Banca nazionale svizzera

BNS: «Il fondo sovrano non è una buona idea»

È quanto ha affermato la presidente del consiglio di banca, Barbara Janom Steiner, nel corso dell'assemblea generale tenutasi oggi a Berna
©Gabriele Putzu
Ats
25.04.2025 11:12

La Banca nazionale svizzera (BNS) respinge l'idea di un fondo sovrano per la gestione delle sue riserve valutarie. La creazione di un tale veicolo di investimento non sarebbe una buona idea, ha affermato la presidente del consiglio di banca, Barbara Janom Steiner, nel corso dell'assemblea generale tenutasi oggi a Berna.

I fautori di un fondo sovrano si attendono che lo scorporo delle riserve valutarie conduca a rendimenti più alti. Ma «già oggi la Banca nazionale gestisce in modo molto professionale le proprie valute ed è considerata una banca centrale leader nell'asset management», ha fatto notare Janom Steiner.

«Questi fondi sovrani non costituiscono un modello adatto per la Svizzera, dato che si finanziano quasi esclusivamente con proventi derivanti da materie prime o con eccedenze di bilancio», ha poi aggiunto. «Le riserve in valuta, per contro, non rappresentano risparmi reali, ma sono piuttosto un risultato della politica monetaria. Quando la politica monetaria lo esige, le riserve valutarie devono anche poter essere ridotte. Perciò la Banca nazionale deve avervi pieno accesso.»

Janom Steiner ha proseguito ricordando che l'indipendenza della BNS nella conduzione della politica monetaria è garantita dalla Costituzione federale. «Ciò implica che essa decide liberamente in merito all'ammontare e all'impiego delle riserve in valuta.» Sottrarle queste riserve «costituirebbe già di per sé un'ingerenza nell'indipendenza della BNS».

La creazione di un fondo sovrano porrebbe anche un problema di bilancio, poiché alle riserve in valuta estera corrispondono passività corrispondenti. Sarebbe quindi necessario finanziare il trasferimento di queste riserve a un veicolo di investimento o il proprietario del fondo dovrebbe acquistare queste attività dalla BNS. Janom Steiner ha avvertito che per realizzare questo progetto la Confederazione dovrebbe indebitarsi pesantemente. «Inoltre, il rischio di politicizzazione di un tale fondo sarebbe notevole, il che non costituisce una buona premessa».

L'altra grande pressione sulla BNS riguarda la distribuzione delle eccedenze alla Confederazione e ai Cantoni. Quando la banca centrale decide di non versare nulla, non è per mancanza di buona volontà, ma per la sua situazione finanziaria, ha detto, prima di aggiungere che la BNS continuerà a dare priorità alla costituzione del proprio capitale, soprattutto nell'attuale clima di incertezza. Gli utili della banca sono strettamente legati ai mercati finanziari, che sono diventati ancora più imprevedibili da quando gli Stati Uniti hanno deciso di aumentare i dazi.