracinesca abbassata, incastonata tra due pareti di roccia grigia: è la porta d’entrata verso Onkalo, «la grotta» in finlandese, il primo deposito permanente per scorie nucleari al mondo, progettato affinché possa resistere per i prossimi 100 mila anni, superando anche le glaciazioni. «I rifiuti ad alta radioattività restano pericolosi per l’uomo per millenni. Per questo abbiamo progettato Onkalo, per proteggere l’umanità da sé stessa» spiega Pasi Tuohimaa, capo della comunicazione di Posiva, la società finlandese che dal 2004 è impegnata nella costruzione del sito di smaltimento definitivo delle scorie radioattive finlandesi. Quando sarà completato, nel 2025, il deposito conterà 70 chilometri di gallerie che in totale, riempiti entro il 2080, si calcola custodiranno 6.500 tonnellate di scarti, che continueranno ad emettere radioattività per un tempo lungo 4 mila generazioni umane.
A spasso fra le trivelle
Eero Koponen, geologo che lavora per Posiva allo scavo del sito, accompagna la visita fra le gallerie di Onkalo, un labirinto di 137 tunnel dai quali si allunga incessante il rumore delle trivelle impegnate nella perforazione delle pareti, una città sotterranea in cui qua e là s’intravedono le impalcature di ferro da cui gli operai compiono le operazioni di scavo più delicate, a volte portate avanti anche con materiale esplosivo. Koponen guida il furgone che per venti minuti percorre una serie di strette gallerie dal fondo fangoso, illuminate dalle luci al neon che corrono lungo le placche metalliche installate al soffitto. Sulle pareti la pietra è spesso solcata da irregolari linee gialle, segnate come da pastelli. Si tratta di indicazioni geologiche utili agli operai nella perforazione della base rocciosa. Sono continui, infatti, i prelievi di granito, piccoli campioni che vengono studiati per approfondire la conoscenza della composizione della roccia ed individuare eventuali fratture attraverso cui l’acqua potrebbe fluire ed avvicinarsi ai serbatoi di scorie.
L’acqua è un nemico
«Quando troviamo un punto di rottura nelle pareti, lo riempiamo di cemento armato ed arginiamo subito la penetrazione - spiega Koponen - l’acqua, d’altronde, è il nostro nemico numero uno. Nonostante i serbatoi siano costruiti per rimanere impermeabili in qualsiasi condizione, è importante tenere l’acqua comunque a debita distanza dalle scorie». Gli operai perforano la base rocciosa e prelevano costantemente piccoli campioni di materiale, per studiarne le caratteristiche. Mappare la composizione della roccia è fondamentale per individuare eventuali fratture attraverso cui l’acqua potrebbe fluire ed avvicinarsi ai contenitori di combustibile. I lavoratori di Onkalo si fermano solo una volta l’anno, a Natale, e sono organizzati in gruppi operativi di trenta persone. In profondità un piccolo container serve per le pause caffè e come zona fumatori: nel sito non si possono introdurre generi alimentari, i pasti vengono consumati in superficie, durante intervalli di tempo più ampi. Tutto è stato pensato per non permettere a nessuno di rimanere in profondità per un periodo superiore alle 8 ore quotidiane.


A Olkiluoto verranno smaltiti i rifiuti dei tre reattori locali e della centrale di Fortum, sulla costa sud-orientale del Paese. Quando l’impianto sarà attivo e funzionante, nel 2025, il combustibile esaurito, dopo essere passato dalle piscine di raffreddamento, verrà imballato in taniche da 25 tonnellate in ghisa e ferro, avvolte in rame; le taniche verranno custodite in cunicoli che saranno quindi protetti con la bentonite, il principio attivo che si utilizza anche per la lettiera dei gatti e che si gonfia, assorbendola, a contatto con l’acqua; infine, verranno sigillati con enormi tappi di cemento.
Un ingresso sigilllato
Nell’alberata e pacifica isola di Olkiluoto la TVO, la compagnia elettrica finlandese, ha sviluppato un polo nucleare che ad oggi, dopo 40 anni di attività, produce il 16% di tutta l’energia in Finlandia. Una quota che salirà sino al 30% quando ai due reattori già attivi andrà ad aggiungersi EPR, il più potente impianto nucleare della Terra, sviluppato, su cooperazione franco-tedesca delle compagnie Areva e Siemens, ad acqua pressurizzata, e capace di fornire una potenza nominale di 1.600 Megawatt. Tutte le scorie ad alta radioattività dei reattori verranno interrate ad Onkalo.
«Quando tutto sarà finito - spiega uno dei geologi a lavoro - il tunnel principale di accesso verrà riempito di detriti e cemento, l’ingresso sarà sigillato. Onkalo durerà per sempre».

RADIOATTIVITÀ
PRIMO LIVELLO
Le centrali nucleari producono scorie radioattive suddivise in tre livelli: basso, intermedio e alto. Rifiuti di basso livello come carta, stracci, attrezzi e indumenti contengono piccole quantità di radioattività, per lo più a breve termine, che si esauriscono in un periodo massimo di alcuni anni.
SECONDO LIVELLO
I rifiuti di livello intermedio comprendono principalmente resine, rottami metallici da smantellamento dei reattori e componenti di fanghi chimici: il loro tempo di decadimento radioattivo varia da qualche decina ad alcune centinaia di anni.
TERZO LIVELLO
I rifiuti ad alto livello sono costituiti dal combustibile esaurito proveniente dalle centrali elettriche, dai rifiuti liquidi ad alta attività specifica derivanti dal primo ciclo di estrazione degli impianti di riprocessamento e dai rifiuti contenenti emettitori di alfa e neutroni provenienti essenzialmente dai laboratori di ricerca scientifica. Il combustibile e tutti gli altri rifiuti, che contengono plutonio e altri prodotti derivati dalla fissione nucleare, rimangono radioattivi per decine di migliaia di anni.
SEGNALETICA
Una delle questioni su cui stanno ancora ragionando i finlandesi di Posiva riguarda l’eventuale segnaletica da apporre in prossimità del deposito di Onkalo, per mettere inguardia le future generazioni dalla pericolosità dell’area. Lingue e simboli odierni potrebbero infatti essere cambiati o completamente estinti fra diverse centinaia di migliaia anni. Inoltre, in molti ritengono che un simbolo, decodificato come antico, che segnali l’area di stoccaggio, rischierebbe di avere un effetto controproducente, alimentando la curiosità e portando a un’operazione di scavo.
Le reazioni: il sindaco e il geologo
Una realtà che crea lavoro e qualche preoccupazione
Il progetto di "final disposal" di Onkalo, lo smaltimento finale, non ha attirato particolari proteste da parte della popolazione locale, che in un referendum ha anzi appoggiato la costruzione del deposito. Merito, soprattutto, della TVO, che con la costruzione del polo nucleare è di fatto il più grande datore di lavoro della zona e che, con le tasse pagate alla municipalità di Eurajoki, cui fa riferimento amministrativo l’area di Olkiluoto, copre quasi un terzo del budget annuale da 60 milioni di euro del comune. Il sindaco di Eurajoki, Vesa Lakanjemi, mostra grande sicurezza. "Il polo nucleare è alla base della nostra economia locale, è qui da 40 anni e si è sempre dimostrato completamente sicuro. Sarà lo stesso per il deposito di Onkalo. Inoltre, Posiva e TVO investono molte risorse per portare avanti un progetto di comunicazione che informa in maniera costante e completa la popolazione locale. Tutti si sentono molto tranquilli, le persone avvertono fiducia e il progetto rimane sotto controllo".


E la prossima glaciazione?
L’ex direttore dell’Istituto finlandese di geologia, Matti Sarnisto, 75 anni, oggi in pensione, è uno dei pochi scienziati ad essersi mobilitato contro la costruzione di Onkalo. Secondo Sarnisto è impossibile prevedere cosa accadrà durante e dopo la prossima glaciazione, fra decine di migliaia di anni, con il terreno ricoperto da una spessa calotta glaciale e che eserciterà una notevole pressione sulla roccia. "Nella scelta del sito di stoccaggio - spiegano da Posiva - abbiamo studiato i rischi sismici e l’impatto della futura era glaciale, quando uno strato di ghiaccio spesso due chilometri dovrebbe ricoprire tutta la Finlandia. La glaciazione non riuscirà a penetrare la profondità di Onkalo e porterà a movimenti a partire dal sottosuolo, con la pressione del ghiaccio che spingerà verso il basso, prima di risalire. Era necessario trovare una zona stabile, una placca di roccia che non si spezzasse in caso movimenti sismici: l’isola di Olkiluoto è l’ideale in tal senso". La votazione parlamentare che nel maggio del 2001 ha sancito il via libera definitivo alla costruzione del deposito, passata con 159 pareri favorevoli e 3 voti contrari, è sempre stata esibita da Posiva come testimonianza lampante della larga condivisione verso il progetto.


Lo Stuk, l’Autorità finlandese per la Sicurezza nucleare, ammette alcuni dubbi rispetto agli scavi, soprattutto sulla tenuta delle capsule di fronte agli attacchi di agenti esterni, ma non ha mai messo in discussione l’avanzamento dei lavori di Onkalo, mantenendo un ruolo di supervisione per quanto riguarda la sicurezza.
Ad oggi, nessun Paese ha trovato una soluzione di lunga durata per lo smaltimento delle scorie, che usualmente vengono custodite, debitamente stoccate, in aree attigue ai poli nucleari. La Svizzera, il cui 36.4% del fabbisogno energetico è coperto dalle produzioni delle quattro centrali di Beznau, Mühleberg, Gösgen e Leibstadt, dovrà immagazzinare entro il 2045 ben 100.000 metri cubi di scorie nucleari ad alta radioattività.