Ecco le opzioni «giornaliere», per i trader che non «aspettano»

I mercati finanziari non solo non dormono mai (v. l'intenzione del New York Stock Exchange di estendere a 22 ore al giorno le negoziazioni nei giorni feriali), ma non aspettano neppure. Un po’ come per le scommesse calcistiche che ormai si possono piazzare in corso di partita, anche in Borsa si possono sottoscrivere opzioni che scadono alla fine dello stesso giorno. Parliamo delle opzioni zero-days-to-expiration (0DTE), il cui mercato negli USA è letteralmente esploso da quando hanno fatto il loro ingresso alla CBOE (Chicago Board Options Exchange) poco più di due anni fa: oggi quasi la metà del volume giornaliero complessivo delle opzioni trattate al CBOE è rappresentato dalle opzioni 0DTE sull'indice S&P 500.
Ma la crescente popolarità di questi strumenti inquieta le autorità di vigilanza e regolamentazione, la SEC in primis, preoccupate per le potenziali dinamiche destabilizzanti dei beni sottostanti. In scenari di alta volatilità, infatti, il trading massiccio di queste opzioni potrebbe amplificare le oscillazioni dell'indice S&P 500, generando così un effetto a catena che si riflette negativamente sulla stabilità del mercato.
Per illustare le opportunità, ma anche le sfide, di questo mercato l’Istituto di finanza dell’USI, in collaborazione con il Gruppo Fidinam, ha invitato il professor Federico Bandi della Johns Hopkins University nell’ambito della seconda conferenza del ciclo «Financial Econometrics Meets Machine Learning. Il rischio principale di queste opzioni, secondo i critici, risiede nel loro pricing. Ma come ha sostenuto il professor Bandi, «se circa il 95% del trading di 0DTE proviene da investitori istituzionali, molto sofisticati, vorrei capire qual è la probabilità che possano sbagliarsi, soprattutto nella loro capacità di calcolare e determinare in modo corretto il prezzo di queste opzioni. Credo che questo sia un caso in cui la “saggezza delle folle” dovrebbe funzionare piuttosto bene».
Nel corso della sua relazione Bandi ha dapprima spiegato che è già da diversi anni che il mercato delle opzioni guarda e richiede scadenze più brevi, tant’è vero che è nel 2005 la CBOE ha introdotto le opzioni weekly (settimanali), con scadenza il venerdì quindi. Nel corso del tempo, CBOE ha progressivamente offerto opzioni settimanali esercitabili prima della scadenza, arrivando, nel 2022, alle 0DTE. In seguito, entrando nel dettaglio delle consolidate strategie di trading nel mercato delle opzioni che si applicano naturalmente anche alle 0DTE, l’esperto ha rassicurato sulle (legittime) preoccupazioni delle autorità, spiegando come in definitiva queste opzioni tendono ad attenuare la volatilità nel mercato, data la citata sofisticazione dei trader da una parte e, dall’altra, al fatto che i trader sono praticamente «obbligati» a coprirsi in modo adeguato con i beni sottostanti per via della quasi immediata scadenza del contratto. Questo, secondo Bandi, vale soprattutto quando i trader sono compratori (o sottoscrittori) di opzioni in termini netti (cioè tra opzioni call e put prevalgono i primi).
Viene da chiedersi, per il profano almeno, che senso ha comprare (o vendere) contratti d’opzione nel giorno stesso in cui scadono. Risposta: il costo. Infatti, il fattore «tempo» è determinante per il prezzo d’opzione: più il valore è basso (1, in questo caso), meno costa. Ma il professor Bandi ha precisato che il mercato delle opzioni 0DTE è appannaggio dei professionisti perché hanno i mezzi tecnici per capirli e negoziarli (e prezzarli) in modo corretto e, soprattutto, in modo redditizio: «Le performance finora per i (pochi) attori retail sono stati generalmente “modesti”, per dirla con diplomazia… Questo non è un mercato nel quale ci si può improvvisare, non è GameStop», ha affermato.