GameStop, la grande scommessa e Elon Musk
Nella corsa senza freni di GameStop non poteva mancare Elon Musk, il miliardario-visionario patron di Tesla da anni in guerra con gli short seller. Il suo tweet «Gamestonk!», con allegato il forum di Reddit in cui la discussione sul titolo era attiva, è stato letto come la sua «benedizione» alla volata del titolo e alla battaglia dei piccoli investitori contro gli hedge fund e le loro vendite allo scoperto.
Considerato l’anti-establishment per eccellenza, Musk incarna la saga di GameStop come uno scontro generazionale e un referendum su chi controlla i mercati. Un referendum in cui Musk non fa il tifo per Wall Street. Per anni ha combattuto in prima persona i potenti investitori che hanno scommesso contro il calo dei titoli della sua Tesla. Uno scontro talmente violento che, in un tweet del 2018, Musk ha ipotizzato un delisting del colosso delle auto elettriche a 420 dollari per azione. Tesla alla fine è rimasta quotata a Wall Street ed è entrata anche a far parte del prestigioso S&P 500. Lo scorso anno chi ha effettuato vendite allo scoperto contro Tesla ha perso 38 miliardi di dollari. Fra chi ha scommesso contro Musk c’era e c’è anche Michael Burry, che curiosamente ha recitato una parte importante anche nella vicenda GameStop: tempo fa, aveva infatti acquistato il 5,3% del capitale azionario per 15 milioni di dollari. Attirando i riflettori sull’azienda texana e, con il senno di poi, scatenando la rivoluzione dei piccoli investitori che in questi giorni ha travolto Wall Street. Burry, interpretato al cinema da Christian Bale nel film La grande scommessa, balzò agli onori della cronaca poiché, nel 2008, fece guadagnare al suo fondo 2,6 miliardi di dollari scommettendo sul crollo del mercato immobiliare americano e dei mutui subprime.
Mentre giovedì alcune piattaforme di scambi come Robinhood limitavano gli ordini di acquisto di GameStop, Musk è intervenuto: le vendite allo scoperto sono «una truffa legale solo per ragioni persistenti. Non si può vendere una casa che non si ha. Non si possono vendere auto che non si possiedono ma si possono vendere titoli che non si hanno?». Musk non sarebbe fra gli investitori che ha scommesso su GameStop. In un’intervista a Business Insider aveva spiegato che l’unica società quotata di cui aveva titoli era Tesla e che voleva usare la sua ricchezza per colonizzare lo spazio. «Ritengo che sia importante per l’umanità diventare una specie per più pianeti. Voglio cercare di contribuire il più possibile a una città su Marte, E questo vuole dire molto capitale».