Banca centrale europea

BCE al quarto taglio dei tassi

Nel Consiglio che si riunisce a partire da domani i governatori già guardano al «dopo»
Ats
10.12.2024 17:54

Arriva il quarto taglio dei tassi della Banca centrale europea (BCE) dall'inizio della fase espansiva iniziata a giugno, ma nel Consiglio che si riunisce a partire da domani i governatori già guardano al «dopo». Con un confronto fra le colombe che puntano a un ritmo più deciso di riduzione del costo del denaro di fronte alle incognite del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, dei dazi e dell'instabilità politica in Francia, e i falchi che chiedono prudenza.

In programma sul tavolo dei banchieri centrali giovedì c'è un probabile, ulteriore calo da 25 punti base del tasso sui depositi, che scenderebbe così al 3% dal 3,25% attuale. Una decisione data praticamente per certa dai mercati, anche se c'è - in netta minoranza - chi scommette su una mossa più decisa da mezzo punto percentuale che probabilmente verrà comunque messa sul tavolo e discussa.

A rafforzare l'una o l'altra opzione sono le nuove stime su crescita e inflazione da qui al 2027 che accompagneranno la decisione e che verranno presentate dalla presidente della BCE Christine Lagarde. Ci si attende un ulteriore peggioramento del quadro di crescita nonostante il +0,4% del terzo trimestre migliore del previsto: previsioni che validerebbero il raggiungimento in tempi brevi degli obiettivi di un'inflazione «sostenibilmente» vicina al 2%.

Numeri che i falchi invitano a considerare con cautela, di fronte al possibile effetto netto inflattivo di una corsa ai dazi sulla base delle promesse di Trump.

E avvertono - come fa la consigliera esecutiva Isabel Schnabel - che a rilanciare gli investimenti, negativi in Italia come in Germania nonostante il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) di fronte a una crisi industriale strutturale, non saranno tagli dei tassi ma riforme. Con un ragionamento ulteriore: piuttosto che precipitarsi a tagliare ora, è meglio tenere da parte «prezioso spazio di manovra» per il futuro se le cose dovessero mettersi davvero male.

Cautela anche in attesa della Federal Reserve, la banca centrale americana, che si riunisce il 18 dicembre e su cui le speranze di un nuovo taglio giusto in tempo per il Natale dovranno fare i conti con i dati sull'inflazione negli Stati Uniti in arrivo domani.

Lagarde, tuttavia, dovrebbe soffermarsi ancora una volta sui rischi «al ribasso» e togliere il riferimento, usato fino alla riunione dello scorso ottobre, secondo cui i tassi resteranno restrittivi finché necessario. Messaggi che i mercati leggeranno in filigrana, assieme alla conta dei voti dei membri del Consiglio, per capire fin dove la BCE intende spingersi nei prossimi mesi per sostenere l'economia dell'area euro.

Se a un livello neutrale, come vorrebbero i «falchi» che lo collocano poco al di sopra del 2%. O se scendere al di sotto portando il costo del denaro in area «espansiva» per stimolare l'economia, come vorrebbero le «colombe».

Anzitutto, è il ragionamento, occorre uscire al più presto dall'attuale assetto ancora restrittivo. Inoltre, faranno presente le colombe, sono in arrivo venti contrari per l'economia: due guerre ai confini terrestri e marittimi, incertezza politica, un nuovo presidente americano che dice di non voler collaborare con l'Europa.