È il secondo migliore esercizio nella storia di BancaStato

Il cambio di politica monetaria della BNS, in senso più espansivo, si è sentito subito sui conti di BancaStato con il risultato da operazioni su interessi in calo di oltre 11 milioni. Quello del 2024 resta però il secondo migliore esercizio di sempre. Lo ha sottolineato anche il consigliere di Stato e presidente del governo Cristian Vitta nel suo discorso a commento dei risultati dell’istituto di credito cantonale. Vitta nel suo intervento ha ricordato anche la figura di Bernardino Bulla, presidente del Cda e scomparso improvvisamente lo scorso 18 gennaio.
Tornando ai dati di bilancio, questo vuol dire che il modello di business di BancaStato è ancora troppo legato ai prestiti e depositi? «Per rispondere debitamente alla domanda credo che occorra spiegare cosa ha determinato il risultato da operazioni su interessi», afferma Fabrizio Cieslakiewicz, presidente della direzione di BancaStato. «Da una parte vi sono i proventi che derivano dai crediti: ebbene, loro hanno registrato un incremento significativo, da ricondurre principalmente all’aumento dei volumi ipotecari e al rinnovo di crediti a tasso fisso che, una volta scaduti, sono stati rinegoziati a tassi oggettivamente bassi per il cliente ma pur sempre superiori ai livelli di quando, qualche anno fa, le ipoteche si trovavano ai loro minimi storici. A fronte di queste entrate, tuttavia, vi sono gli oneri per interessi, e questi sono aumentati in maniera marcata principalmente a seguito di maggiori volumi di depositi vincolati a termine e del rinnovo di prestiti obbligazionari e mutui fondiari. La convergenza di tali fattori ha per l’appunto determinato un risultato netto da interessi minore rispetto al 2023, certo, ma pur sempre ottimo e in crescita del 41% se paragonato al 2022. Vengo ora al punto della sua domanda. Tradizionalmente la parte reddituale di BancaStato è sempre stata strettamente legata ai ricavi da interessi. I crediti, in primis quelli ipotecari, continuano a rappresentare un imprescindibile nocciolo dei nostri affari nonostante la natura universale del nostro modello di affari. Negli anni l’Istituto ha tuttavia investito molto per diversificare le sue entrate finanziarie. Il risultato da operazioni su commissione e da prestazioni di servizio lo esemplifica bene: continua a situarsi ad alti livelli a prescindere dai cambiamenti di politica monetaria, a testimonianza del crescente peso specifico che i patrimoni in gestione hanno all’interno del Gruppo».
Il mercato immobiliare tiene
BancaStato è una delle principali banche per i prestiti ipotecari in Ticino. Conoscete quindi bene il mercato immobiliare. Come giudicate la situazione attuale su questo importante settore dell'economia cantonale? «Un indicatore importante per valutare l’andamento del settore immobiliare è quello relativo al numero e al valore delle transazioni effettuate. Tali valori sono fortemente cresciuti durante la pandemia ma dal 2022 il loro andamento ha cominciato a flettersi. Ebbene, durante il 2024, stando agli ultimi dati disponibili, tali valori si sono stabilizzati, collocandosi sempre e comunque al di sopra dei livelli prepandemici. La discesa dei tassi di interesse durante il 2024 ha di certo “rinnovato” la domanda di beni abitativi a uso proprio, nonostante l’aumento dei prezzi di case e appartamenti. Dal canto suo il tasso di abitazioni vuote – che aveva conosciuto negli anni precedenti una crescita più repentina rispetto al resto della Svizzera e che si era configurato come un indicatore di saturazione del mercato – ha proseguito nel suo riassorbimento, mantenendosi pur sempre al di sopra della media nazionale. Tutto ciò è avvenuto in un contesto di ripresa del saldo migratorio e della popolazione residente, elementi che possono, anche loro, aver avuto un ruolo a sostegno della domanda. Specificatamente a BancaStato, i volumi legati alle ipoteche sono in costante crescita e la maggior parte di essi sono stipulati a scopo abitativo. Il nostro portafoglio è sano. A prescindere da tale aspetto e tornando a parlare in generale, il mercato immobiliare continua a imporre un invariato livello di attenzione da parte degli addetti ai lavori».
E per quanto riguarda le imprese? Anche in questo caso ambito siete molto attivi sul territorio. Vedete segnali di un rallentamento o di crisi aziendali puntuali e quindi di crediti commerciali non performanti a vostro rischio? «Almeno per il momento non notiamo una tendenza in tal senso. A livello di sorpassi di linee di credito, per esempio, non emergono peggioramenti di sorta. Tuttavia, percepiamo un maggior timore da parte delle aziende dovuto alle maggiori incertezze congiunturali. Per quelle realtà che commerciano con l’estero, i dazi possono rappresentare un problema contingente nell’ambito del loro attuale modello di affari».
«Ci attendiamo stabilità»
Quali le prospettive di crescita di BancaStato per il prossimo futuro? «Il 2025 è sicuramente un altro anno in cui le sfide non mancano di certo. Da una parte vi sono fattori esogeni, come quelli legati alla congiuntura internazionale, nazionale e cantonale, o all’evoluzione dei tassi di riferimento. Dall’altra vi sono elementi che riguardano prettamente la fase storica in cui si trova BancaStato. La Banca ha ad esempio attuato misure per adeguare la struttura organizzativa e di gestione del rischio. Sono misure figlie del contesto di forte crescita degli affari, della forte intensificazione dei requisiti normativi e dagli impatti generati dal passaggio alla categoria di vigilanza 3 della Finma; misure che impattano sui costi. Tutto considerato, per l’anno in corso ci aspettiamo risultati più simili a quelli pur sempre ragguardevoli del 2022».
Utile di 146 milioni, di cui sessanta che vanno al Cantone
Il risultato d’esercizio del Gruppo BancaStato è stato di 146,4 milioni di franchi, mentre l’utile di Gruppo ha raggiunto gli 83 milioni di franchi, in calo 17,8% rispetto all’anno precedente, ma in crescita del 28,9% se paragonato al 2022. A questo risultato ha contribuito anche il dividendo di Axion Swiss Bank (29 milioni), interamente partecipata da BancaStato. L’alto livello dei ricavi netti (351,6 milioni) consente di rafforzare ulteriormente la solidità con un’attribuzione alla riserva per rischi bancari generali di 60 milioni. Il Cantone incassa 60,1 milioni di franchi (-7,6% rispetto al 2023 e +32,6% in confronto al 2022). I crediti ipotecari sono saliti a 12,4 miliardi di franchi (+4,7%), mentre la somma di bilancio è di 19,3 miliardi (7%). Bene anche la new net money pari a 613,5 milioni di franchi. La Finma, infine, ha ratificato la nomina di Michela Ferrari-Testa alla presidenza.
«Sono fiera dell’approccio alle pari opportunità»
L’avvocata Michela Ferrari-Testa è stata nominata presidente del Cda di BancaStato lo scorso 30 gennaio in sostituzione del compianto Bernardino Bulla, prematuramente scomparso. È la prima donna presiedere BancaStato. A lei abbiamo chiesto come si pone l’istituto di credito cantonale nell’affrontare la questione della parità di genere in tutti i settori della banca. «L’incarico conferitomi dimostra che con la competenza, l’impegno, la dedizione e la serietà è tutto raggiungibile, nonostante nel mondo del lavoro per le donne vi sia ancora qualche ostacolo culturale in più. Sono molto fiera dell’approccio e della prassi di BancaStato per la parità di genere», afferma la presidente del Cda. «Nel 2018, in anticipo rispetto alle disposizioni di legge, l’Istituto ha intrapreso il percorso di certificazione “Equal Salary” per stabilire l’assenza di disparità in termini di salario, condizioni e opportunità professionali tra uomo e donna. I risultati lo hanno appurato e sono stati riconfermati anche nel 2023. E proprio in queste settimane si stanno svolgendo, come previsto da “Equal Salary”, le analisi intermedie in vista della prossima e pianificata ricertificazione. Vorrei anche ricordare che in Cda siede anche Marialuisa Parodi Aostalli e che nel 2022 BancaStato ha accolto Glenda Brändli, la prima donna nella Direzione generale dell’Istituto».
Il capitolo sostenibilità (criteri ESG) è un tema per BancaStato. Quali progetti sono in cantiere in questo momento? «Il nostro mandato pubblico si traduce anche con una spiccata attenzione alla dimensione sociale e ambientale dell’attività bancaria e nel 2023 l’Istituto si è dotato di una specifica strategia di sostenibilità con cui mettere in sistema misure nel medio e lungo periodo. Tra quelle già implementate vorrei citare l’applicazione delle normative dell’Associazione Svizzera dei Banchieri che riguardano gli aspetti ESG nella consulenza agli investimenti, nella gestione patrimoniale e nell’offerta di crediti ipotecari o ancora il Premio per la sostenibilità aziendale, rivolto alle PMI del territorio. In cantiere vi sono diversi progetti, tra cui il nuovo Rapporto di sostenibilità che include la presentazione dei rischi climatici e la misurazione delle emissioni di CO2 dell’Istituto».
BancaStato di fronte alle richieste del regolatore di maggiore capitalizzazione come si pone? «L’Istituto è sempre stato cosciente che a maggiori volumi di affari corrispondono maggiori necessità di fondi propri. Per questo motivo, coerentemente con la nostra strategia di capitalizzazione, i fondi propri computabili sono passati in cinque anni da 1,3 a 1,8 miliardi, assicurandoci un grado di copertura ben al di sopra delle soglie regolamentari, a tutto vantaggio della Banca e della sua clientela».