L'intervista

«Bisogna sensibilizzare le aziende sulla salute dei lavoratori»

La salute dei lavoratori e l'integrazione di persone con andicap è un aspetto importante della nostra economia: ne abbiamo parlato con Marzio Proietti, direttori inclusione andicap ticino e vicepresidente Compasso
©Gabriele Putzu
Roberto Giannetti
28.04.2025 23:30

La salute dei lavoratori e l’integrazione di persone con andicap è un aspetto importante della nostra economia. Ne abbiamo parlato con Marzio Proietti, direttore inclusione andicap ticino e vicepresidente Compasso.

Quali sono gli obiettivi di Compasso e come si svolge la vostra attività?
«Compasso è un’associazione senza scopo di lucro che gestisce un portale informativo per i datori di lavoro sul reinserimento professionale e il mantenimento del posto di lavoro. L’obiettivo principale è quello di fornire ai datori di lavoro informazioni gratuite e facilmente accessibili su temi quali il reinserimento professionale, il mantenimento del posto di lavoro, la sana gestione del personale nelle aziende e la prevenzione dei disturbi psichici».

Quali sono le iniziative attuali che state portando avanti?
«Compasso ha sviluppato uno strumento utile, il Profilo di integrazione orientato alle risorse (PIR), che sarà disponibile entro la fine di maggio 2025 e lanciato all’inizio di giugno come nuovo strumento gratuito con la nuova denominazione reWork. Il profilo reWork è uno strumento online gratuito e modulare, tecnologicamente rinnovato e messo a disposizione dei datori di lavoro e dei collaboratori sotto forma di applicazione web e mobile.  Consente di gestire un reinserimento graduale dopo un’assenza per malattia o infortunio, tenendo conto delle risorse individuali. Il valore aggiunto risiede nel sostegno e nello sviluppo della capacità lavorativa parziale attraverso l’utilizzo dello strumento reWork, che consente di fornire ai collaboratori un sostegno tempestivo e graduale al reinserimento. In questo modo si riduce notevolmente il rischio di un’incapacità lavorativa prolungata con conseguenti costi aggiuntivi. In linea di principio, lo strumento reWork viene compilato congiuntamente dal datore di lavoro e dal collaboratore, mentre il medico curante ne fa una valutazione medica e ne attesta la capacità lavorativa parziale».

Quali sono i problemi maggiori che in genere si riscontrano nell’inserimento in azienda?
«Da un lato il timore che problemi di salute o infortuni causino una significativa riduzione della capacità a lungo termine rende insicuri sia il dipendente, che potrebbe subire una riduzione del reddito, sia il datore di lavoro, che deve riorganizzarsi per assicurare l’attività. La situazione nella quale ci si trova è spesso nuova e senza una sufficiente esperienza per essere in grado di affrontarla. Un dialogo tra le parti non svolto tempestivamente aumenta l’insicurezza tra dipendente e datore di lavoro e non permette di predisporre adeguati sostegni sul lavoro in tempo utile. In particolare è importante agire ancora durate il periodo di inabilità lavorativa: valorizzare le competenze dei propri dipendenti anche in caso di ridotta capacità lavorativa può spesso essere meno oneroso che non sostituire il proprio collaboratore o la propria collaboratrice».

E come è la rispondenza degli imprenditori ticinesi a questa iniziativa?
«Una valutazione tempestiva consente di adottare misure adeguate e di garantire un ritorno al lavoro graduale e orientato alle risorse. In questo modo è anche possibile apportare modifiche al processo lavorativo o al posto di lavoro, in accordo con il medico e tenendo conto dello stato di salute. Il datore di lavoro può fornire un sostegno migliore e, grazie al dialogo con il medico, è possibile rispondere in modo più adeguato alle esigenze individuali del collaboratore. Il valore aggiunto risiede nel reinserimento graduale, che riduce notevolmente i problemi conseguenti a disturbi psichici, il rischio di perdita del posto di lavoro e un’incapacità lavorativa prolungata. L’obiettivo è mantenere la capacità lavorativa e operativa il più a lungo possibile».

Voi aiutate anche i datori di lavoro a riconoscere in maniera rapida i problemi di salute dei dipendenti. Come si svolge la vostra attività a questo livello?
«È importante sensibilizzare i datori di lavoro soprattutto su una gestione sana e sulla diagnosi precoce dei problemi psichici. Ci sembra importante che vi sia una chiara trasparenza sugli strumenti e sui processi che un datore di lavoro mette a disposizione dei propri collaboratori in caso di incapacità lavorativa di lunga durata e come misure di sostegno».

Quali sono le particolarità della vostra attività in Ticino?
«Inclusione andicap ticino è attivamente rappresentata nel comitato direttivo di Compasso e partecipa all’orientamento strategico dell’associazione, garantendo così anche gli interessi del Ticino. Insieme ad altre organizzazioni nazionali siamo stati membri fondatori di Compasso oltre 16 anni fa, in modo da rappresentare gli interessi delle persone con disabilità.  L’Unione svizzera degli imprenditori ne detiene il patrocinio. A livello ticinese vi è un’attiva collaborazione con AITI (Associazione Industrie Ticinesi), le cui imprese associate danno lavoro ad oltre 15.000 persone».