«Bisogna sensibilizzare le aziende sulla salute dei lavoratori»

La salute dei lavoratori e l’integrazione di persone con andicap è un aspetto importante della nostra economia. Ne abbiamo parlato con Marzio Proietti, direttore inclusione andicap ticino e vicepresidente Compasso.
Quali sono gli
obiettivi di Compasso e come si svolge la vostra attività?
«Compasso è
un’associazione senza scopo di lucro che gestisce un portale informativo per i
datori di lavoro sul reinserimento professionale e il mantenimento del posto di
lavoro. L’obiettivo principale è quello di fornire ai datori di lavoro
informazioni gratuite e facilmente accessibili su temi quali il reinserimento
professionale, il mantenimento del posto di lavoro, la sana gestione del
personale nelle aziende e la prevenzione dei disturbi psichici».
Quali sono le
iniziative attuali che state portando avanti?
«Compasso ha
sviluppato uno strumento utile, il Profilo di integrazione orientato alle
risorse (PIR), che sarà disponibile entro la fine di maggio 2025 e lanciato
all’inizio di giugno come nuovo strumento gratuito con la nuova denominazione
reWork. Il profilo reWork è uno strumento online gratuito e modulare,
tecnologicamente rinnovato e messo a disposizione dei datori di lavoro e dei
collaboratori sotto forma di applicazione web e mobile. Consente di gestire un reinserimento graduale
dopo un’assenza per malattia o infortunio, tenendo conto delle risorse
individuali. Il valore aggiunto risiede nel sostegno e nello sviluppo della
capacità lavorativa parziale attraverso l’utilizzo dello strumento reWork, che
consente di fornire ai collaboratori un sostegno tempestivo e graduale al
reinserimento. In questo modo si riduce notevolmente il rischio di
un’incapacità lavorativa prolungata con conseguenti costi aggiuntivi. In linea
di principio, lo strumento reWork viene compilato congiuntamente dal datore di
lavoro e dal collaboratore, mentre il medico curante ne fa una valutazione
medica e ne attesta la capacità lavorativa parziale».
Quali sono i
problemi maggiori che in genere si riscontrano nell’inserimento in azienda?
«Da un lato il
timore che problemi di salute o infortuni causino una significativa riduzione
della capacità a lungo termine rende insicuri sia il dipendente, che potrebbe
subire una riduzione del reddito, sia il datore di lavoro, che deve
riorganizzarsi per assicurare l’attività. La situazione nella quale ci si trova
è spesso nuova e senza una sufficiente esperienza per essere in grado di
affrontarla. Un dialogo tra le parti non svolto tempestivamente aumenta
l’insicurezza tra dipendente e datore di lavoro e non permette di predisporre
adeguati sostegni sul lavoro in tempo utile. In particolare è importante agire
ancora durate il periodo di inabilità lavorativa: valorizzare le competenze dei
propri dipendenti anche in caso di ridotta capacità lavorativa può spesso
essere meno oneroso che non sostituire il proprio collaboratore o la propria
collaboratrice».
E come è la
rispondenza degli imprenditori ticinesi a questa iniziativa?
«Una valutazione
tempestiva consente di adottare misure adeguate e di garantire un ritorno al
lavoro graduale e orientato alle risorse. In questo modo è anche possibile
apportare modifiche al processo lavorativo o al posto di lavoro, in accordo con
il medico e tenendo conto dello stato di salute. Il datore di lavoro può
fornire un sostegno migliore e, grazie al dialogo con il medico, è possibile
rispondere in modo più adeguato alle esigenze individuali del collaboratore. Il
valore aggiunto risiede nel reinserimento graduale, che riduce notevolmente i
problemi conseguenti a disturbi psichici, il rischio di perdita del posto di
lavoro e un’incapacità lavorativa prolungata. L’obiettivo è mantenere la
capacità lavorativa e operativa il più a lungo possibile».
Voi aiutate anche
i datori di lavoro a riconoscere in maniera rapida i problemi di salute dei
dipendenti. Come si svolge la vostra attività a questo livello?
«È importante
sensibilizzare i datori di lavoro soprattutto su una gestione sana e sulla
diagnosi precoce dei problemi psichici. Ci sembra importante che vi sia una
chiara trasparenza sugli strumenti e sui processi che un datore di lavoro mette
a disposizione dei propri collaboratori in caso di incapacità lavorativa di
lunga durata e come misure di sostegno».
Quali sono le
particolarità della vostra attività in Ticino?
«Inclusione andicap
ticino è attivamente rappresentata nel comitato direttivo di Compasso e
partecipa all’orientamento strategico dell’associazione, garantendo così anche
gli interessi del Ticino. Insieme ad altre organizzazioni nazionali siamo stati
membri fondatori di Compasso oltre 16 anni fa, in modo da rappresentare gli
interessi delle persone con disabilità.
L’Unione svizzera degli imprenditori ne detiene il patrocinio. A livello
ticinese vi è un’attiva collaborazione con AITI (Associazione Industrie Ticinesi), le cui imprese associate danno lavoro ad oltre 15.000 persone».