Guadagnare con Thiem
A chi non piacerebbe partecipare ai guadagni futuri del proprio sportivo preferito? Un modo come un altro per rinforzare il proprio tifo, ma soprattutto la nuova frontiera degli NFT, di cui si sta parlando tantissimo per merito di Dominic Thiem, che ha tokenizzato il 5% dei suoi guadagni futuri. Ma come funziona?
FANtium
Fra le tante piattaforme NFT, o comunque vicine al mondo blockchain, ce ne sono alcune centrate sullo sport e fra queste FANtium, che con i Non Fungible Token punta a fare nello sport ciò che da tantissimi è stato fatto nell’arte ed in generale nel collezionismo. La piattaforma con base operativa a Zug creata da Jonathan Ludwig, che fra i principali investitori ha lo stesso Thiem oltre a grossi nomi del Web 3.0, ha come obbiettivo quello di vendere i guadagni futuri, o parte di essi, degli atleti che si iscrivono. Ovviamente le prospettive sono diverse per un campione che cerca di tornare in alto come il tennista austriaco, per un giovane sconosciuto e per un mestierante da challenger, ed infatti sarà il mercato a decretare quanto vale il 5% di Thiem, quello di Djokovic, quello di Huesler, quello di Riedi, eccetera. Con i fan token si acquisterà quindi (pagandola in dollari, euro, franchi, va ricordato ai più entusiasti) una quota degli introiti dell’atleta, che chiaramente devono avere una qualche forma di ufficialità o garanzia. In questo senso il tennis si presta più di altri sport.
Thiem
L’ex numero 3 del mondo, dopo l’infortunio al polso sceso moltissimo nel ranking ATP e adesso numero 105, nel 2022 ha guadagnato nei tornei, come prize money ufficiale, 421.123 dollari, ma bisogna ricordare che nel 2020, stagione in cui ha conquistato gli US Open, aveva guadagnato 6.024.077 dollari e nel 2019 ancora di più: 7.091.603 dollari. Quanto potrà guadagnare nel 2023, visto che fra poco compirà 30 anni? La valutazione data dai fan al 5% tokenizzato di Thiem per il 2023 porta ad una previsione di guadagno nei tornei di circa 4,6 milioni di dollari. In pratica la stessa cifra guadagnata da un Thiem venticinquenne e sano nell’intero 2018. Valutazione molto ottimistica, quindi, se parliamo di tennis. Domanda ingenua: chi si è intascato quei 230.000 dollari del 5% tokenizzato? Risposta facile: Thiem, con una piccola percentuale per FANtium.
Giovani
Ovviamente avendo guadagnato in carriera 27 milioni di solo montepremi nei tornei, senza contare sponsor ed esibizioni, Thiem non ha alcun bisogno di quei 230.000 dollari. È che essendo lui il testimonial della piattaforma aveva bisogno di proporre al pubblico un esempio concreto. E le cifre non sono casuali, perché 230.000 dollari è più o meno il costo di un’attività professionistica internazionale di un giocatore intorno alla posizione numero 100 del mondo oppure di uno junior molto ambizioso, pagando il minimo possibile allenatore, preparatore atletico e fisioterapista, oltre che i viaggi. Il punto è questo: nelle intenzioni (almeno quelle ufficiali) dei suoi promotori la ragion d’essere di FANtium non dovrebbe essere turlupinare i tifosi vendendogli obbiettivi impossibili dei campioni, fra l’altro con una valutazione corretta dei guadagni futuri la convenienza sarebbe zero per entrambe le parti. L’idea, spiegata anche da Thiem, è quella di finanziare l’attività dei giovani nella sostanza ‘vendendo’ parte della loro carriera futura a chiunque creda in loro. Una scommessa, quindi, ma fondata su un discorso tecnico: anche un occhio inesperto avrebbe potuto intuire il potenziale di un Federer diciassettenne, ma non dimentichiamo che un grande allenatore come Riccardo Piatti dovendo scegliere puntò su Ljubicic invece che su un Djokovic diciottenne.
Fan token
Gli sviluppi potenziali sono infiniti, anche per gli sport di squadra: certo è più facile avere cifre certe sulla carriera di un tennista che sugli utili di una squadra di calcio. Al di là del fatto che se uno credesse molto nel futuro di un club non avrebbe bisogno di alcun token, basterebbe diventarne azionista. Certo investendo piccole cifre in tanti avrebbero la sensazione di essere grandi imprenditori… È per questo che ormai da anni sono in tanti ad essersi buttati sui fan token, stando bene attenti a vendere ai tifosi il nulla: partecipazione a concorsi, scelta di musiche per celebrare i gol, possibilità di interazione con i calciatori, gadget particolari. Non è un caso che l’affare sia stato fiutato anche dalle nazionali: esiste ad esempio un token dell’Argentina, che certo non dà il diritto ad alcun utile né consente di dettare la formazione a Scaloni. Molto più noti sono i fan token di Inter (che può dare accesso all’area VIP), Paris Saint-Germain (i possessori possono avere colloqui anche con Messi e Mbappé), Roma, Lazio, Napoli, Manchester City, Porto, Atletico Madrid e altri. L’indebitatissimo Barcellona, che sta venendo qualsiasi cosa riguardante il suo futuro, con il suo token permette di scegliere i messaggi veicolati dalla squadra e in certi casi anche di scendere in campo (certo non con la prima squadra) al Camp Nou. I fan token si possono comprare su Binance e sulle altre principali piattaforme, per lo meno quelle rimaste in vita dopo i recenti disastri del mondo crypto, ma al di là degli aspetti tecnologici rientrano in un vecchio modello economico: fra l’altro osservando i grafici si nota che stanno andando quasi tutti malissimo, non solo rispetto ai massimi ma anche al collocamento. Altra cosa è diventare quasi-azionisti, come nel caso di Thiem: una nuova opportunità per chi voglia vivere dal divano la propria vita.