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Commerci, la Svizzera diversifica ma l’UE rimane il polo principale

Altri mercati crescono però il Vecchio continente rappresenta ancora il maggior punto di riferimento per gli scambi elvetici - Il 55% dell’import-export totale della Confederazione alla fine del 2019 riguardava i 27 Paesi che sono membri dell’Unione europea
Keystone/Bally
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
25.09.2020 06:00

Nell’ultimo decennio la Svizzera ha aumentato la diversificazione dei mercati per quel che riguarda esportazioni e importazioni, ma per il commercio estero elvetico l’Unione europea resta comunque l’area di gran lunga principale. La crescita di Asia e Nord America all’interno degli scambi elvetici ha portato ad una migliore articolazione dei rischi e delle opportunità, ma non ha tolto – né avrebbe potuto, considerando la collocazione geografica ed economica della Svizzera – il primato dell’Europa e in particolare dell’UE.

Il Rapporto 2019 sul commercio estero svizzero, curato dall’Amministrazione federale delle dogane (AFD), fornisce una fotografia della realtà al termine dell’anno scorso e alcune comparazioni con gli anni precedenti. I dati del Rapporto riguardano il cosiddetto totale congiunturale, cioè non comprendono il commercio di pietre e metalli preziosi, di oggetti d’arte e d’antichità. Inquadrate con questo criterio, le esportazioni elvetiche per l’intero 2019 sono state pari a 242 miliardi di franchi e le importazioni a 205 miliardi, con un attivo commerciale record di 37 miliardi.

I dati per area

Interessante è la ripartizione per aree geografiche, secondo il valore di quanto esportato o importato. Questa la situazione per le esportazioni svizzere nell’intero 2019: Europa 54% (con l’Unione europea a 27 a circa il 48%, Regno Unito attorno al 4%, altri Paesi europei al 2% circa); Asia 21% (con la Cina al 5,5%); Nord America 19% (con gli USA a oltre il 17%); America latina e Caraibi 3%, Africa 2%, Oceania 1%. Rispetto a dieci anni prima, c’è stato un aumento della quota dell’Asia (era al 19% nel 2009) e, soprattutto, del Nord America (era all’11%). L’Europa dal canto suo è scesa di dieci punti (era al 64%), ma come si vede rimane nettamente l’area principale. Per gli altri mercati le quote sono stabili.

Sul versante delle importazioni svizzere, questa la situazione per il 2019: Europa 71% (con l’UE a oltre il 64%, il Regno Unito attorno al 4,5%, altri Paesi europei al 2% circa); Asia 20% (con la Cina a oltre il 7%); Nord America 7% (con gli USA attorno al 6%); il restante 2% circa diviso tra America latina e Caraibi, Oceania, Africa. Anche su questo versante, rispetto a dieci anni prima l’Europa è scesa di dieci punti percentuali (era all’81% nel 2009), con l’Asia in forte aumento (era all’11%), con il Nord America in solo leggero incremento (era al 6%) e con gli altri mercati che registrano quote stabili. Ma, anche qui, quelle dell’Europa dell’UE a 27 restano quote di molto superiori a quelle di Asia e Nord America.

I singoli partner

Guardando ai singoli Paesi, la Germania rimane di gran lunga il maggior partner commerciale per la Svizzera. Cumulando export e import svizzeri, la Germania ha rappresentato nel 2019 il 21,9% degli scambi elvetici; seguono gli USA con il 12,5%, l’Italia con il 7,3%, la Francia con il 6,6%, la Cina con il 6,3%, il Regno Unito con il 4,2%, l’Austria con il 3,2%, la Spagna con il 3,1%, il Giappone con il 2,6%, l’Olanda con il 2,5%. Dunque tra i primi dieci partner commerciali della Svizzera, come si vede, sei fanno parte dell’Unione europea. Se si allarga lo sguardo ai successivi dieci posti, si osserva come si trovino altri cinque Paesi dell’UE (nell’ordine Irlanda, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia), quindi ci sono undici Paesi dell’Unione europea nei primi venti partner elvetici.

Rapporti consolidati

Restando sul cumulo di esportazioni e importazioni svizzere, a fine 2019 il 55% riguardava l’Unione europea a 27 (dunque senza il Regno Unito). Questo sul totale congiunturale fornito dall’Amministrazione federale delle dogane. Se si prende in considerazione, con i dati forniti dall’AFD in altre statistiche, il cosiddetto totale generale (che comprende anche pietre e metalli preziosi, oggetti d’arte e d’antichità), si può vedere come la percentuale dell’Unione europea a 27 sia di circa il 47%. Una percentuale meno alta rispetto al congiunturale, che lascia però l’UE nettamente al primo posto tra le aree economiche con cui la Svizzera commercia, anche tenendo conto appunto degli scambi relativi a preziosi, arte e antichità.

Il pacchetto degli Accordi bilaterali 1 tra Svizzera e UE, che comprende anche la libera circolazione e il superamento di ostacoli tecnici ai commerci, è entrato in vigore nel giugno 2002. Nel periodo 2003-2019, l’export svizzero verso l’UE ancora a 28 ha registrato aumenti in valore in undici dei diciassette anni considerati; l’import svizzero dall’UE ha registrato aumenti in dodici anni del periodo. Nel totale generale, l’import elvetico è passato da 109 miliardi di franchi nel 2003 a 163 miliardi nel 2019; ancor più è aumentato l’export elvetico: da 89 miliardi nel 2003 a 154 miliardi nel 2019.