Il personaggio

Dov'è finito Jack Ma? E perché è stato «cacciato» dal WEF di Davos?

Un tempo fiore all'occhiello dell'economia cinese, oggi il fondatore di Alibaba mantiene un basso profilo – Il comitato direttivo del Forum, intanto, non ha rinnovato la sua adesione
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Red. Online
27.12.2022 12:45

Un tempo, Jack Ma era il cinese più ricco del mondo. Oggi, non siede più nel comitato direttivo del Forum economico mondiale di Davos, il WEF. Un comitato di cui fanno parte il fondatore, Klaus Schwab, e personalità di spicco come Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, Laurence Fink, a capo della più grande società di investimento del mondo, BlackRock, nonché altri grandi nomi dell’economia. C’è pure una regina, Rania al-Abdullah di Giordania. Il cosiddetto Board of Trustees è incaricato di prendere decisioni essenziali riguardanti il WEF. Dove dovrebbe svolgersi, ad esempio.

Fino a poco tempo fa, appunto, anche Jack Ma faceva parte del citato comitato. Fondatore della piattaforma di e-commerce Alibaba, aveva solide amicizie in Svizzera. Citiamo Nick Hayek di Swatch e Mark Schneider, boss di Nestlé. Negli ultimi due anni, tuttavia, Ma ha tenuto fede al suo cognome, nel senso che in molti si sono chiesti: «ma dov’è Ma?». Amante dei riflettori, soprattutto a Davos, l’ex enfant prodige dell’economia cinese nell’ottobre 2020 ha avuto la pessima idea di criticare il sistema finanziario del suo Paese. Un sistema a suo dire inadatto, anche perché – ai suoi occhi – è solo una brutta copia del sistema occidentale.

Parole del genere, pesanti e dirette, in Cina da sempre sono cariche di conseguenze. Anche se a pronunciarle, a suo tempo, è stato un leader del settore. E così, Xi Jinping ha letteralmente annullato Ma. Addio alla prevista IPO (offerta pubblica iniziale) di Ant, una sussidiaria di Alibaba, fondata dallo stesso imprenditore. Attraverso quell’IPO, Ma avrebbe dovuto raccogliere 37 miliardi di dollari. Niente. Non solo, le autorità cinesi hanno emesso multe per quasi 3 miliardi mentre le attività del re dell’e-commerce sono state sottoposte a norme sempre più stringenti e severe.

Fra i primi a occuparsi del «nuovo» Jack Ma, il Financial Times aveva riferito che l’imprenditore – nel frattempo – ha lasciato la Cina. È stato avvistato in Europa, in Paesi come Spagna, Austria e Paesi Bassi. Negli ultimi sei mesi, invece, avrebbe vissuto a Tokyo con la sua famiglia e con un cuoco personale, protetto da guardie del corpo. Secondo il quotidiano finanziario, non ha smesso di viaggiare e anzi sarebbero frequenti le sue visite a Israele e Stati Uniti. Con un particolare: Ma, ora, si sposta in incognito.

Sul perché Ma non faccia più parte del comitato direttivo del WEF si è detto e scritto molto. Schwab, al gruppo di testate CH Media, ha tagliato corto: «La regola di governance del World Economic Forum prevede che un membro del consiglio debba partecipare ad almeno il 50% delle riunioni del consiglio per un periodo di due anni». E qui, beh, sono sorti i primi problemi: «Jack Ma non ha seguito queste regole, motivo per cui il consiglio ha deciso di non rinnovare la sua adesione».

La decisione è stata presa già il 28 maggio, ma finora non era ancora stata comunicata.

Resta, forte, il dubbio che il WEF – al di là delle regole – abbia semplicemente appoggiato la linea di Pechino nei confronti di Ma. Sbarazzandosi, di fatto, di un oppositore del regime. Per chi, scorrendo la lista, vedesse ancora il nome di Ma nel comitato, sappia invece che si tratta di un caso di omonimia. E che il Ma «sopravvissuto» è Yo-Yo Ma, famoso violoncellista, nato a Parigi e formatosi a New York.

Della seconda economia mondiale, a Davos, non c’è più traccia. Quantomeno all’interno dell’organo chiamato a prendere le decisioni più importanti.