Altro ottimo esercizio per EFG: «Dall’operazione UBS-CS sono scaturite delle opportunità»
Balzo dell’utile nel 2023 per EFG International: il gruppo bancario zurighese che anni or sono ha inglobato la luganese BSI ha visto i profitti netti attestarsi a 303 milioni di franchi, in aumento del 50% rispetto all’anno prima. Si tratta di un valore record nella storia aziendale, se non si considera i 339 milioni realizzati nell’esercizio 2016, che avevano però subito l’impatto positivo dell’acquisizione di BSI. In cinque anni, dal 2019 (94 milioni di franchi), il risultato è praticamente più che triplicato.
Stando ai dati pubblicati questa mattina dall’istituto specializzato nell’amministrazione patrimoniale i ricavi sono saliti del 13% a 1,4 miliardi, mentre gli afflussi netti di denaro hanno raggiunto 6,2 miliardi, con una crescita del 4,4%. Come noto l’anno scorso EFG ha assunto fra l’altro numerosi gestori provenienti da Credit Suisse. Durante l’anno scorso sono stati assunti 141 nuovi consulenti alla clientela (CRO, Client Relationship Officer), è stato detto durante la conferenza stampa, tra EFG e l’australiana Shaw and Partners acquisita qualche anno fa. «In provenienza da una ventina di banche e in tutte le aree di mercato in cui opera EFG», ha precisato Dimitris Politis, CFO di EFG. L’obiettivo, ha spiegato dal canto suo il CEO Giorgio Pradelli, è quello di portare nel gruppo 50-70 CRO l’anno «sia singoli, sia in team di alta qualità ed esperienza, con portafogli consistenti»
I patrimoni amministrati a fine dicembre valevano 142 miliardi, in lieve calo rispetto ai 143 miliardi di dodici mesi prima, sulla scia del rafforzamento del franco intervenuto in particolare nell’ultimo trimestre.
«Il nostro utile record e la nostra solida performance operativa dimostrano che stiamo realizzando la nostra strategia più rapidamente di quanto inizialmente previsto, il che ci pone un anno in anticipo rispetto ai piani», ha affermato il CEO Giorgio Pradelli. Il buon andamento degli affari si tradurrà in un sensibile aumento del dividendo, che dovrebbe passare da 0,45 a 0,55 franchi.
Talenti da Credit Suisse
Il contesto di mercato bancario svizzero è cambiato nell’ultimo anno con l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Abbiamo chiesto a Giorgio Pradelli cosa ha significato per EFG questo riassesto. «Quanto accaduto in Svizzera, ma anche negli Stati Uniti, all'inizio del 2023 ha chiaramente provocato una forte scossa nel settore bancario in tutto il mondo. Questi eventi hanno ricordato a tutti quanti che la fiducia e la resilienza sono i fattori più importanti per il successo a lungo termine nel settore finanziario. Naturalmente questo ha aperto una serie di opportunità che noi come EFG siamo stati in grado di cogliere con degli investimenti strategici per ampliare la nostra base di talenti sia nelle figure di front office che in quelle di back office. Tuttavia, il nostro successo nell’attrarre nuovi clienti e nell’assumere nuovi talenti non è solo legato a quanto accaduto nel contesto bancario ma riflette l’efficacia del nostro piano strategico 2023-2025, nonché la nostra maggiore competitività sul mercato e la nostra attrattività come datore di lavoro».
Il vostro core business è la gestione patrimoniale. Ora però si è aperto uno spazio importante nel mercato del credito alle imprese. È inimmaginabile un ritorno di EFG in questo settore fondamentale per l’economia svizzera? «In EFG ci concentriamo sulle attività di private banking con soluzioni su misura e una consulenza imparziale. Abbiamo una strategia chiara volta a sostenere una crescita redditizia e all’ottimizzazione dell’efficienza. Offriamo una gamma di servizi completi di gestione patrimoniale a clienti privati e istituzionali in tutto il mondo. In termini di finanziamenti, forniamo principalmente prestiti Lombard e finanziamenti immobiliari residenziali e commerciali a clienti con una relazione consolidata di private banking. Non abbiamo intenzione di entrare nel settore del corporate banking, che non fa parte della nostra offerta».
Quali le prospettive di sviluppo delle vostre attività nella Svizzera italiana? «Il Ticino è chiaramente un mercato molto importante per EFG. Siamo l’unica banca internazionale con una presenza così forte e radicata e in grado di fornire alla clientela una piattaforma di servizi di gestione patrimoniale internazionale. Il nostro focus strategico è sulle attività di private banking, con un’offerta di servizi completa che spazia dalla gestione patrimoniale alle soluzioni patrimoniali e al finanziamento di immobili residenziali. Anche l’attività con i gestori patrimoniali indipendenti, un segmento in cui siamo leader di mercato in Ticino, sostiene in modo significativo le attività nella regione. Insieme a Zurigo e Ginevra, Lugano è uno dei nostri tre hub in Svizzera e in Ticino abbiamo una serie di importanti funzioni chiave per il gruppo. Anche la nostra nuova EFG Academy per lo sviluppo, la formazione e l’aggiornamento dei nostri talenti sarà basata a Lugano».
Anche EFG è reduce da un lungo processo di integrazione con la ex BSI. Si può dire che l’esercizio è riuscito oltre che dal punto di vista organizzativo anche operativo e di cultura aziendale? «Assolutamente sì. L’integrazione tra le due banche rappresenta una delle più importanti trasformazioni del private banking svizzero dell'ultimo decennio e oggi siamo una delle private bank leader in Svizzera. Oggi possiamo dire che si è trattata di un’integrazione di successo sotto tutti i punti di vista».