Sanità

Ecco la zanzara che sta portando la malaria oltre i suoi confini

Preoccupa il diffondersi in Africa della Anopheles stephensi, una specie resistente agli insetticidi che riesce a sopravvivere anche durante la stagione secca – Questo insetto potrebbe diffondersi anche alle nostre latitudini? Ne abbiamo parlato con l'esperto Seth Irish, dello Swiss Tropical and Public Health Institute di Basilea
Irene Solari
07.11.2022 13:52

Il continente africano si sta ritrovando a fare i conti con un fastidioso parassita. Sì, torniamo a parlare di zanzare. Ma, in questo caso, di una nuova specie asiatica, particolarmente tenace e invasiva, la Anopheles stephensi, responsabile di una nuova ondata di diffusione della malaria e che sta dando parecchio filo da torcere alle autorità sanitarie locali.
Diverse, infatti, le problematiche legate a questo tipo di insetto. Tanto per cominciare, la Anopheles stephensi sta mostrando una buona resistenza agli insetticidi che normalmente vengono impiegati nella lotta contro le zanzare. Ma non solo. Il problema principale con questo parassita riguarda l'estensione della diffusione della malaria lungo due differenti linee direttrici, come hanno spiegato gli scienziati dell'American Society of Tropical Medicine and Hygiene. Da un lato, la zanzara sta estendendo i limiti geografici della malaria anche in aree in cui la malattia non era presente in modo endemico. In altre parole, ne sta mutando «la mappa» di diffusione. Dall'altro, il parassita sta riuscendo a sopravvivere e a diffondere la malaria anche durante la stagione secca, quando – normalmente – le altre Anopheles non sono attive.

Abbiamo affrontato il problema con Seth Irish, ricercatore dello dello Swiss Tropical and Public Health Institute di Basilea, uno dei maggiori esperti in Svizzera di malaria e dei suoi vettori.

La malattia e la diffusione nel mondo

Partiamo proprio dalla malaria. Si tratta della seconda malattia infettiva al mondo per morbilità e mortalità dopo la tubercolosi. Ogni anno si contano oltre 200 milioni di nuovi casi e circa 400.000 decessi.
La malaria viene causata da parassiti protozoi del genere Plasmodium. I sintomi dell'infezione sono simili a quelli delle malattie infiammatorie febbrili acute. Si parte da oscillazioni nella temperatura corporea che prevedono picchi di febbre alta, accompagnata da brividi improvvisi e irrigidimento. Dolori diffusi ai muscoli, senso di affaticamento e mal di testa. In alcuni casi sono presenti anche sintomi quali tosse secca, nausea e vomito. L'ultima fase della malattia è quella della sudorazione, nella quale la temperatura corporea scende. Questo ciclo si ripete in modo irregolare, dura circa dalle quattro alle sei ore, e si ripresenta a distanza di due o tre giorni.

© Wikipedia/Mikael Häggström
© Wikipedia/Mikael Häggström

Sono le zone tropicali  e sub-tropicali quelle in cui la malaria è maggiormente diffusa e dove c'è quindi una più elevata possibilità di contrarre la malattia. Si stima che ogni anno siano circa dai 10.000 ai 30.000 i viaggiatori europei e americani ad infettarsi.

La mappa mostra le zone del mondo nelle quali c'è la più elevata possibilità di contrarre la malaria (contaminazione da Plasmodium falciparum) segnate con una gradazione più intensa di rosso.  © Wikipedia/Percherie
La mappa mostra le zone del mondo nelle quali c'è la più elevata possibilità di contrarre la malaria (contaminazione da Plasmodium falciparum) segnate con una gradazione più intensa di rosso.  © Wikipedia/Percherie

Una specie particolarmente invasiva

Veniamo alla zanzara in questione. Cosa sappiamo, nello specifico, della Anopheles stephensi? Si tratta di un tipo di zanzara originaria del sud-est asiatico, quindi non autoctona, e particolarmente invasiva. Fino al 2011 questa specie si trovava solo in Asia, hanno spiegato i ricercatori dell'American Society of Tropical Medicine and Hygiene. Ma, a partire dal 2012, la sua presenza è stata osservata anche in Africa. Prima, sporadicamente, in Gibuti. Poi è avanzata anche in Etiopia e in Sudan, arrivando recentemente fino alla Nigeria. E la sua diffusione nel continente continua.
«La Anopheles stephensi è una zanzara che, tipicamente, trasmette la malaria nell'Asia meridionale e che recentemente ha esteso il suo areale ad alcune parti dell'Africa», ci conferma Seth Irish. E in Africa c'è preoccupazione, come spiega il nostro interlocutore. «Dato che la maggior parte dei casi di malaria nel mondo si verifica già in Africa, le autorità sanitarie sono preoccupate per l'arrivo di un altro vettore di malaria. Questo problema è particolarmente realistico perché la Anopheles stephensi può prosperare in ambienti urbani, dove altri vettori di malaria di solito non sono molto attivi nella trasmissione. Un fattore che, inoltre, potrebbe comportare costi aggiuntivi per i programmi nazionali di controllo della malaria, i quali sono già alle prese con risorse limitate».

Questa specie è capace di diffondere la malaria anche al di fuori delle aree già ritenute endemiche
Seth Irish, Swiss TPH

Alternative agli insetticidi

È vero che questa zanzara sta mostrando resistenza agli insetticidi? «Sì – conferma Irish –, la Anopheles stephensi in Etiopia ha dimostrato di essere resistente a diversi insetticidi utilizzati per la salute pubblica come, ad esempio, le reti trattate con insetticidi». Cosa fare, dunque, in questi casi? Chiediamo all'esperto quali contromisure sia possibile adottare per contrastare il diffondersi di questa zanzara. «Esistono ancora alcuni insetticidi che sembrano funzionare contro la Anopheles stephensi». Questi possono quindi già essere utilizzati. Ma ci sono anche altri metodi utili per fermare il parassita, aggiunge Irish. Uno su tutti, la prevenzione: «In alternativa, esistono dei metodi di controllo dell'Anopheles stephensi che non prevedono l'uso di insetticidi. Parliamo della prevenzione della creazione di siti larvali. Che si realizza evitando di lasciare acqua stagnante aperta, coprendo i contenitori di stoccaggio dell'acqua, o smaltendo i pneumatici dove gli insetti prediligono deporre le uova».

Un fenomeno urbano

La Anopheles stephensi desta una particolare preoccupazione tra gli scienziati perché è capace di diffondere la malaria anche al di fuori delle aree già ritenute endemiche. Come ci viene confermato anche da Irish: «Questa zanzara sta riuscendo a diffondersi anche in aree dove non c'era molta trasmissione della malaria. E sta raggiungendo zone con livelli di trasmissione più elevati della malattia». In particolare inquieta la possibile diffusione della specie all'interno delle aree urbanizzate, dato che sono anche quelle più densamente popolate. «Una delle preoccupazioni riguarda proprio le aree urbane, che erano tipicamente zone a bassa trasmissione della malaria. Il timore è quello che la Anopheles stephensi possa mutare questa situazione».

Una delle preoccupazioni riguarda le aree urbane, densamente popolate, che erano tipicamente zone a bassa trasmissione della malaria
Seth Irish, Swiss TPH

Resistente alla stagione secca

Proprio il fattore della diffusione della Anopheles stephensi nelle zone urbanizzate avrebbe portato questo parassita a sopravvivere e a potersi riprodurre anche durante la stagione secca. Quando, invece, gli altri tipi di Anopheles non sono presenti. Questo, di fatto, prolungherebbe la stagione della malaria anche nei mesi secchi? «Esatto. È possibile che la Anopheles stephensi prolunghi la trasmissione della malattia anche in quel periodo. Questo perché la zanzara può utilizzare i contenitori d'acqua come siti larvali, e questi contenitori d'acqua possono essere presenti tutto l'anno. Quindi la Anopheles stephensi ha la possibilità di pungere le persone anche durante la stagione secca, quando molti dei siti larvali "naturali" si sono prosciugati».

Le zanzare 'viaggiano' sugli aerei ma servono specifiche condizioni perché riescano a sopravvivere e a riprodursi nel luogo di arrivo
Seth Irish, Swiss TPH

Le zanzare viaggiano in aereo?

Sentiamo parlare spesso della possibilità per le zanzare di muoversi da un continente all'altro "viaggiando" sui voli di linea, proprio seguendo noi esseri umani nei nostri spostamenti. Abbiamo domandato a Seth Irish quanto effettivamente sia reale questo problema. «È certamente possibile che le zanzare entrino in un aereo e vengano trasportate in un altro continente» ci risponde l'esperto. «Ma le condizioni devono essere ottimali affinché la zanzara sopravviva all'intero viaggio e si riproduca nel nuovo luogo di arrivo». Questo, fortunatamente, non si verifica così di frequente. «Inoltre, gli aeroporti chiusi con accesso diretto agli aerei e la disinserzione (la disinfezione tramite insetticidi, ndr) dei velivoli possono ridurre questi rischi».

Un rischio per le nostre latitudini?

Ma ci potrebbe essere comunque qualche rischio che la Anopheles stephensi riesca a raggiungere l'Europa o la Svizzera? Il nostro interlocutore ci rassicura: «Non sembra che questa specie possa raggiungere l'Europa e questo è principalmente dovuto al clima che è diverso a quello a cui è abituata la zanzara». Bene, sì, ma l'esperto consiglia comunque di non abbassare la guardia. Quello della diffusione delle zanzare resta un problema da monitorare molto da vicino, come ci spiega Irish: «Un recente studio modellistico (Sinka et al., 2020) sembra indicare che alcune aree della Turchia potrebbero essere adatte ad ospitare la Anopheles stephensi. In ogni caso è importante condurre un monitoraggio entomologico per individuare le specie invasive il prima possibile». 

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