Credit Suisse, ecco la frase che ha scatenato il panico
Ammar Al Khudairy, presidente della Saudi National Bank, azionista al 10% di Credit Suisse, suo malgrado ha scatenato il caos. Il panico e il caos, ecco. Con poche, chiare e semplici parole: «I don't think they will need extra money». Tradotto: la banca saudita, tramite il suo dirigente, ha escluso ulteriori aiuti all’istituto elvetico. Apriti cielo. Il titolo, in Borsa, è crollato. Perdendo il 30%. Già, perché le parole di Al Khudairy – dai mercati – sono state interpretate male, malissimo. Di altra liquidità, insomma, i sauditi non ne metteranno. Non più, dopo l’iniezione da 1,5 miliardi di franchi in occasione dell’ultimo aumento di capitale. «Absolutely not» ha aggiunto al Khoudairy.
E così, Credit Suisse – all’improvviso – è diventata un’altra vittima della crisi di liquidità che sta attanagliando il settore bancario, complici i rialzi dei tassi di interesse da parte delle Banche centrali occidentali per combattere l’inflazione. Inflazione a sua volta aumentata a causa delle difficoltà nella catena di approvvigionamento, fra COVID e guerra in Ucraina.
La paura, ora, è che la seconda banca elvetica possa finire gambe all’aria, come Silicon Valley Bank. La banca californiana, famosa per essere il riferimento principale delle start-up, è fallita perché – banalmente – non aveva abbastanza liquidità per rispondere alla cosiddetta corsa agli sportelli dei correntisti, spaventati.
Credit Suisse, di suo, arriva da un anno complicatissimo, il peggiore dalla crisi, tentacolare, del 2008. L’istituto svizzero ha chiuso il bilancio con una perdita oltre i 7 miliardi di franchi. Tuttavia, ad allarmare – davvero – i mercati è il fuggifuggi dei clienti. Nel 2022, leggiamo, la divisione di Wealth Management ha conosciuto una discesa a livello di asset da 743 a 540 miliardi di franchi. La divisione bancaria, invece, ha perduto oltre 5 miliardi di franchi in conti corrente.
Un fuggifuggi, soprattutto, che di fatto «annulla» il coefficiente di copertura della liquidità (144%) comunicato nel report annuale della banca. Un coefficiente che, teoricamente, garantisce una capacità di rimborsare i correntisti per il prossimo mese. Ma che, appunto, rischia di non reggere di fronte a questa fuga di massa.
Credit Suisse, concludendo, ha perso la fiducia dei suoi clienti. Oggi, sembrerebbe aver perso anche quella dei suoi investitori.