Vallemaggia

Ecco i materiali per il ponte, «e ora in campo anche i nostri soldati»

Arrivate le componenti che serviranno all’esercito per allestire la struttura provvisoria a Visletto – Dattrino: «Completato anche il guado a sud per portare i mezzi pesanti necessari ad aprire la valle Bavona» – Intanto, oggi i militari daranno una mano sul Piano di Peccia
© Ti-Press/Elia Bianchi
Martina Salvini
10.07.2024 06:00

Ci siamo: dopo un primo gruppetto di uomini arrivati in Vallemaggia lunedì pomeriggio, ieri è stata la volta del resto del distaccamento dell’esercito incaricato di realizzare il ponte provvisorio a Visletto. Ma, soprattutto, a Losone sono arrivati i primi camion con il materiale necessario. «I militari sono arrivati in caserma, dove ieri è anche giunta una parte del ponte da assemblare, mentre oggi arriverà il resto. Una piccola parte del ponte può già essere costruita a Losone e poi trasportata a Visletto», spiega Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3. «Adesso - prosegue - attendiamo i lavori di consolidamento da parte del genio civile delle spalle del ponte sulle due sponde del fiume a Visletto, ma è difficile definire le tempistiche esatte». L’esercito, sottolinea Dattrino, è pronto. «E non appena le operazioni degli ingegneri civili termineranno, entreremo in campo noi». Nel frattempo, spiega il comandante, i lavori di guado sono stati praticamente completati. «Dovranno ancora essere consolidati, ma il corso del fiume è stato deviato, per cui i nostri veicoli pesanti sono già passati dall’altra parte». La prima fase, dunque, è stata ultimata. «Oggi faremo alcuni sopralluoghi in Valle Bavona insieme ai civili e poi cominceremo le operazioni per riaprire la strada della valle». In sostanza, l’esercito ha già aperto una via secondaria, in attesa di poter posare il ponte provvisorio. «Creando un guado a 500 metri a sud di Visletto, evitiamo di dover aspettare la realizzazione del nostro ponte, creando una via alternativa per dare la possibilità di portare dall’altro lato del fiume i mezzi pesanti di cui ci serviremo per aprire la strada in valle Bavona». Ma non è tutto, perché ieri l’esercito ha ricevuto un’ulteriore richiesta specifica da parte del Cantone affinché possa far intervenire i militari sul campo. «Da questa mattina, quindi, una parte dei nostri uomini sarà impiegata a supporto della Protezione civile sul Piano di Peccia, per aiutare a liberare le strade dai detriti», annuncia Dattrino.

Un centinaio di uomini della PCi

Nel frattempo, proseguono i lavori della Protezione civile. «Abbiamo 97 militi impegnati sul campo e finora abbiamo impiegato 330 militi per un totale di 600 giorni-uomo», dice Patrik Arnold, comandante della sezione Locarno e Vallemaggia. «Finora, abbiamo improntato i lavori di ripristino, dalla pulizia al riordino, fino allo sgombero del materiale». Al momento, le operazioni dei militi si stanno concentrando in prevalenza in Lavizzara, dato che la Valle Bavona è ancora in gran parte inaccessibile. «In quell’area - prosegue Arnold - il grosso lavoro da fare si concentra a Fontana, una delle zone più colpite dall’alluvione. Per ora abbiamo liberato alcune zone dai detriti e dal legname che si erano depositati». In Lavizzara, invece, se fino a lunedì gli uomini erano impiegati fino a Prato-Sonvico, da ieri le operazioni si sono spostate più a nord, sul Piano di Peccia. «La priorità è soprattutto quella di creare passaggi sul greto del fiume per consentire al bestiame rimasto isolato di raggiungere l’alpe. Inoltre, stiamo liberando le strade e i campi dai detriti che si sono accumulati». Le attività, insomma, sono molteplici. Ma il lavoro è rallentato dai pochi mezzi a disposizione. «Quando da Visletto si potranno far transitare i mezzi pesanti, grazie alla costruzione del nuovo ponte dell’esercito, anche per le nostre operazioni sarà un nuovo inizio». Finora, infatti, gli unici macchinari disponibili sono quelli che già si trovavano a nord del ponte crollato. «Ma non sono sufficienti. Necessitiamo di più mezzi, con i quali potremo fare la differenza». La PCi è però in prima linea anche nella gestione dei volontari. «Finora sono 480 le persone che si sono messe a disposizione compilando il formulario del Cantone. Noi ci occuperemo di coordinare gli interventi», spiega il comandante. In pratica, una volta presa in esame la richiesta, in base all’intervento da effettuare e al numero di uomini necessari, verranno smistate le forze. «I volontari - dice Arnold - saranno indirizzati verso i lavori meno pericolosi, come la pulizia dei campi e la raccolta dei detriti. Al resto penseranno i militi, anche perché non possiamo fornire loro l’attrezzatura, quindi dovranno adoperarsi con mezzi propri».

Viabilità e aiuti

Sul fronte della viabilità, ieri i criteri di accesso alla passerella ciclo-pedonale in zona Visletto sono stati ulteriormente estesi per i veicoli leggeri fino a un peso massimo di 3,5 tonnellate, con larghezza massima di 1,80 metri e alla velocità di 10 chilometri orari. In sostanza, i fornitori potranno transitare dalle 5 alle 6 di mattina; i residenti lavoratori dalle 6 alle 8 e dalle 17 alle 19, mentre i proprietari delle case secondarie dalle 9 alle 10 e dalle 15 alle 16. Saranno invece gestiti direttamente dal personale sul posto le richieste per visite mediche e veterinarie; quelli degli agricoltori, degli addetti ai lavori e degli assicuratori e di chi si occupa del rifornimento dei generi di prima necessità. Per la presa a carico delle richieste di intervento da privati, ditte o patriziati, lo Stato Maggiore di condotta fa sapere che «le istanze relative al settore agrario vanno rivolte alla Sezione dell’agricoltura allo 078/677 00 25 dalle 8 alle 17, da lunedì a venerdì». Le richieste di privati, ditte e patriziati andranno inviate invece ai Comuni di Lavizzara e Cevio al numero 091/754 25 50 e «saranno prese a carico dalla Protezione civile, dall’Esercito e dai volontari che si sono messi a disposizione». Infine, sempre ieri è stato revocato il divieto di balneazione annunciato per il fiume Maggia e il lago Maggiore: «Le analisi hanno permesso di stabilire una buona qualità microbiologica delle acque limpide del fiume Maggia e del lago Maggiore».

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