Dalla BNS una pioggia di denaro, ma qualche dubbio resta
Per il 2024 la Banca nazionale svizzera (BNS) registrerà, in base ai dati provvisori, un utile di esercizio dell’ordine di 80 miliardi di franchi. Lo comunica la stessa BNS, sottolineando che saranno distribuiti tre miliardi a Confederazione e Cantoni.
I dati fatti registrare lo scorso anno consentono infatti il versamento di un dividendo nella misura massima stabilita per legge di 15 franchi per azione, nonché l’assegnazione di complessivi tre miliardi di franchi alla Confederazione e ai Cantoni a titolo di distribuzione dell’utile.
«È ovviamente positivo che la Banca nazionale distribuisca nuovamente gli utili alla Confederazione e ai Cantoni», afferma Stefan Gerlach, capoeconomista di EFG Bank e membro dell’Osservatorio sulla Banca nazionale. Gerlach è stato anche vicegovernatore della Banca centrale d’Irlanda tra il 2011 e il 2015. «Questa decisione riflette gli ampi guadagni di valutazione delle sue partecipazioni in azioni estere e in oro e l’aumento del dollaro USA in cui sono denominate molte di queste attività», continua l’economista di EFG Bank.
Un’applicazione meccanica
Come noto, i tre miliardi vengono distribuiti ai sensi della convenzione tra il Dipartimento federale delle finanze e la BNS del 29 gennaio 2021 (che scade, tra l’altro, alla fine di quest’anno) ed è ripartito per un terzo alla Confederazione e per due terzi ai Cantoni. Dopo i versamenti, la riserva per future ripartizioni ammonterà a circa 13 miliardi di franchi, ha sottolineato la BNS. In passato il mancato versamento di parte dei profitti ai Cantoni e alla Confederazione ha fatto molto discutere. «La distribuzione degli utili deriva da un’applicazione meccanica della strategia finanziaria della BNS. Mentre il trasferimento degli utili metterà a tacere la maggior parte dei critici, tutte le domande e le preoccupazioni che sono state sollevate su questa strategia in passato rimangono valide», continua Gerlach, che precisa il suo ragionamento: «Il problema è che la banca centrale aumenta ogni anno le sue riserve valutarie, gli “Accantonamenti per le riserve monetarie” (cfr. pag. 144 della versione italiana della relazione annuale della BNS per il 2023, ndr) del 10%, indipendentemente da ciò che accade».
Uno strano pilota automatico
«Pur avendo il diritto di decidere in tal senso, l’istituto di emissione non ha mai spiegato perché abbia messo il pilota automatico in questo modo. Ci sono molte domande. Come ha deciso il tasso di crescita del 10% e non del 5% o del 7%? Perché le riserve non dipendono dalla dimensione dei suoi attivi o dalla loro rischiosità? Continuerà a far crescere le riserve del 10% all'anno anche se il suo bilancio si riduce?». Domande senza risposte e che creano anche incomprensioni politiche. «A volte si sostiene che la BNS non dovrebbe distribuire gli utili perché i politici sprecherebbero il denaro. Anche se questo può essere vero o meno, si tratterebbe di una decisione politica che la BNS non ha il mandato e non ha il diritto di prendere». E infine un invito a una maggiore trasparenza. «Il fatto che il pubblico non sappia come la BNS prende le sue decisioni le fa apparire come arbitrarie e aumenta il rischio che vengano viste come scelte politiche», commenta Gerlach.
Più in dettaglio nei risultati, l’utile sulle posizioni in valuta estera è ammontato a circa 67 miliardi di franchi. Sulle disponibilità in oro è risultata una plusvalenza da valutazione di 21,2 miliardi di franchi. La perdita sulle posizioni in franchi è assommata a 7,4 miliardi di franchi.
Il rapporto dettagliato sul risultato di esercizio con i dati definitivi sarà pubblicato il prossimo 3 marzo, mentre il Rapporto di gestione sarà disponibile il 18 marzo.
Felici i tesorieri cantonali
La distribuzione dell’utile 2024 si tradurrà in una pioggia di denaro per i cantoni, che incasseranno complessivamente due miliardi: concretamente a beneficiarne maggiormente - la ripartizione è effettuata solo sulla base della popolazione residente: un tempo si teneva conto anche della forza finanziaria - sarà Zurigo, a cui andranno 358 milioni. Seguono Berna (238 milioni), Vaud (189), Argovia (162), San Gallo (119) e Ginevra (117).
La Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle finanze (CDF) accoglie con soddisfazione le comunicazioni della Banca nazionale svizzera.
In una nota il presidente della CDF Ernst Stocker parla di «un rallegrante sviluppo che ancora un anno fa non era atteso», vista l’elevata perdita di bilancio dell’istituto. «È competenza e responsabilità di ogni singolo cantone tenere conto della situazione per quanto riguarda i propri conti», prosegue il consigliere di Stato zurighese. «In generale i cantoni sono stati cauti nel mettere a bilancio eventuali distribuzioni», conclude il 69.enne esponente dell’UDC.