Automobili

Anche Mercedes taglia le stime

L'azienda di Stoccarda ha abbassato per la seconda volta in due mesi le stime per il 2024, a causa soprattutto dello stallo del mercato cinese delle auto di lusso
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Ats
20.09.2024 19:58

La situazione dell'industria dell'auto in Europa è sempre più drammatica. Dopo Volkswagen, che ha in vista pesanti tagli della forza lavoro, l'annuncio della chiusura di una fabbrica Audi a Bruxelles e il taglio dei target di Bmw, è la volta di Mercedes Benz: l'azienda di Stoccarda ha abbassato per la seconda volta in due mesi le stime per il 2024, a causa soprattutto dello stallo del mercato cinese delle auto di lusso.

Per i titoli delle aziende del settore è profondo rosso: a Francoforte Mercedes, ovviamente la più colpita, perde il 6,8% e Bmw il 3,2%; a Piazza Affari Stellantis chiude in calo del 3,4%; a Parigi Renault è in flessione del 2,6%. Anche i sindacati sono sempre più preoccupati: in Italia, si preparano unitariamente alla mobilitazione, mentre sono allo studio iniziative di protesta anche a livello europeo.

Gli ultimi dati delle vendite di auto elettriche in Europa dimostrano le difficoltà del settore e l'Acea, l'associazione che li rappresenta, ha chiesto «misure di soccorso urgenti». Dal consiglio informale dei ministri Ue dei trasporti, a Budapest, arriva un segnale per i produttori di auto. L'ungherese János Lázár , presidente di turno della Ue, afferma che «le politiche energetiche e climatiche non devono mettere in pericolo l'indipendenza e i profitti dell'industria automobilistica. Gli obiettivi climatici devono essere aggiustati al mercato - osserva - e se c'è bisogno vanno cambiati, non è troppo tardi». Per il ministro Matteo Salvini «è ormai evidente a tutti che il solo elettrico è un fallimento Bisogna anticipare la revisione del regolamento sulla CO2, aprendo a biocarburanti e motori endotermici».

Lunedì il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, anticiperà a Confindustria e sindacati «la proposta italiana sull'automotive per la Ue, che proprio ieri - sottolinea Urso - ha avuto il conforto e il supporto, in un documento, dell'associazione dei costruttori europei». Urso spiega che la proposta italiana «molto saggia, è quella di anticipare di due anni l'esame della clausola di revisione già prevista nel regolamento sui veicoli leggeri per la fine del 2026, laddove si potrebbe decidere, per esempio, il mantenimento in vita del motore endotermico oppure la neutralità tecnologica o l'utilizzo del biocombustibile e altro per gli anni successivi». Secondo Urso, se si lascerà nell'incertezza le imprese e i consumatori europee «nessuno investirà né case automobilistiche, né cittadini».

Il giorno successivo, martedì, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, annunceranno iniziative di mobilitazione dei lavoratori di Stellantis e della filiera automotive. «La situazione del settore automotive in Italia e in Europa è sempre più critica e, in assenza di una netta inversione di direzione, si rischiano effetti industriali e occupazionali senza precedenti», spiegano i tre sindacati che hanno ricevuto il mandato dai rispettivi coordinamenti del settore auto a procedere con una forte mobilitazione unitaria. La Uilm accusa Stellantis e il governo di avere «gravi responsabilità. Il loro scontro potrebbe fare 200mila vittime e sancire la fine di un intero settore che rappresenta la spina dorsale dell'industria ed economia nazionale». La Fiom punta a creare una rete a livello internazionale per «sostenere le tante lotte in corso negli Usa con la Uaw, in Europa a partire dal Belgio dove il sindacato sta difendendo gli stabilimenti Audi dalla chiusura e con la Ig Metal in Germania contro i tagli della Volkswagen».