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Dazi, la Cina «non li approva e non li accetta»

Pechino «adotterà tutte le misure necessarie per proteggere con fermezza i legittimi diritti e interessi delle sue aziende»
© CdT/Chiara Zocchetti
Ats
30.10.2024 08:45

Pechino «non è d'accordo o non accetta» i nuovi dazi dell'UE sulle auto elettriche «made in China» a chiusura delle indagini antisovvenzioni che hanno rimarcato criticità a carico delle case automobilistiche europee.

«La Cina non è d'accordo o non accetta la decisione e ha presentato un reclamo ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie del Wto», l'Organizzazione mondiale del commercio, ha indicato oggi un portavoce del ministero del commercio citato in un comunicato. Pechino «adotterà tutte le misure necessarie per proteggere con fermezza i legittimi diritti e interessi delle sue aziende», pur prendendo atto che l'UE continuerà le «consultazioni con la Cina sul piano di impegno sui prezzi».

A seguito della pubblicazione del regolamento di attuazione nella Gazzetta Ufficiale, le misure dell'UE saranno operative a tutti gli effetti il 31 ottobre: nel dettaglio, i nuovi dazi si attestano al 7,8% per le Tesla prodotte a Shanghai, al 17% per le auto elettriche di Byd, al 18,8% per Geely e al 35,3% per Saic.

Invece, per gli altri gruppi che hanno collaborato all'indagine antimonopolistica la sovrattassa all'importazione è del 20,7%, da confrontare al 35,3% valido per tutte le aziende reticenti. Complessivamente, sommando l'obolo del 10% già in vigore, le tariffe raggiungeranno la quota del 45% e, una volta entrate in vigore, saranno definitive e dureranno cinque anni.

«La Cina ha ripetutamente sottolineato che l'indagine antisovvenzioni dell'UE sui veicoli elettrici cinesi presenta numerosi aspetti irragionevoli e non conformi, che rappresentano pratiche protezionistiche - ha rincarato il portavoce del ministero del commercio nella nota. Ci auguriamo che l'UE adotti un atteggiamento costruttivo, collaborando con la Cina per raggiungere rapidamente una soluzione accettabile per entrambe le parti ed evitare un'escalation di attriti commerciali».

Pechino, in risposta, ha anche avviato indagini sui sussidi dell'UE ad alcuni prodotti lattiero-caseari e di carne di maiale importati dal Dragone, oltre a sanzionare il brandy. Le crescenti tensioni commerciali tra Pechino e Bruxelles non si limitano alle auto elettriche, con l'UE che sta indagando anche sui sussidi cinesi nei settori dei pannelli solari e delle turbine eoliche.

L'UE non è l'unica ad aver imposto tariffe elevate sulle importazioni di auto elettriche cinesi. Negli ultimi mesi, Canada e Usa hanno varato misure molto più elevate, pari al 100%, per stroncare i possibili effetti distorsivi sulle industrie nazionali.