Stati Uniti

«I dazi previsti da Trump avrebbero ripercussioni dirette anche in Svizzera»

La misura interesserebbe in particolare l'industria farmaceutica, ma anche quella relativa a macchinari, strumenti di precisione, orologi e derrate alimentari
© KEYSTONE (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)
Ats
30.10.2024 11:10

I dazi previsti da Donald Trump in caso di vittoria alle presidenziali avrebbero ripercussioni dirette anche nella Confederazione. I costi per ogni cittadino ammonterebbero ad almeno 200 franchi annui, secondo uno studio del centro di ricerca congiunturale KOF.

L'idea di Trump è quella di imporre importanti dazi sugli import negli Stati Uniti, spiegano gli economisti del KOF Hans Gersbach, Paul Maunoir e Kieran Walsh in una newsletter pubblicata oggi. Nel mirino ci sono in particolare i prodotti dalla Cina, su cui si vogliono applicare balzelli doganali del 60%, mentre nei confronti degli altri Paesi ci si limiterebbe al 20%.

Considerando l'importanza degli USA per l'export svizzero, l'economia elvetica è particolarmente esposta. La misura interesserebbe in particolare l'industria farmaceutica, ma anche quella relativa a macchinari, strumenti di precisione, orologi e derrate alimentari.

Il tutto provocherebbe un abbassamento del PIL reale Svizzero di oltre lo 0,2%, secondo gli esperti del KOF. Eventuali contromisure della Cina avrebbero invece un impatto minimo.

Almeno nella fase iniziale, anche negli Stati Uniti ci sarebbe un abbassamento del PIL reale (oltre -2,5%), così come pure in Cina (fra -0,2% e -0,5% a dipendenza delle contromisure).

L'Unione Europea dovrà «pagare un prezzo elevato» per non acquistare abbastanza prodotti americani: è quanto ha promesso Donald Trump in un comizio in Pennsylvania ieri sera se vincerà le elezioni. «Vi dirò una cosa, l'Unione Europea sembra così carina, così adorabile, vero? Tutti i bei paesini europei che si uniscono», ha detto dopo aver rilanciato il suo «Trump reciprocal trade act». «Non prendono le nostre auto. Non prendono i nostri prodotti agricoli. Vendono milioni e milioni di auto negli Stati Uniti. No, no, no, dovranno pagare un prezzo elevato», ha assicurato.