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Helsinn riparte da BancaStato per finanziare la crescita

Il Gruppo biofarmaceutico luganese ha siglato un accordo di finanziamento con l’istituto di credito cantonale - Riccardo Braglia: «Abbiamo dovuto dolorosamente ridurre l’organico ma contiamo di tornare alla redditività nel giro di due anni»
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Generoso Chiaradonna
10.10.2023 06:00

«Ripartiamo dal territorio per mettere le basi al Gruppo Helsinn e dargli la possibilità di ritornare a crescere». Così Riccardo Braglia, presidente esecutivo di Helsinn commenta l’accordo di finanziamento firmato con BancaStato che sostituisce una precedente linea di credito di un fondo statunitense dello scorso dicembre. «Questa linea di credito era diventata onerosa e difficile da gestire. Ora, con BancaStato, possiamo incominciare a ripensare al futuro», continua Braglia che non nasconde le difficoltà che ha incontrato la sua azienda negli ultimi due anni. «Purtroppo abbiamo dovuto ridimensionare l’organico nel sito di Lugano (Pambio-Noranco) in due riprese: a dicembre scorso e alla fine di agosto di quest’anno. L’esercizio di rivedere la struttura dei costi è stato doloroso, ma necessario per dare continuità a un’azienda che è presente sul territorio da quasi cinque decenni (47 anni)», continua Braglia. Ricordiamo che Helsinn è un azienda biofarmaceutica globale completamente integrata e una forte attenzione alle terapie di supporto, all’oncologia e alle malattie rare.

Salvaguardati venti impieghi

Rispetto all’ipotesi di diminuire di sessanta posti gli impieghi a Lugano, ne sono stati salvaguardati una ventina. «Dietro un posto di lavoro c’è sempre una persona con cui si è condiviso un percorso professionale e umano di anni. Quindi la ristrutturazione non è stata fatta a cuor leggero. Abbiamo però predisposto un piano sociale generoso in termini economici che comprende anche un supporto con un’azienda di consulenza del personale mirato al ricollocamento», aggiunge Braglia che precisa: «Le persone che hanno perso l’impiego alla fine dello scorso anno, sono state quasi tutte ricollocate in aziende farmaceutiche ticinesi o nel resto della Svizzera. Il settore conosce da tempo un certo dinamismo. Per questo contiamo di aiutare anche coloro che hanno perso il posto a fine agosto. Alcuni sono stati assunti da HAS Healthcare Advanced Synthesis di Biasca che non fa formalmente parte del Gruppo, ma è controllata da un’altra holding riconducibile alla mia famiglia», aggiunge il presidente del Gruppo Helsinn.

Ma da dove nascono le difficoltà? Il periodo Covid ha inciso nella sperimentazione di nuovi protocolli che comunque avevate? «Alle difficoltà di mercato createsi con le catene di approvvigionamento interrotte, il periodo pandemico ha impedito lo sviluppo clinico di alcuni prodotti che avevamo intenzione di mettere sul mercato. Questo ritardo ha compromesso alcune sperimentazioni e il rinnovo di parte delle specialità, ma il nostro portafoglio prodotti è valido e riconosciuto a livello internazionale, quindi possiamo ripartire da qui».

«La rifocalizzazione strategica permetterà di ritornare a generare utili e quindi a essere competitivi sui mercati - stimiamo - nel giro di due anni», precisa Braglia che puntualizza: «La ristrutturazione è avvenuta a tutti i livelli gerarchici dell’azienda: dal Consiglio di amministrazione, alla direzione per finire alle maestranze e questo a livello globale. La presenza commerciale è in 190 Paesi con filiali operative negli Stati Uniti e Cina. In Irlanda, inoltre, abbiamo la un’altra filiale, la Helsinn Birex Pharmaceuticals Ltd. per l’approvvigionamento e lo sviluppo di prodotti». «Abbiamo quindi ridotto tutto l’organico del Gruppo Helsinn da 450 dipendenti che erano a fine 2022 a 300 circa attuali». «Infine, oltre al finanziamento bancario anche la mia famiglia ha immesso capitali freschi nell’azienda. Questo per dimostrare al territorio su cui operiamo che essendo un’azienda familiare ci mettiamo la faccia. Anche i miei due figli maggiori sono già in azienda e rappresentano la quarta generazione».

L’entrata in Borsa? Non esclusa

Come detto, anche la direzione generale è stata rinnovata. «Sì, abbiamo nominato un nuovo amministratore, meglio un’amministratrice delegata, la dr.ssa Melanie Rolli un medico con una lunga esperienza in Novartis. Anche questa nomina fa parte della strategia di rilancio».

E l’idea di entrare in Borsa ventilata qualche anno fa è ancora attuale? «Non è esclusa del tutto. Prima dobbiamo però ripartire e rilanciare l’attività e contiamo di riuscirci», conclude Braglia.