L'opinione

ESG, dagli USA una lezione per la Svizzera

Molte aziende americane hanno perso di vista lo «shareholder value»
François Degeorge
23.01.2024 06:00

Nel 2019 i principi ESG (ambientali, sociali e di governance) andavano di gran moda negli Stati Uniti. Molte grandi aziende americane si sono allora allontanate dall’obiettivo del valore degli azionisti (shareholder value) e hanno iniziato a presentare la lotta al cambiamento climatico come un imperativo morale. Oggi invece si sta assistendo in America a un ritorno di fiamma contro i principi ESG. Come mai? Le risposte a queste domande sono istruttive per la Svizzera, poiché le tendenze osservate in America spesso anticipano gli sviluppi nel resto del mondo occidentale.

Nel 2019 molti dirigenti aziendali americani si erano convertiti all’ESG perché erano giunti alla conclusione che le disfunzioni della democrazia americana impedissero ai decisori politici di affrontare efficacemente il cambiamento climatico. Osservando la paralisi politica degli Stati Uniti, questi leader aziendali si erano sentiti obbligati a prendere l’iniziativa. Per legittimare la loro conversione avevano scelto di giustificarla con argomenti morali.

Ma perché poi hanno fatto marcia indietro? È emerso che gran parte dell’opinione pubblica americana è scettica, o addirittura contraria, all’idea che le aziende assumano posizioni morali su questioni di società. A volte è la sincerità dell’impegno dei dirigenti verso obiettivi non finanziari a essere messa in discussione. Spesso è anche la sua legittimità. Mentre molti accettano che il proprietario di Patagonia, un marchio americano di abbigliamento outdoor, indirizzi le risorse della sua azienda verso il bene comune, quando il CEO di una multinazionale - che ha una miriade di azionisti e un gran numero di dipendenti - fa lo stesso, suscita accuse di «wokismo aziendale». Di fronte a questa reazione, molte aziende americane stanno mettendo in secondo piano gli obiettivi ESG.

La fragile legittimità della posizione morale delle aziende sul cambiamento climatico compromette l’impatto dei loro sforzi in questo settore. Un discorso moraleggiante può essere percepito come paternalistico da coloro che subiscono le conseguenze negative della transizione energetica e difficilmente otterrà il loro sostegno. Inoltre, l’approccio morale al cambiamento climatico fa deviare il discorso dai fatti oggettivi al terreno soggettivo dei valori e delle opinioni. In questo modo, la posizione morale dà involontariamente credito agli scettici e ai negazionisti del cambiamento climatico.

Le imprese hanno ottime ragioni non morali per affrontare il cambiamento climatico, in quanto crea rischi e opportunità in tutta l'economia. Invece di considerare il cambiamento climatico come una sfida morale, le imprese dovrebbero adottare un approccio basato sui fatti. La Svizzera possiede un’eccellente comunità di ricercatori, non politicizzata, focalizzata su finanza sostenibile e valutazione delle conseguenze economiche del cambiamento climatico. I decisori svizzeri dovrebbero sfruttare queste competenze per formulare strategie efficaci basate sui fatti e non sulla morale. A prima vista, questo approccio può sembrare meno attraente di una posizione morale. Ma non dimentichiamo che si tratta di una ricetta collaudata che ha portato la Svizzera al successo per molti decenni.