Al centro c'è l'uomo
I diritti umani sono il comune denominatore della siglia ESG, che sta per Environmental, Social and Corporate Governance. Questo acronimo indica dei criteri che è possibile misurare per capire con rigore quanto una determinata azienda è sostenibile o indirizzata verso un percorso di sostenibilità. In Svizzera e in generale in Europa, spesso nel discorso pubblico e politico si afferma che non è necessario mettere i diritti umani al centro dell’attenzione in quanto tali diritti sono rispettati. Questa affermazione è sbagliata. È come se si volesse scrivere un romanzo senza conoscere la grammatica di base.
Analizzando le tre dimensioni dell'ESG - ambientale (Environmental), sociale (Social) e governo d’impresa (Corporate Governance) - i diritti umani e il loro rispetto hanno un ruolo centrale.
Nella sfera ambientale (E), i diritti umani sono fondamentali e ben codificati nella legislazione. Le direttive europee, come la Corporate Sustainability Reporting Directive e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive, richiedono il rispetto dei diritti umani, con piani per prevenirne e mitigarne gli abusi non solo in patri, ma lungo tutta la filiera produttiva e dei fornitori. Il diritto alla salute (Articolo 35 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE) è al centro delle normative europee sulla qualità dell’aria (Direttiva 2008/50/CE), sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione delle acque (Direttiva quadro 2000/60/CE), tutte concepite per proteggere i cittadini dagli impatti negativi dell’inquinamento ambientale. Il diritto alla vita (Articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo) è stato utilizzato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per collegare i danni ambientali al rischio per la vita umana. Un caso rilevante è Verein KlimaSeniorinnen Schweiz and Others v. Switzerland (2024), in cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato la Svizzera per una politica climatica inadeguata a salvaguardare sufficientemente i diritti umani. Causa intentata dal gruppo Anziane per il clima e il cui esito ha fatto discutere molto la politica svizzera.
La dimensione governo d’impresa (G) è strettamente connessa ai diritti umani, poiché una buona gestione aziendale richiede, tra le altre cose, anche politiche etiche e responsabili che garantiscano il rispetto dei diritti umani in tutte le operazioni. Il diritto alla protezione contro la corruzione (Articolo 41 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE e la Convenzione UNCAC) è uno degli aspetti più rilevanti in materia di governance. La corruzione, infatti, non solo mina la fiducia nelle istituzioni e nei sistemi aziendali, ma compromette anche la tutela dei diritti umani, portando a disuguaglianze e abusi. Le aziende devono quindi adottare politiche trasparenti e misure di prevenzione della corruzione per garantire integrità e conformità alle normative. Un ulteriore esempio è quello del diritto alla protezione dei dati personali (Articolo 8 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE) che è essenziale nella corporate governance moderna. Con l’implementazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), le aziende devono garantire che i dati personali vengano gestiti in modo sicuro e con il consenso adeguato. Un esempio pratico e reale della violazione di questo ultimo diritto risale al 2020 dove una nota azienda nel settore della moda è stata multata per 35,3 milioni di euro a causa della mancata conformità alle normative sul GDPR, dimostrando la necessità di una governance più rigorosa.
Infine, la componente sociale (S), lo dice da sé. È intrinsecamente connessa all’essere umano e non necessita di ulteriori spiegazioni perché è la dimensione stessa dell’uomo.