Banche

«Ecco perché il Ticino resta centrale nella nostra strategia di sviluppo»

Franco Polloni, responsabile Svizzera e Italia di EFG, fa il punto sulla strategia di EFG per quel che riguarda la presenza nel cantone
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
08.01.2020 06:00

Franco Polloni è Head of Switzerland &Italy Region nella EFG, gruppo bancario zurighese che ha acquisito e integrato la ticinese BSI. Il maggior azionista dell'aggregato nato dalla fusione con la BSI è la famiglia greca Latsis, seguita dal gruppo brasiliano BTG Pactual. In questa intervista al Corriere del Ticino, Franco Polloni fa il punto sulla strategia di EFG e in particolare sulla linea che questa intende concretizzare per quel che riguarda la presenza in Canton Ticino. Il responsabile Svizzera e Italia di EFG si pronuncia anche sul livello degli organici e sul recente accordo di vendita al Cantone dell'immobile luganese Palazzo Botta.

Ci sono state voci su un vostro matrimonio con Julius Bär, da voi poi smentito. In precedenza avevate ribadito di essere interessati ad acquisizioni, nel caso si fossero presentate opportunità. Qual è la vostra linea di fondo: rimanete potenziali compratori di banche e società finanziarie medie e piccole o ci potrebbero essere anche fusioni con istituti di maggior taglia?

«Come affermato dal nostro CEO Giorgio Pradelli, siamo concentrati sull’attuazione del piano strategico 2022 che abbiamo presentato lo scorso marzo. Questo piano prevede principalmente una crescita organica, ma essendo una banca molto solida con capitale sufficiente non escludiamo opportunità per acquisizioni strategiche e complementari. Nel 2019 sono entrati a far parte di EFG circa 150 nuovi consulenti per la clientela (CRO), il doppio rispetto a quelli che avevamo originariamente previsto, abbiamo aperto nuove sedi in Portogallo e a Dubai e rilanciato la sede di Milano. Si tratta di un chiaro segnale del nostro orientamento strategico volto alla crescita. I casi di BSI e di Shaw and Partners, in Australia, hanno dimostrato che siamo in grado di integrare rapidamente e con successo nuove realtà. L’acquisizione di BSI ci ha consentito di acquisire la massa critica necessaria per competere sul mercato e oggi siamo una delle dieci più grandi private bank in Svizzera».

Lei ha citato l’integrazione da parte vostra della BSI, veniamo dunque al Ticino. Quali sono i punti principali della vostra strategia nel cantone?

«Il Ticino è e rimarrà centrale per le attività della nostra banca in Svizzera. Per la business region che dirigo, Switzerland & Italy, i volumi di affari che generiamo in Ticino nell’attività di private banking sono analoghi a quelli della nostra sede di Zurigo e a quelli di Ginevra. Per il Ticino, il nostro focus strategico sono principalmente le attività di private banking per la clientela residente, inclusa l’offerta di servizi commerciali per gli imprenditori locali che - oltre alla nostra comprovata esperienza nella gestione patrimoniale - desiderano operare con un unico partner. Vogliamo pure continuare a servire quella clientela internazionale che storicamente si affida alle competenze delle banche ticinesi per gestire i propri patrimoni. In Ticino, oltre alla parte di private banking, abbiamo anche centri di servizi rilevanti per l'intera banca: Global Markets & Treasury, Risk Management, Operations, Servizi Generali e altre funzioni di supporto quali IT, Compliance e Risorse umane. Anche una parte sostanziale dell’unità di Investment Solutions è localizzata nella nostra sede luganese. Per rafforzare la nostra immagine abbiamo incrementato il nostro sostegno alla comunità locale con diverse iniziative prestigiose, tra cui vorrei citare il supporto a Lugano Estival Jazz, che ha potuto proseguire il suo percorso di successo anche grazie alla nostra partnership. Ritengo che ci troviamo di fronte a diversi segni tangibili dell’importanza di questa regione per EFG».

Quali sono la situazione attuale e le prospettive per gli organici di EFG, a livello complessivo e a livello di Ticino?

«Per quel che concerne il livello complessivo degli organici del gruppo, nel 2019 abbiamo proseguito con il nostro piano di riduzione triennale 2017-2019 annunciato nel 2016, che prevedeva una riduzione netta di circa 300-450 posti di lavoro a livello globale – e quindi non solo in Ticino e in Svizzera. EFG a fine giugno aveva quasi 3'200 impiegati. Tutti i principali gruppi bancari globali sono impegnati in un processo di efficienza per adattarsi alle mutate condizioni macroeconomiche e per far fronte agli importanti investimenti in ambito tecnologico: questo contesto vale anche per un istituto attivo globalmente come EFG. Per il futuro continueremo a essere sempre più concentrati sulle attività di private banking, a porre molta attenzione al grado di efficienza e a focalizzare tutte le risorse per il raggiungimento del piano strategico 2022. In altre parole, continueremo a lavorare per la soddisfazione dei nostri clienti e, di conseguenza, per il successo della nostra banca e dei nostri collaboratori».

Avete concluso un accordo per la vendita al Cantone, per 80 milioni di franchi, dell’immobile luganese Palazzo Botta. Come rientra ciò nella vostra strategia?

«La vendita è frutto di una operazione nata su richiesta del Cantone e porterà significativi benefici a entrambe le parti. Il Cantone potrà avere una sede di prestigio per ospitare le autorità giudiziarie ticinesi. Noi riporteremo l’attività della clientela nello storico Palazzo Riva e negli edifici di Durisch e Canova. Le altre unità ritorneranno nello stabile di Sant’Anna. La vendita di Palazzo Botta è stata un’opportunità e non è collegata a qualsiasi tema relativo a una riduzione delle attività o dei posti di lavoro a Lugano. Resteremo in Palazzo Botta per altri tre anni, poi i collaboratori saranno trasferiti negli altri stabili presenti a Lugano, dove avremo anche sufficiente spazio per un’ulteriore crescita in Ticino».

Cosa vi aspettate dall’incontro tra Consiglio di Stato, Associazione bancaria ticinese e Associazione svizzera degli impiegati di banca?

«Apprezziamo lo scambio aperto e costruttivo che si tiene tra le parti da parecchio tempo. La nostra priorità è la realizzazione del piano strategico 2022 che ci permetterà di crescere e offrire impieghi attrattivi in Ticino. Per la riunione di oggi ci auguriamo che nelle discussioni le parti tengano presente la realtà dei fatti, ovvero che il Ticino rimane centrale per le nostre attività in Svizzera e che non sono previste misure di efficienza diverse rispetto a tutte le nostre altre sedi. D’accordo con la Commissione del Personale abbiamo deciso di negoziare un nuovo piano sociale dopo quello scaduto lo scorso 31 dicembre. Abbiamo concordato con la Commissione un prolungamento del vecchio piano fino al 31 marzo prossimo. La scelta di negoziare un nuovo piano sociale è un’iniziativa che riflette la nostra attitudine di datore di lavoro socialmente responsabile e attento ai propri dipendenti».

Per Franco Polloni la EFG con acquisizioni e aperture di nuove sedi ha dato chiari segnali sull’orientamento strategico volto alla crescita.
Per Franco Polloni la EFG con acquisizioni e aperture di nuove sedi ha dato chiari segnali sull’orientamento strategico volto alla crescita.