Paperoni

Ecco chi è Bernard Arnault, il «lupo in cashmere»

Bloomberg ha aggiornato ieri la classifica dei più ricchi al mondo: il francese è passato in testa, superando Elon Musk — Il presidente e CEO di LVMH punta a prolungare la sua permanenza al vertice
© EPA/Ian Landgsdon/Keystone
Giacomo Butti
14.12.2022 20:22

Musk, Arnault, Musk, Arnault. La scorsa settimana, il magnate francese, patron del colosso del lusso LVMH, aveva superato il boss di Twitter nella classifica dei paperoni stilata da Forbes. Ma il titolo di “uomo più ricco del mondo” è stato nelle sue mani per poche ore. Il tempo di vedere le azioni di Tesla lievitare a Wall Street, abbastanza da consegnare nuovamente a Musk lo scettro. Ieri, poi, il nuovo sorpasso: ad annunciarlo è stato il Bloomberg Billionaires Index. E, questa volta, Arnault sembra arrivato ai vertici per restarci. Ma chi è Bernard Arnault?

Niente tweet scandalistici

Ormai ci eravamo abituati a Musk. Ogni giorno un tweet controverso. Con Arnault la musica sarà diversa. Il 73.enne, nato nella cittadina di Roubaix, al confine con il Belgio, è un miliardario decisamente più discreto. Abituato a esporsi raramente in apparizioni pubbliche, il magnate non è personalmente attivo sui social media. È tanto riservato, ha raccontato lui stesso in un’intervista radio, da essere arrivato a vendere il suo jet privato, così da evitare che i suoi spostamenti siano tracciati, come accade a moltissimi altri VIP, dagli account Twitter come CelebJets.

Da tempo presente nelle classifiche di ricchezza, è il primo europeo a vantare il titolo di uomo più ricco del mondo. Oltre 170 miliardi di dollari, al momento, il suo patrimonio: una fortuna costruita sul lusso. Oggi, Arnault è presidente e amministratore delegato della LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton, multinazionale proprietaria di numerosi marchi di alta moda, alberghi di lusso e perfino giornali. Ma il suo percorso professionale parte da ben altri settori. Laureato all’École Polytechnique di Parigi, nel 1971 ha infatti cominciato a lavorare nell'azienda di famiglia, la compagnia di lavori pubblici Ferret-Savinel, prima di trasferirsi nel 1981 negli Stati Uniti, dove si è cimentato nello sviluppo immobiliare fondando la Férinel Inc.

È solo nel 1984, di ritorno in Francia, che Bernard Arnault ha fatto il suo ingresso nel mondo del lusso. Come? Rilevando Boussac Saint-Freres, il gruppo tessile in bancarotta che possedeva Christian Dior. Di qui, Arnault si è fatto largo acquistando quote di LVMH, nata dalla recente fusione (1987) di Louis Vuitton e Moët Hennessy. È in questi anni, per i modi impietosi con cui ha smembrato Boussac (“salvando” solo Dior) e tagliato fuori gli altri vertici di LVMH, che si è guadagnato il soprannome di “lupo in cashmere”.

Il resto, come si dice, è storia. Nei trent’anni seguenti, Arnault ha fatto crescere la compagnia rendendola il colosso del lusso che è oggi.

Meglio degli altri nella crisi

Ma che impatto hanno avuto COVID prima e guerra poi sulla fortuna del francese? L'indebolimento dei mercati ha intaccato anche la ricchezza di Arnault, rivela Bloomberg. Quest’anno, il suo patrimonio è infatti sceso di circa 7,2 miliardi di dollari. Perché, dunque, il magnate non ha sofferto come i giganti della tecnologia? A fare la differenza è stata la resistenza del lusso. La domanda di prodotti di alta gamma è infatti tornata a rafforzarsi non appena la crisi pandemica si è attenuata. L'anno scorso, riporta il sito economico, LVMH ha generato un fatturato di 64 miliardi di euro, in netta ripresa rispetto al 2020. Fatturato che fa la fortuna del tycoon, dato Arnault e famiglia possiedono complessivamente il 48% delle azioni della società, con il 64% dei diritti di voto.

E dire che, quest’anno, LVMH ha alzato il limite di anzianità imposto a chi ricopre la carica di CEO. Una mossa che permetterà al 73.enne di continuare a condurre l’azienda fino alla soglia degli 80 anni. Insomma, Arnault è in testa alla classifica dei paperoni. E intende restarci.